Capitolo 14

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~ Giorno 82 ~

L'emozione stava prendendo il sopravvento sul ragazzo. Tra qualche minuto, sarebbe andato a casa dell'amico per poi andare in discoteca. Da quando Jean l'aveva invitato non aveva fatto altro che immaginarsela... anche se non era proprio come nella mente di Eren. <<Levi!>> lo chiamò scendendo le scale. <<Io... sto andando.>>

<<Non vuoi che ti accompagni?>> chiese Levi dando un casto bacio sulla guancia del più piccolo. <<No, tranquillo, penso di potercela fare.>> rispose facendo annuire il moro.

Eren
[Questa è un'eccezione che si ripeterà di rado]

Chiusi la porta alle mie spalle e uscii. Ciò che mi aveva raccontato Levi su suo zio mi faceva abbastanza paura sommato a quello che aveva detto Mikasa sul suo presunto negozio... ma incominciai, comunque, a dirigermi verso la casa di Armin. Erano circa le 19:00 e, sinceramente, non mi rassicurava molto il fatto che fosse buio e senza nemmeno una persona in giro. Come se non bastasse, le uniche luci che si vedevano erano quelle dell'enorme casa da dove ero appena uscito. Fantastico.

<<Hey, Ere-..>>

<<O MIO DIO, ARMIN!>> gli urlai in faccia quando il biondino mi toccò la spalla. <<Ma perché urli?>>

<<PERCHÉ MI HAI FATTO QUASI PRENDERE UN INFARTO, CAZZO!>> lo vidi mettersi a ridere e, anche se non lo ammettere, mi dava un senso di sicurezza averlo davanti in quello stato. <<Ti ho mandato un messaggio dicendoti che ti sarei venuto a prendere io... ma suppongo che tu non l'abbia letto.>>

<<Non credevo che fossi dotato di tale intelligenza, lo sai?>> ironizzai mentre lui mi afferrò per la manica della camicia bianca che indossavo per trascinarmi dall'altra parte del marciapiede.

Non camminammo molto prima di ritrovarci un edificio bianco con un giardino enorme gremito di gente.

Se fuori è così, figuriamoci dentro...

La musica a palla rimbombava nella mia testa, ma cercavo di non farci tanto caso. La mia attenzione si focalizzò su un gruppetto che veniva verso di noi. Con quegli abiti non li avrei mai riconosciuti, ma si, erano proprio i miei compagni.

<<Ah, ma allora sei venuto.>> Jean si avvicinò a me mettendomi un braccio attorno al collo. <<Beh, sono qui, quindi... si, sono venuto.>>

<<Wow, Eren! Ti sta davvero bene questa camicia!>> c'era anche Mikasa che, stranamente, mi fece occhiolino accompagnato da quella frase... mi aveva messo a disagio, ma le sorrisi comunque. Mi guardai attorno vedendo le persone che muovevano il corpo a ritmo della musica... io non avevo mai fatto un cosa del genere. Senza neanche accorgermene iniziai a sorridere come in ebete, ma davvero... ero emozionatissimo!

<<Eren, hai mai bevuto fino ad ubbriacarti?>> mi chiese Connie saltandomi praticamente addosso. Io scossi la testa, anche se l'odore e il sapore dell'alcol me lo ricordavo bene...
<<Perfetto! Allora sfida Jean, dai!>>

Feci una faccia confusa prima di comprendere a pieno cosa avesse davvero detto. Io ad una gara di alcol? Con Jean, oltre tutto?

<<Uhm... forse è meglio se ci vado piano con i drink...>> dissi in tutta sincerità. Se fossi tornato ubriaco fradicio a casa credo che, Levi, mi avrebbe fatto fare da zerbino per il resto della vita! O, almeno, finché sarei stato con lui. Era una delle regole che mi aveva imposto.

<<Già, Eren ha ragione.>> mi difese Marco. <<E dovresti andarci piano anche tu, Jean.>> lui, ovviamente, non gli diede ascolto. Poco male. Tanto non ero sicuramente io quello che si sarebbe fatto del male con quella roba.

Prisoners of the heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora