~ Giorno 42 ~
Lo sguardo spento di Eren passava su ogni mattonella di quel corridoio pieno delle altre celle dei detenuti. Non c'era più alcuna frecciatina, nessuno sguardo di superiorità ricambiato, o qualche scambio di parola... niente di niente. Anche le guardie erano ben spaventate dal fatto che Eren non dicesse nulla dato che erano abituati alla sua solita parlantina che non finiva mai.
***
Si sedette ai banchi per fare colazione. <<Ecco qua.>> James, la prima guardia a cui aveva iniziato a rompere le scatole, gli portò un bicchiere di latte con il suo amatissimo Nesquik. Il castano lo guardò senza dire nulla e mise il viso ben nascosto tra le braccia che erano appoggiate al tavolo. Glielo lasciò vicino, ma Eren lo scansò. Non mangiò neanche. In quel carcere stava perdendo chili di troppo. Arrivò ben presto l'ora di andare da Levi, anche se quella era l'ultima delle cose che voleva fare. Si vergognava terribilmente di ciò che aveva fatto... per una cosa che non avrebbe mai voluto fare! Soprattutto contro la sua volontà...
Arrivati davanti allo studio, il direttore, li fermò dall'entrare.<<Il signor Ackerman non c'è.>> annunciò. <<Si sentiva poco bene.>>
Si, come no.
Eren sapeva benissimo che era per lui che non era venuto. <<E che cosa aveva di così grave da non riuscire ad andare a lavoro?>>
<<Non sono affari tuoi.>> tagliò corto il biondo. <<Dal momento che non c'è potrai andare benissimo dalla cuoca. Due mani esperte come le tue, in cucina, possono fare miracoli, no?>> fece per andarsene quando venne fermato da delle parole del ragazzo. <<Ho notato che fuori piove.>> ghignò. <<Le sue sopracciglia le usa come ombrelli per i suoi occhi?>> quando vide l'uomo acciglirsi sapeva di avere la situazione in pugno. <<È veramente astuto, mi congratulo.>> Erwin si avvicinò al castano con aria di superiorità mentre gli sferrò un pugno sulla guancia, prendendo buona parte della mascella. Eren rimase per un momento con il volto girato verso destra, dove, quel pugno, gli aveva obbligato di guardare. Una breve risatina acheggiò in quel silenzio che si era creato. <<Pensa veramente che questo possa farmi qualcosa?>> cominciò a guardarlo negli occhi dopo aver sputato per terra del sangue. <<Questo non è nemmeno un quarto del dolore che posso avere in corpo.>> a sorpresa del biondo, un calcio nello stomaco - più potente di quello che si sarebbe immaginato - lo scaraventò a terra. Ebbe solo quel breve momento per guardare gli occhi del detenuto... gli occhi di una persona che, in quel momento, avrebbe potuto uccidere chiunque. <<Mi dica adesso:>> iniziò tirandogliene un altro, anche lui, sulla mascella. <<Pensa che solo le mie mani siamo esperte?>> e continuò affondando con forza un piede sulla pancia.
Poi...
Una mano si poggiò delicatamente sulla spalla del castano facendolo girare di scatto. Dei capelli corvini passarono davanti alla sua faccia, sorprendendolo.
Levi?
Pensò Eren mentre, la mano che era appoggiata sulla sua spalla, scivolò al suo colletto, trascinandolo dentro la stanza. <<Mi spieghi che cavolo ti è saltato in mente!?>> urlò contro il castano avendo appena interrotto una rissa tra lui e il direttore. Eren rimase in silenzio tra l'imbarazzo della sera scorsa e quello di adesso. <<Sarai fortunato se ti aggiungeranno solo qualche altro mese da scontare!>> continuò passandosi entrambe le mani tra i capelli. <<Non stavi "poco bene"?>> se ne uscì il più piccolo. <<Forse.>> disse riavvicinandosi ad Eren che, nel frattempo, era rimasto vicino alla porta. <<Ma non farei trascorrere una giornata senza poterti vedere.>> le braccia muscolose del più grande cinsero il collo del castano stringendoli quanto possibile a non lasciarlo senza fiato in corpo. <<Che vuol dire questo?>> chiese titubante sgranando gli occhi. <<Che non sono arrabbiato con te... ieri... non volevo dirti quelle cose, io... non ti odio affatto, Eren!>> era la seconda volta che lo vedeva piangere... ma Eren si era imposto chiaramente che non voleva più vederlo piangere. Anche se, in quel momento, si sentiva così sollevato. Il castano iniziò a ricambiare l'abbraccio facendo sussultare il più grande. <<Ma-ma tu... avevi le manette!C-come...>>
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Prisoners of the heart
FanfictionTi viene data solo una piccola scintilla di follia. Non devi perderla. ~Robin Williams. "Trama": Il fondo... eccolo. Lo sto toccando con la punta delle dita. Il tutto, attorno a me, prende una sfumatura di un blu scuro, come i fondali del mare. Se...