seventeen.

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qui si ritorna a parlare dal punto di vista di Gerard, non più da quello di Frank.

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N

otai lo sguardo di Frank intristirsi e spostarsi sulla ragazza dietro di me, con un sorriso mi allontanai da lui e mi avvicinai a lei dicendo "Frank, lei è Lindsey, una ragazza che ho conosciuto a Londra."

Il più piccolo guardò prima lei e successivamente me, per poi scappare al piano di sopra. Mi voltai verso mio fratello che era seduto sull'altro divano, mi rivolse un cenno con la testa, facendomi intendere di seguire sopra Frank.

Dopo aver salito le scale e percorso quel lungo corridoio mi ritrovai davanti alla camera del ragazzo , bussando piano e senza attendere una sua risposta entrai in stanza, chiudendomi la porta alle spalle.
Lo vidi steso sul proprio letto, col viso affondato nel cuscino e le gambe tirate fino al petto.

"Frank.." Cercai di attirare la sua attenzione, ma neanche quando mi sedetti al bordo del suo letto mi guardò. "Che ti è preso?" Mormorai avvicinando un mano alla sua e gliela presi, sorrisi quando sentii la sua stretta.

"Gerard, insomma.. Lindsey chi è?" Mormorò e anche se aveva il viso nascosto riuscivo a scorgere il leggero rossore e le piccole lacrime sulle sue guance.

"Ti preoccupavi di Lindsey? Frank.. lei è la figlia di un collega di mio padre.. volevamo tornare entrambi in America e allora siamo partiti insieme."

"E tu, Gerard, perché volevi tornare?" Si mise a sedere asciugandosi alcune lacrime con la mano. "Sono tornato per la persona che più amo."
"Ripetilo." Sussurrò con un filo di voce, lui, avvicinandosi piano a me. "Ti amo, Frank."

Sussurrai a mia volta diminuendo ancora di più le distanza tra di noi poggiandogli una mano sulla gamba, accarezzandola piano.
"Anche io ti amo, Gerard."

Furono le sue ultime parole prima di prendermi dolcemente il viso tra le mani, accarezzandomi una guancia, e posando le labbra sulle mie.

Fu un bacio tutt'altro che casto; era passionale, bagnato, desideroso di tanto altro ancora.
In meno di qualche secondo mi ritrovai con la schiena contro il materasso, Frank quasi del tutto sopra di me, una sua gamba tra le mie, facendomi leggermene mugolare.

Vagò con le mani sulla mia pelle arrivando fino all'orlo della mia felpa alzandola leggermente e infilandoci sotto le mani, accarezzandomi l'addome con la punta delle dita, rabbrividì al sentire il contrasto tra le sue mani fredde e il mio corpo caldo, bollente.

Sospirai sotto il suo tocco delicato, mentre le sue mani continuavano ad alzare la maglia che copriva ancora la maggior parte del mio petto, fino a sfilarmela lanciandola in un'angolo indefinito della camera.

Assecondandolo, feci la stessa cosa con la sua di felpa accarezzandogli con dolcezza i fianchi e arpionandoli per avvicinarlo di più a me, facendo combaciare i nostri corpi.

Poggiai le mani sul cavallo dei suoi pantaloni, prendendo a giocare con la cintura in pelle nera, slacciandola e sfilandola poco dopo.

Nel mentre Frank riprese possesso delle mie labbra iniziando a muoversi col bacino verso le mie mani, come per darmi consenso a continuare; gli abbassai con una mossa i pantaloni mentre lui scalciava per togliersi le scarpe, mi aiutò a togliere anche i miei di jeans, i quali caddero a terra.

Portai una mano a fare una leggera pressione sul rigonfiamento che si intravedeva nei suoi boxer, al sentirlo mugolare mi morsi il labbro portando una mano dentro questi avvolgendo le dita attorno al membro del più piccolo, iniziando a muovere con decisione il polso.

THE GHOST OF YOU.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora