Pensavo che dopo mi fossi addormentata Jace sarebbe tornato in camera sua, ma non fu così. Rimase con me tutta la notte. Quando mi risvegliai il mattino dopo lui stava ancora dormendo, allora mi alzai senza far rumore e scesi a fare colazione.
I genitori e la sorella di Jace si erano già alzati, erano le 9:30 am. Feci colazione ed alle 10:00 am si alzò anche lui.
"Buongiorno, amore." mi salutò.
"Buongiorno. Dormito bene?" gli chiesi ricambiando il saluto.
"Come un bambino." rise e mi abbracciò. Si sedette accanto a me e fece colazione.
La mattina passò tranquilla, come tutte le altre, e rimanemmo a casa. Dopo pranzo uscimmo a fare una passeggiata, anche se faceva abbastanza freddo. Per un po' camminammo senza dire nulla, non sapevo di che parlare.
"Aly." mi disse improvvisamente che quasi non lo sentii, assorta nei miei pensieri.
"Cosa?" domandai io.
"Mi dispiace." disse a bassa voce. "Per ieri, intendo. Non so che cosa mi sia preso."
"Dispiace anche a me." aggiunsi io. "Avrei dovuto fidarmi di te, non dovevo prendermela così."
"Non è colpa tua, lo capisci?" sembrava arrabbiato con me... o con se stesso. "Io mi odio per ciò che ho fatto. Non voglio immaginare come ti sei sentita, avrei preferito prendermi tutto il tuo dolore."
"Tranquillo, Jace." mi fermai. "Sto bene, ora è tutto risolto ed è acqua passata. Non ci pensare." lo abbracciai.
"Grazie, Aly." disse Jace. "Non so cosa farei se non ci fossi tu." mi accarezzò la schiena. "Sei fantastica."
"Quasi quanto te." lo guardai, appoggiando il mento al suo petto e gli sorrisi. Lui mi baciò la fronte.
"Mai quanto te, Alyssa. Ricordatelo che per qualcuno sei speciale e per davvero."
Lo strinsi più forte e mi chiesi se avevo mai sentito un'emozione forte come quella. Mi risposi di sì, ma questa è un'altra storia.
Intanto sentii dei passi: una persona stava venendo verso di noi. Mi staccai da lui e vidi una ragazza con un vestito a fiori stile donna di ottant'anni, una giacchetta di jeans ed un paio di stivali in pelle marroncina.
"Oddio..." dissi guardando Jace.
La ragazza si fermò davanti a noi. "Ciao, Jace!" esclamò Maeve.
"Ciao." rispose lui con acidità.
"Beh, parli del diavolo e gli spuntano le corna, no?" chiesi ironicamente.
"Parlavate di me?" domandò Maeve con quella faccia di culo che si ritrovava.
"Sì, parlavamo di te e del fatto che devi stare lontana dal mio ragazzo." la fulminai con lo sguardo. "Non devi salutarlo, non devi sorridergli con le tue cazzo di fossette, non devi guardarlo, non devi respirare la sua aria. Hai capito?"
Il suo sorriso si spense. "Sì, ho capito." E se ne andò. Finalmente la troietta si era levata dalle palle.
Jace mi guardò perplesso. "Cristo, Aly, l'hai fatta scappare." scoppiammo a ridere. Oh, fu troppo divertente veder andare via Maeve con quella faccia sconfitta. Mai sentita più soddisfatta.
"Mi fai essere gelosa, quindi?" gli chiesi.
"Se è un modo per dimostrarmi che mi ami non chiederlo neanche." disse Jace.
Lo presi per il colletto del giubbotto e lo baciai. "Certo che ti amo, stupido del mio cuore."
Lui mi baciò di nuovo e di nuovo. Quella sensazione di bisonti che corrono nel mio stomaco. Quel sentirmi battere il cuore nelle orecchie. Sentire il suo mentre mi schiacciava contro il suo petto. La musica più bella, una melodia così dolce.
"Ti amo anch'io." rispose con quel suo sorriso stupendo, quello che mi faceva sentire le farfalle nello stomaco.
Questo era un amore sincero e puro, lo sentivo. Era come quello che avrei voluto in passato con un'altra persona. Odio l'amore volgare. Lui era il ragazzo che amavo, quello che volevo nella mia vita adesso, quello che era fondamentale per me, come l'ossigeno.
Mi guardò con quegli occhi castano, belli come la neve a Natale, come il mare d'estate. Anzi, erano di una bellezza unica, indescrivibile, non era paragonabile a qualcosa.
"Ti amo davvero, Alyssa Amber. Sei la prima ragazza che amo davvero e non smetterò mai di dirtelo. Sei tutto ciò di cui ho bisogno adesso e... non mi lasciare, ti prego. Ho soltanto te."
Lo abbracciai di nuovo. Sembrava sul punto di piangere. "Sono qui e non ti lascerò, soprattutto non quando hai bisogno di me." lo strinsi.
Mi staccai da lui e ricominciammo a caamminare. Sentii la sua mano sfiorare la mia e rabbrividii. Era calda e faceva contrasto con la mia congelata. Lui l'accettò comunque, anche se era fredda.
Ritornammo quando fece buio. Dopo cena scendemmo in giardino per vedere le stelle: erano così belle quella sera. Belle come lui. Stupende.
Quando vidi tutto quello splendore alzai il braccio in segno di saluto. "Ciao, papà." dissi quasi rivolta alle stelle.
"Papà?" chiese Jace ingenuo.
"Sì, mio padre morì di tumore ai reni quando ero ancora bambina." lo guardai con gli occhi lucidi.
Jace distolse lo sguardo da me ed alzò il braccio sinistro. "Salve, signor Amber. Riposi in pace. Grazie per aver contribuito a dare alla luce questa fantastica ragazza. Spero che se la passi meglio lassù che in questo schifo di mondo." sorrisi a quelle parole e lui mi prese una mano. "Ti farò io da padre se ne avrai bisogno, piccola."
"Sei un amore, Jace." risi dolcemente. Quella risata spontanea che mi veniva solo con lui. Sembrava tutto un sogno con lui... ma no, era tutto vero. Come facevo a meritarmi un ragazzo così? Cos'avevo fatto per averlo al mio fianco?Chi vorrebbe un ragazzo come Jace alzi la mano! ✋✋✋
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Maledetto Sorriso || Jace Norman // COMPLETA
RomanceAlyssa e Jace sono due ragazzi di un anno di differenza. Ne passeranno tante insieme: litigi, gelosie, tradimenti. Ma resteranno sempre uniti, perché si amano come nessuno ha mai amato nessuno. Il loro amore è forte sin dal primo istante, sin da qua...