Capitolo 17

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~ Giorno 86 ~

Levi ed Eren arrivarono all'hotel in cui avrebbero alloggiato per la notte. Le stanze erano stupende, per una mente come quella del castano, ovviamente. Personaggi fantastici erano dipinti sui muri e il letto matrimoniale... era così elegante per una stanza del genere. <<Beh? Ti piace?>> chiese il moro, affiancandolo, dal momento che era dietro di lui.
Eren annuì, buttandosi di schiena sul letto. <<La adoro!>> esclamò. <<Me ne fai una così? Magari ci metti anche dei cioccolatini all'entrata.>> rise. Levi sapeva che scherzava, ma incominciò a pervaderlo l'idea che, Eren, non sarebbe stato ancora con lui per molto. Un giorno non troppo lontano da quello sarebbe dovuto tornare dietro le sbarre e, se non avesse confessato subito, gli anni da scontare si sarebbero raddoppiati o persino moltiplicati.
<<Levi, le valige sono lì, ora possiamo tornare a giocare?>> domandò mettendo le braccia attorno al collo del più grande.

<<Sembri più basso del solito...>> ridacchiò Eren guardandolo negli occhi mentre lui si limitò a sussurrare un lieve <<Fottiti.>> ovviamente, tutto ciò con tutto l'amore possibile ed immaginabile. <<Oddio, sei divertentissimo, però, adesso, muoviti.>> gli ordinò il più piccolo intrecciando la mano con la sua.

<<Levi, sei freddissimo, ti riscaldo io!>> annunciò prima di passargli un braccio intorno alla vita e stringerlo a sé... il tutto sotto lo sguardo confuso ed imbarazzato di Levi.

<<Eren, così no... non ora, almeno.>> gli disse staccandosi da lui e mettendosi le mani in tasca.

<<Perché? Ti vergogni? Tu mi hai detto che ti piaccio come sono ed io lo sto facendo...>> il viso di Eren si rattristì, abbassandosi a guardare il terreno.
Il fatto che Levi non rispose fece preoccupare ancora di più il castano che pensava che lui, ormai, si sentisse a suo agio con i suoi abbracci e i suoi baci... ma, evidentemente, in pubblico non era così.

<<Vergognati, Levi.>> una voce femminile, dietro di loro, si fece sentire e, tutti e due, si girarono di scatto.

Videro una ragazza bassa dai capelli rossi e dagli occhi verdi smeraldo simili a quelli di Eren.

<<Isabel... ma che piacere.>> disse ironico il moro guardando da un'altra parte.

<<Dovresti baciarlo senza vergognarti degli sguardi degli altri!>>

<<Abbassa quella cazzo di voce e poi non sono affari tuoi. Se vuoi scusarmi, io ed Eren, abbiamo molto da fare... insieme.>> disse, prendendolo velocemente per la mano e incominciando ad avviarsi per il corridoio che conduceva all'uscita.

<<Beh, se volete fare qualcosa di più interessante insieme, esistono le stanze private.>> ridacchiò, forse un po' istericamente... come era solita fare.

<<Chi era?>> gli domandò il più piccolo ancora confuso dalla situazione. <<Nessuno.>>

<<Non mi sembra che sia "nessuno" dal momento che sembrava conoscerti.>> Eren si fermò, appena usciti, per avere delle spiegazioni.

<<Era una mia paziente.>> rivelò, incrociando le braccia al petto. <<Era ricoverata per la sua "mentalità" ed io sono riuscito a farla tornare in sé, con molta fatica aggiungerei.>> sospirò, non appena Eren abbassò lo sguardo.

<<Va bene... ehm... ti va di andare a fare di nuovo quelle "adorabili" montagne russe?>> Il castano alzò la testa, gioioso e andarono a farsi di nuovo in giro su quel "vagone della morte."

[...]

Tra varie giostre, alcune della morte e alcune abbastanza tranquillizzanti e divertenti, si fece sera e, quindi, l'ora di cena. <<Levi, stanno chiudendo le giostre...>> disse Eren con una nota di malinconia.
<<Per forza, è tardi. Andiamo a cenare.>> Levi cominciò ad avviarsi verso l'hotel, mentre il castano, dopo che si accorse della mancanza del più grande, iniziò a corrergli dietro... "come un cagnolino" a detta sua, almeno.

Prisoners of the heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora