Capitolo 1

6.4K 383 578
                                    

~ Giorno 20 ~

<<Dove andiamo oggi?>> Chiese ironico Eren. Sapeva che lo avrebbero portato alle docce di acqua fredda... o ad aiutare quella pazza della cuoca, magari, anche dal direttore... comunque, sempre per i suoi pasticci. <<Ehm... guardate che le docce sono dall'altra parte. E... anche la cucina non è da questa parte...>> le guardie non proferirono parola. Dopo poco arrivarono davanti ad una porta in legno, con su scritto "Dottor Ackerman". Eren alzò un sopracciglio come a dire che non sapeva affatto a cosa conducesse quella porta... o a chi. Aprirono la porta scorgendo un uomo in abito scuro che sedeva dietro ad una scrivania. I suoi occhi tempestosi si posizionarono sul detenuto il quale sembrava divertito. <<Buona fortuna.>> aggiunsero al silenzio le guardie sul punto di uscire.<<Wow, grazie.>>

<<Non dicevamo mica a te.>>disse uno di loro con una punta di disgusto sul tono di voce. Chiusero definitivamente la porta lasciando il moro e il castano da soli. Eren portava ancora le manette, quindi, con un piede, spostò la sedia davanti la scrivania e si mise rumorosamente seduto sotto il silenzio dell'uomo che si limitava a guardarlo. Gli occhi verdi del castano si andarono a posizionare su quelli del moro, con un sorriso stampato sulla faccia di Eren. <<Sai chi mi sembri?>> fece una breve pausa per vedere se avrebbe risposto, ma rimase impassibile davanti a quella domanda che gli aveva posto. D'altronde, un poco, se lo aspettava. <<Un tizio di un film, non né ricordo il nome, ma lui era sempre imbronciato così!>> e fece l'espressione del personaggio stravolta dalla sua personalità, ovviamente. Poi ritornò normale <<Ripensandoci, il nome, dovrebbe essere, "Baby boss"... l'unica differenza tra te e lui è che tu non sei biondo... ma per l'altezza dovresti essere alla pari.>> l'espressione accigliata del moro iniziò a crescere mentre guardava quell'idiota. Ora capiva perché rimanevano tutti spiazzati appena lo sentivano parlare. Eren cominciò a guardarlo di sottecchi <<Forse un carciofo con gli occhi ti assomiglierebbe di più.>> ed ecco l'ennesima cazzata. <<Senti, Jaeger, non so quali problemi tu abbia nel tuo cervello, ma hai sicuramente scambiato questo carcere per uno stupido asilo.>> la sua voce era di una freddezza che Eren non aveva mai sentito prima. <<Se non fosse per il fatto che solo tu sai dove hai nascosto quei gioielli ti avrebbero lasciato andare già da un pezzo per l'esaurimento nervoso che hai provocato ad ogni persona tra queste mura.>>

<<Me lo diceva anche mio padre una cosa del genere.>> Levi alzò un sopracciglio e mise le mani, con le dita intrecciate tra loro, sulla scrivania. <<Come può, il mio discorso, averti ricordato una cosa che ti diceva tuo padre?>>

<<Oh, non so. Lui mi diceva che, se non avessi solo sette anni, mi avrebbe lasciato da qualche parte in una scatola di cartone... ma non lo faceva anche perché ero il suo "sfogo".>> nel corpo del moro iniziò a crearsi una spiacevole situazione... qualcosa che non pensava di aver mai provato per nessun caso, per nessun criminale o paziente: pena. Aveva capito perfettamente di che cosa stava parlando il ragazzo... aveva capito cosa voleva dire, per lui, "sfogo". <<Non mi piace il silenzio, può continuare a parlare?>>

<<Non parlo mica per farti divertire.>> spiegò Levi.

<<Si, ma lei, sembra molto più interessante di quei trichechi armati che passano, ogni tanto, davanti alla mia cella.>> e si mise a ridere per la sua stessa battuta, se così si può chiamare. <<Non ho mi visto un detenuto ridere in questo modo. Nel senso, a te non importa nemmeno un po' di essere "qui dentro" invece che "là fuori".>>

<<Beh, le uniche mani che mi masturbano sono le mie, ma, oltre questo, che posso dire... ci si abitua.>> Levi deglutì con una faccia a dir poco schifata. <<Hey, guarda che è bello. Ti da uno strano, ma piacevole sollievo dopo tutta la giornata trascorsa.>>

Prisoners of the heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora