~ Giorno 79 ~
Dopo una decina di minuti, quella telefonata con lo zio, terminò nel peggiore dei modi. Levi aveva le lacrime agli occhi, doveva portare Eren da qualche altra parte che non fosse casa sua... era diventato troppo pericoloso stare in quel posto. Avrebbe cercato un appartamento, dal momento che non se lo sarebbe mai aspettato oppure avrebbero alloggiato semplicemente in un hotel, ma che non fosse fuori da quel paesino chiamato 'Trost' visto che tenevano sotto controllo la posizione del ragazzo. Guardò l'orologio: 14:14. Rimise lo sguardo sulle sue mani tremanti, in cerca di una soluzione che non facesse insospettire Eren.
Eren... Eren... Eren..?
<<Oh, cazzo, Eren! Devo andare a prendere Eren a scuola! Merda..!>> disse mettendosi una giacca e uscendo velocemente dalla casa. Imprecò. Si era dimenticato di lui. Quasi gli veniva da ridere una volta che si era calmato lungo il tragitto, ma cercò di continuare a colpevolizzarsi. Arrivato davanti la scuola venne subito circondato dagli sguardi dei ragazzi che trovavano la sua macchina incredibile. A Levi non piaceva molto questa cosa, ma quando vide salire Eren, poté partire preoccupandosi solo di come fosse andata la giornata del più piccolo. <<Hey, com'è andata?>>
<<Alla grande.>> gli sorrise. <<Studiare deve essere proprio figo.>> Levi alzò un sopracciglio. <<Come, scusa?>>
<<Tu puoi insegnarmi quelle cose, non è vero!?>> chiese il ragazzo euforico. <<Eren, non credo di...>>
<<Certo che lo sai fare! Tu sei un genio in tutto! Me l'ha detto Hanji, sai?>> Levi si rabbuiò ricordando gli anni passati con la donna. <<Mi insegni?>>
<<Come..?>> sussurrò il più grande quasi incredulo. <<Magari... quello che mi ricordo... posso anche insegnartelo... perché no?>> Un sorriso a trentadue denti nacque sul volto di Eren. <<Grazie, grazie, grazie!>> disse esultando. Il moro lo guardò con la coda dell'occhio, sorridendo anche lui. <<Ti voglio bene.>>
<<Lo so.>> ammise il più grande. <<Dico davvero.>>
<<So anche questo.>> ammise ancora facendo sogghignare il castano.
Parcheggiò la macchina nel garage ed entrarono in casa. <<Hai fatto qualcosa da mangiare?>> chiese curioso e affamato il ragazzo. <<Ho provato a fare una pizza a mano, spero che sia di tuo gradimento.>> Eren si precipitò in cucina vedendo le meravigliosi doti culinarie di Levi. <<Tu sei davvero un uomo da sposare!>> urlò eccitato e pazzo di gioia, rendendosi solo dopo conto di cosa aveva appena detto. <<Suona come una proposta.>> scherzò il più grande facendo arrossire Eren.Si sedettero per pranzare, ovviamente, dopo aver lavato le mani. Eren che era intento a mangiare si ricordo della mattina prima, quando aveva fatto l'amore con Levi. O, almeno, da parte sua c'era amore, ma non sapeva dire se dalla parte del moro era lo stesso. <<È successo qualcosa?>> lo destò dai suoi pensieri proprio il più grande. Lui scosse la testa. <<Perché lo pensi?>> sussurrò il castano. <<Non lo so, ti sei zittito all'improvviso.>>
<<È che... pensavo all'altra mattina...>> sorrise tra sé e sé timidamente, anche se non era solito farlo in quel modo. <<Hai detto che ti è piaciuto, no?>> non vide nessuna risposta da parte del moro, quindi continuò. <<Io... sono qualcosa per te?>>
<<A parte essere Eren?>> scherzò, anche se era come ricevere una pugnalata al cuore per il più piccolo. Non si aspettava una cosa del genere... non si aspettava di essere solo 'Eren'. <<Sono qualcosa per te?>> ripeté volendo una vera risposta. <<Si, sei qualcosa.>> Il ragazzo alzò lo sguardo verso di lui, cercando i suoi occhi. <<Ma non ti dirò cosa sei veramente, adesso.>>
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Prisoners of the heart
FanfictionTi viene data solo una piccola scintilla di follia. Non devi perderla. ~Robin Williams. "Trama": Il fondo... eccolo. Lo sto toccando con la punta delle dita. Il tutto, attorno a me, prende una sfumatura di un blu scuro, come i fondali del mare. Se...