Capitolo 20

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~ Giorno 87 ~

<<Entriamo da qui.>> la ragazza, per Eren, era fin troppo sicura di sé... non sapeva se fosse un bene o un male, ma, almeno, aveva trovato un entrata alternativa per salvare Levi. L'avrebbe sopportata solo per trovarlo, poi sarebbero ritornati ad una vita normale. Quasi, almeno.

<<È... una botola...>> dissi, come se non lo sapesse già. <<Sai dove porta?>>

<<Ovviamente no.>> gli rispose Isabel aprendola sotto lo sguardo sconcertato e preoccupato del castano.

All'interno di essa non si vedeva nulla, solo buio. <<Tieni la pistola carica.>> gli ordinò la rossa, provocando uno sbuffo da parte di Eren.

***

<<Dio, sarò più fatto di quando spacciavo...>> si lamentò dentro di sé il moro che, per fortuna sua, era rimasto da solo senza la "compagnia" dello zio... anche se, purtroppo, fu sostituita da uno dei suoi scagnozzi.

Era un uomo dai capelli albini e dagli occhi scuri come la notte. Aveva un corpo molto robusto e palestrato... sarà stato sui trentacinque anni ed era alto sicuramente più di un metro e ottanta.

Si trovava al centro della stanza, in piedi, a guardarlo con un sorriso malizioso con le mani conserte e, sicuramente, con intenzioni molto sporche che, il moro, non avrebbe mai tollerato. <<Il capo avrebbe potuto usarti come puttana... che spreco.>>

<<Ma va' al diavolo! Io non sono e non sarò in nessun caso la puttana di nessuno!>> urlò furibondo, facendo smuovere le catene a cui, per precauzione, era stato incatenato. <<Vuoi scommettere?>> con aria di sfida e occhi lussuriosi, l'uomo albino, incominciò ad avvicinarsi a Levi che già temeva di essere stuprato da quel... "coso".

Ma, in suo soccorso, il tetto, sopra di loro, si spezzò e la figura del moccioso che tanto bene conosceva cadde sul pervertito di fronte a lui, susseguito da uno sparo che andò a conficcarsi nel cervelletto dell'uomo.

Non appena si alzò in piedi, Eren, aiutò la ragazza a scendere... tutto ciò sotto lo sguardo ancora incredulo di Levi. <<Che diavolo stai facendo tu qui!?>> urlò al castano. <<Hey, dovresti ringraziarmi, baby boss! Ti ho fatto vincere la scommessa, o quel bastardo ti avrebbe messo le mani addosso e scopato come se non ci fosse un domani!>>

<<Eren, cavolo... sei... sei incorreggibile!>> calde lacrime fecero capolino sul volto di Levi, come mai prima d'ora.
Era come vedere un'opera d'arte, più precisamente una scultura, a cui uomini irrispettosi avevano incominciato a staccare pezzi di marmo che contribuivano a realizzare il suo corpo... tuttavia, rimaneva sempre e comunque bellissima arte. <<Sono qui adesso.>> il castano accarezza la guancia del più grande, dandogli, poi, un semplice bacio sulle guance bagnate che racchiudeva il sentimento più profondo e più bello di tutti.

<<Beh, piccioncini, non so voi, ma io vorrei uscire viva da qua... quindi se, magari, potreste fare tutte le vostre cose dopo...>>

<<Certo.>> disse subito Levi ascougandosi le lacrime. <<Ma c'è un problema...>> e mostrò i polsi legati da quel ferro maledetto. Già, senza chiavi non sarebbero potuti andare da nessuna parte. <<Eren, spostati.>> gli intimò la ragazza e lui eseguì. <<Cosa vuoi fare?>> chiese confuso.

Come risposta, Isabel, fece partire due colpi di pistola che distrussero le catene. <<Ma sei completamente matta!!?>> urlò spaventato e furioso il povero, ma libero Levi. <<Sai cosa avresti potuto fare se avessi sbagliato mira!?>>

Prisoners of the heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora