Capitolo 6

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~ Giorno 70 ~

Mancava solo una settimana ed Eren sarebbe andato per bei venti giorni da Levi. Era domenica e il moro aveva deciso di uscire. Era da tempo che non andava in giro per i negozi e sentiva di essere quasi di troppo tra tutta quella gente che ai prestava a fare dei regali di Natale. Passava davanti le vetrine, ma non le guardava neanche. Lui aveva un posto preciso in mente per comprare delle cose di ottima qualità e di cui si fidava molto: il "Gold purchases". Non sapeva esattamente i guasti di Eren, non aveva dato modo di conoscerlo più di tanto, ma sapeva molto bene che adorava le cose alla moda. Dei jeans strappati e una felpa rossa della "Fruit" credeva che sarebbe stata la scelta migliore per lui...magari anche una canottiera bianca da mettere sotto. Entrò nel negozio e gli venne subito incontro una donna dai capelli color arancio e gli occhi di un colore simile all'oro. <<Posso aiutarla?>> Levi scosse la testa e la sorpassò velocemente, poi, trovandosi con un disagio mentale per colpa della taglia del ragazzo fece qualche passo all'indietro per tornare dalla signorina. <<Ci ho ripensato. Mi servirebbe un aiuto con le taglie.>>

<<Non sa la sua taglia?>> rise la ragazza. <<Non è per me. È per un'altra persona.>> la donna piegò la testa di lato, come per sapere chi fosse quella persona. Levi sembra dedurlo, ma si limita a dire:<<Beh? Fa il suo lavoro e viene ad aiutarmi o devo chiedere a qualcun'altro?>>

<<S-si... mi scusi, a-andiamo.>> il moro prese a camminare verso una saletta dove trovò la felpa che cercava. <<Ecco, questa.>> sussurrò Levi indicando il suo obiettivo. <<Mi descrive la persona a cui deve darla? Cioè... è alta, bassa, magra, un po' in carne...>> nella mente di Levi si materializzò un Eren in soli boxer che lo guardava provocante. <<Oddio... ma che cazzo..?>> arrossì di colpo sussurrando quelle parole. <<È... È più alto di me... circa... di quindici centimetri. Ed ha un corpo abbastanza esile.>> la ragazza annuì e sfoderò subito una maglietta da uno scatolone e la sollevò per fargliela vedere. <<Ecco, questa dovrebbe fare al caso suo!>> la piegò per bene prima di consegnargliela. <<Ha bisogno di altro per caso?>>

<<No, per il resto farò da solo.>> la signorina annuì e lo lasciò libero di andare a fare altre compere per il negozio. <<Beh... non è proprio il mio forte fare shopping...>> ghignò e si mise a cercare quei maledetti jeans strappati.

***

<<Si, evviva! Ecco fatto!>> urlò orgoglioso di se stesso Eren guardando quel magnifico disegno fatto con dei pastelli colorati. Si asciugò la fronte dal sudore, continuando a sorridere. <<Lo chiamerò "stickman baby boss Levi I.>> e rise tra sé e sé. Un disegno stilizzato del moro lo avrebbe aiutato a non far caso alla sua mancanza, questo, secondo Eren almeno. Aveva rotto così tanto alle docenti del riformatorio (situato in una altro punto della prigione) che era riuscito a farsi dare un foglio enorme su cui disegnarlo. <<Non vedo l'ora che lo veda, sono sicuro che saprà riconoscere l'artista che è in me!>>

~ Giorno 71 ~

<<Ok... cosa dovrebbe essere?>> il castano fece una faccia delusa da quella domanda che gli stava ponendo il più grande. <<Sei tu! Come fai a non capirlo? Siete identici!>> Levi guardò il disegno sul foglio attaccato alla parete, poi guardò Eren. <<Bene. Ora ne sono convinto: ho preteso troppo da te... non userai mai il tuo cervello per qualcosa di veramente utile.>> dopo queste parole, il castano, scoppiò in una risata irrefrenabile. <<Beh, come si dice in questi casi? Ah, già... l'arte è proprio incompresa!>> e continuò a ridere. <<Puoi dirlo forte.>> aggiunse il moro. Eren aveva notato che, fin dall'ingresso del più grande, aveva sempre tenuto una bustina di cartone in mano... e per quanta fosse la voglia di scoprirne il contenuto più era quella di rimanere fermo e aspettare di vedere se fosse per lui. <<Comunque...>> iniziò Levi mettendosi a sedere sul letto. <<Questo è per quando verrai da me.>> e gli porse il sacchetto. Eren lo prese di scatto, non aspettando altro che questo. Tira fuori i vestiti che gli aveva comperato il moro il giorno prima e non può trattenere un urlo acuto per poi abbracciarlo forte. A quel contatto, Levi, non seppe cosa fare. Se ricambiare o meno. Era ancora un'esperienza nuova quella. Dopo quello che successe quella sera, ogni volta che era sotto il tocco del castano, dentro di lui, scoppiava uno strano fuoco... appiccato per chissà quale motivo.

Prisoners of the heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora