Fece un lungo sospiro prima di iniziare a parlare.
"Frank era come te, aveva il tuo stesso problema; sentiva voci, faceva incubi continui, stava male, anzi malissimo. Sfortunatamente l'abbiamo trovato che era troppo tardi. Ora lui appare come un ragazzo... ecco... normale, ma non lo è per niente." Guardava di fronte a se, il nulla, aveva lo sguardo perso nel vuoto, come se stesse cercando le parole giuste da usare per non far pesare la cosa, ma evidentemente non c'erano parole che aiutavano ad alleggerire la questione."Non ce l'abbiamo fatta Gerard, non abbiamo potuto far nulla. Frank non è umano, è come... un demone. È per questo motivo che non volevo che tu ti innamorassi di lui. Tu non lo ami davvero, tu ami l'idea di lui, tu ami il fatto che ti attragga. E lui ti attrae a causa di quello che tu hai nella tua testa. Credo tu lo sappia, credo tu abbia capito il perché voi due siate così collegati, perché quello che ti tortura la testa ha la stessa natura di Frank. Sono dei demoni, Gerard. E c'è solo un modo per potersi salvare e tornare normale, avvicinarsi a una persona come te e distruggerla. Ma come si può fare ciò, si può anche salvare questa persona.."
Lo bloccai improvvisamente, non riuscendo a mantenere tutte quelle spiacenti notizie, seguendo attentamente le parole di mio fratello; ormai non pensavo a nient'altro, continuavo a ripetere nella mia mente passo per passo quello che diceva come per non dimenticarle e per farmi capace che quello che diceva era la verità. La dura verità. Che situazione.
Abbassai la testa nascondendo i miei occhi ormai lucidi, quando sentii le braccia sottili di Mikey avvolgermi i fianchi avvicinandomi a lui e stringendomi tra le sue braccia cercando di non crollare letteralmente.
Restammo così per minuti interi, finché non sentimmo la porta alle nostre spalle spalancarsi trovandoci il ragazzo in questione davanti agli occhi."Mike-...Gerard?" Chiese guardandoci confuso con un sopracciglio alzato, appena Mikey gli rivolse un occhiata dispiaciuta, Frank capii subito. Mi guardando sgranando gli occhi e schiudendo le labbra per parlare.
"Perché non me l'hai detto?" Mormorai girandomi completamente verso di lui con lo sguardo puntato al pavimento, stringendo i pugni per non piangere."Gee... i-io non... non volev..." Cercò di controbattere, fece qualche passo in avanti avvicinandosi di più a me trovandomi faccia a faccia a lui. "Perché non me l'hai detto..." Ripetei con tono di voce leggermente più alto.
Continuò ad avvicinarsi, guardandomi con aria triste e malinconica, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata a mio fratello dietro di me, mordicchiandosi il labbro per il nervosismo e per la situazione abbastanza scomoda. Quando avvicinò la mano alla mia tentando di prenderla, scoppiai."Perché non me l'hai detto, Frank." Questa volta lo urlai, alzando di scatto lo sguardo iniettato di lacrime e puntandolo nel suo, guardandolo intensamente negli occhi trasmettendogli tutto quello che stavo provando in quel momento.
Aprì la bocca quasi per ribattere ma non disse nulla, lo sentii così lontano in quel momento.
Lo guardavo con tristezza, un po' con disprezzo, delusione, amarezza, malinconia, dispiacere, tutto.Sembrava di essere tornati all'inizio, solo che ero io quello che non voleva aver nulla a che vedere con lui. Eppure, sentivo così tanto il bisogno di stargli accanto, di sentire nuovamente le sue labbra sulle mie. Ma no, non si poteva più.
Mi stava usando probabilmente, non mi voleva realmente.
Erano tutte stronzate, solo pure stronzate.Eppure ero così sicuro di potermi fidare di una persona, che non sia mio fratello, per una volta nella mia vita. Invece no, le persone hanno sempre un lato falso, cattivo, che ti feriscono quando meno te l'aspetti, anche se non vogliono.
"Gerard... ti prego... fammi parlare." Disse cercando di farmi calmare in qualche modo, ero uscito di senno, ma lo spinsi via con entrambi le mani.
Via da me, lontano. Non lo volevo ma allo stesso tempo ne avevo bisogno. Eravamo come due calamite, ci attraevamo, ci cercavamo, ci volevamo davvero. Ma nessuno dei due era così sicuro da poterlo dire.Lo oltrepassai, andandomene da quella stanza, da quella casa, avevo bisogno di star da solo, di stargli lontano. Questa volta non sarei tornato tanto facilmente.
Camminai per ore e ore, con gli occhi ormai rossi per il troppo pianto e le mani affondate nella felpa. Avevo freddo, stavo morendo di freddo, non avevo preso nessun giubbotto o altro, ero uscito velocemente senza dar conto a nulla; non avevo preso neanche il telefono.
Non mi importava di niente.Volevo stare da solo, come sono sempre stato.
Da solo. In famiglia, oltre Mikey, non avevo nessuno. A scuola non avevo nessuno. Non avevo amici, non avevo qualcuno che si preoccupasse o gli importasse di me. Ero solo.Incrociai lo sguardo su un ponte, uno di quelli a cui tutte le coppie attaccano un lucchetto, promettendosi un qualcosa di sdolcinato e buttando via la chiave nel lago promettendosi amore eterno, che fesserie.
Mi sedetti sul bordo di questo, sfiorando con le dita un paio di lucchetti posandoci sopra lo sguardo analizzandoli. Alcuni erano arrugginiti, altri sembravano nuovi e appena messi.
Che peccato, ci sono ancora persone che credono in queste cose, solo fesserie.Dondolai con i piedi portando lo sguardo di fronte a me, quella parte della città era bellissima di notte perché illuminata solo dalla luna. Tirava un leggero venticello che mi baciava la pelle passandomi tra i capelli facendoli divenire freddi, mentre sentivo brividi di freddo lungo la schiena.
Poi guardai in basso, l'acqua che scorreva a qualche metro da me sotto ai miei piedi; veloce, provocava un rumore delicato e alquanto rilassante mentre si scontrava con le piccole rocce che si trovavano in quel fiume. Doveva essere molto fredda quell'acqua, pensai, chissà se faceva così freddo a star la dentro.
Se si cade da quest'altezza, ci si fa almeno un po' male o ci si salva, magari si riesce ad attutire la caduta con l'acqua e nuotare. A meno che questa non diventi simile a un blocco di cemento nell'impatto della caduta, uccidendoti.
Mi sarebbe piaciuto sperimentare questa cosa, mi incuriosiva parecchio.Chissà se, mettendomi in piedi e dando una bella spinta, sarei stato capace di prendere il volo e volare via da tutta questa merda.
Chissà se ne valeva la pena di buttarsi così da un piccolo ponticello, con la possibilità di cadere su metri e metri di profonda acqua.
Magari ne valeva davvero la pena, magari si prendeva davvero il volo, come angeli.
Si, gli angeli erano esattamente il contrario dello schifo che c'era nella mia testa.
Loro erano puri, buoni, bianchi, candidi, sapevano volare e avevano lunghe ali bianche.Credo che, infondo, anche i demoni siano degli angeli, magari andati un po' a male. Magari angeli che si sentono tanto tristi perché la vita non era come effettivamente loro la credevano. Delusi perché non si aspettavano tutte le cose brutte che gli sono capitate. Amareggiati per le situazioni orribili che hanno subito. Malinconici per aver perso qualcuno di importante nella loro vita, magari qualcuno che gli era sempre stato accanto, magari l'unico che l'aveva fatto. Andati a male per tutta la merda che gli era stata buttata addosso.
Credo che i demoni siano angeli, bellissimi.
Ed anche il mio Frank lo era, lui era un angelo bellissimo.1290 parole.
。☆✼★━━━━━━━━━━━━★✼☆。
comunque, AMATEMI PERCHÉ HO AGGIORNATO SUBITO E NON DOPO TRE ANNI.
no non amatemi per quello che ho scritto in this capitolo ma mi era venuta un'idea e BOOM.
è uscita questa cosa ok.
STAI LEGGENDO
THE GHOST OF YOU.
FanfictionShip: Frerard -Frank Iero x Gerard Way- (Gerard! Top) [30.01.18 ┊ 03.05.18]