~Giorno 89~
Erano passati due giorni... due giorni in ospedale, due fottutissimi giorni che Levi dormiva ancora.
L'intervento che subì a causa dei proiettili andò bene, forse, con qualche inconveniente, ma era salvo, fuori pericolo. Ciò voleva dire che si sarebbe dovuto svegliare non appena gli fosse passata la anestesia... <<Perché sei ancora su questo cavolo di letto a dormire!?>> ringhiò a denti stretti Eren, mentre sedeva su una sedia in metallo, vicino al moro.
Non lo aveva lasciato un secondo da solo. Aveva mangiato poco, non gli andava affatto... quella situazione gli aveva fatto passare proprio la voglia di fare qualsiasi cosa.
Accarezzò piano la guancia candida del più grande e spostò qualche ciocca di capelli corvini che gli cadeva sul viso. <<La prima volta che ti ho visto pensavo che fossi una persona molto calma.
Ma ti giuro che se non ti svegli io... io... io mi uccido!>> disse ricominciando a piangere. Baciò le labbra fini e screpolate del moro per poi uscire ed andare a fare un giro con l'amico Armin per sfogarsi un poco.
***
Buio.
Era tutto buio. Levi aprì leggermente gli occhi, non vedendo nulla. Era in ginocchio, con delle catene che ricoprivano tutto il suo corpo e lo tenevano bloccato.
Poi, una forte luce, davanti a lui ed una persona che ne usciva fuori. <<Mamma..?>> gli occhi sgranati dell'uomo da cui cadevano piccole e calde gocce salate rividero, dico quasi una vita intera, quella dolce figura materna di cui tutti a tutte le età hanno bisogno.
La donna era vestita di un abito bianco, lungo fin sotto le caviglie, poteva fargli quasi da strascico. Aveva i capelli lunghi e corvini, proprio come quelli di Levi e poi, gli occhi argentati; quelle due meravigliose perle che aveva donato anche al figlio la rendevano una donna dalla bellezza divina.
Toccò, con la mano destra, la guancia del corvino e, in un attimo, fu libero. Le catene si distrussero come per magia e lui poté di nuovo muoversi. La prima cosa che fece, ovviamente, fu sfrecciare verso la madre ed abbracciarla come se non ci fosse un domani.
<<Che cavolo ci fai qui, davanti a me!?>> chiese tra i singhiozzi Levi. <<No, caro!>> lei lo spinse, sciogliendo l'abbraccio che si stavano dando. <<Tu cosa ci fai qui! Per quanto sia felice di vederti è... è troppo presto!>>
<<Sono morto?>> chiese asciugandosi le lacrime. <<No.>>
<<Allora perché non sono con Eren?>> domandò confuso. <<Eren? Chi è Eren, tesoro?>> il corvino avvampò, non sapendo come spiegarlo alla madre ed incominciò a balbettare qualche parola incomprensibile sotto le rise della madre che lo fecero subito zittire. <<Ti prendevo in giro, so benissimo chi è quel bellissimo Dio greco reincarnato in un essere umano che tutti chiamano Eren.>> Levi sorrise imbarazzato, mentre vide la madre ammiccare.
<<Comunque...>> iniziò la corvina. <<Sei sicuro di voler tornare?>>
<<Tornare?>> ripeté lui in un fil di voce. <<Ma certo che voglio tornare!>> disse con tono sicuro, anche se poi, la sua espressione, divenne pian piano più insicura. <<Però questo significherebbe non vederti mai più...>>
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Prisoners of the heart
FanfictionTi viene data solo una piccola scintilla di follia. Non devi perderla. ~Robin Williams. "Trama": Il fondo... eccolo. Lo sto toccando con la punta delle dita. Il tutto, attorno a me, prende una sfumatura di un blu scuro, come i fondali del mare. Se...