Il giorno dopo Toby non venne a scuola, ma si presentò all'uscita delle 2:00 pm per andare a parlare col consulente.
"Ciao, A. Tutto okay? Tutto bene a scuola?" mi salutò con un sorriso.
"Mah... Tu stai bene?" risposi massaggiandomi le tempie.
"Meglio di ieri. Hai visto Ethan?" mi chiese preoccupato.
"No e non nominare il nome del coglione invano." dissi seccamente.
"Andiamo, piccola?" mi chiese mettendomi un braccio intorno alle spalle e dirigendoci verso l'ufficio del consulente. Bussammo alla porta.
"Avanti!" lo sentimmo gridare.
"Buongiorno." dissimo in coro io e Toby.
"Avete bisogno di qualcosa, ragazzi?" ci chiese il professor Jackson gentilmente.
"In effetti sì..." cominciò T. "Volevo parlare di... di cose che mi stanno succedendo e che... insomma, come essere dallo psicologo."
"Uhm... va bene. E lei?" domandò guardandomi.
"Oh, io... la professoressa Smith mi aveva proposto di venire con lui." indicai Toby con il pollice della mano sinistra. "Pensava che magari si sarebbe sentito più a suo agio con me, visto che da solo non ci voleva venire."
"Uff... Okay, terapia di coppia?" prese un blocco per gli appunti e cominciò a scrivere.
"Sì, penso di sì..." ribattè T incerto.
"Okay, perfetto, sedetevi pure." ci indicò le due sedie davanti la sua scrivania. Noi ci sedettimo. "Quindi... Toby ed Alyssa, giusto?"
"Sì, eravamo già venuti due anni fa... credo." risposi pensando a quella prima seduta con questo sconosciuto. Era stata abbastanza imbarazzante.
"Di cosa dovete parlarmi?" chiese squadrandoci manco fossimo due cartine geografiche.
"Veramente sono io il problema..." Toby abbassò lo sguardo.
"No, T, non sei un problema. Te lo fanno credere, ma non lo sei." esclamai. Il professore ci osservò attentamente. "Scusi, dovrebbe parlare lei. Non io."
"Tranquilla." alzò una mano e chiuse gli occhi. "Hai detto una cosa giusta. Ma fai parlare il tuo amico, mh?" si rivolse a Toby. "Allora... due anni fa mi dicesti che avevi problemi a fare il coming out, giusto?"
"Io... sì, è ciò che mi sta rovinando la vita adesso..." Toby si contemplava le ginocchia, non riusciva ad essere completamente diretto con le persone. "C-ci sono dei ragazzi a scuola... mi prendono in giro per questo, non capisco perché non lo faccia anche Aly. Ma non importa, sono contento di averla al mio fianco..."
Io aprii la bocca, ma la richiusi subito dopo queste parole.
"Vai pure avanti..." disse il consulente vedendo il blocco di Toby.
"Mi sento un mostro grazie a loro." esclamò. "Vorrei solo incidermi ancora una volta le braccia con la lametta! Vorrei solo sparire, tanto sarebbero tutti contenti! Vorrei solo andarmene!" scoppiò in lacrime. Non potevo vederlo così debole. Mi sentivo uno schifo. Gli presi una mano e gliela strinsi.
"Io posso aiutarti, Toby, ma non faccio miracoli." disse osservando poi le nostre mani unite. "Forse lei può farne."
"Vedremo..." dissi sospirando.
"Quindi... Toby, cosa ne pensi di questa situazione?" chiese guardandolo negli iridi grigi.
"Non lo so, lei pensa che sono tutte cavolate." mi guardò. "Dice che non ha senso, non mi conoscono, dice che sono fantastico e che non devo preoccuparmi di ciò che dicono loro."
"Ti ho chiesto che cosa ne pensi tu, non lei." lo fermò il professor Jackson.
"Io penso che sia ingiusto, a loro non ho fatto niente. Vorrei solo finisse tutto oggi." disse tristemente. Io gli strinsi di più la mano e lui mi sorrise.
"Va bene..." disse il consulente. Per tutto il tempo non aveva fatto altro che scrivere sul suo blocchetto. "Bene, bene, bene..." inspirò profondamente. "Va bene, Toby, sei solo troppo influenzato dall'opinione altrui. Fregatene di quello che pensano. Tu sei tu e loro sono loro, fatti un esame di coscienza e dimmi chi vale di più."
"Io..." Toby fissava il vuoto.
"Gielo dico io, professore." dissi sicura di me. "Lui vale di più e vale di più dei loro inutili insulti e del loro inutile picchiarlo."
"Toby, ha ragione?" chiese il professore. T annuì. "Bene, allora qui possiamo dire che ho finito...?" bussarono alla porta. "Avanti!" gridò il professor Jackson. Aprirono la porta.
"Buongiorno, professore." disse il ragazzo rosso sulla soglia. Aveva un foglio in mano e leggeva ciò che c'era scritto.
"Buongiorno, William!" esclamò il consulente. "Puoi aspettare qualche minuto?"
Bill appena mi vide indietreggiò di poco. "Oh, sì... Io vado. Torno quando l-loro usciranno." mi gettò un'ultima occhiata ed uscì.
"Possiamo andare?" chiesi impaziente di parlare con Bill.
"Sì, sì, sì." rispose Jackson. "Arrivederci, ragazzi. Tornate quando volete per altri problemi."
"Arrivederci." rispondemmo all'unisono.
Uscimmo dall'ufficio del consulente e trovammo Bill appoggiato al muro, con le braccia incrociate al petto a fissare il muro davanti a lui. Toby quando lo vide si mise davanti a lui e lo tirò su per il colletto della maglietta. "Stai lontano da Alyssa, hai capito?" gli sussurrò in faccia. "Hai capito?!" lo strattonò.
"Toby..." cominciai.
"Aly, lascia perdere. Non metterti in mezzo..." disse Bill lentamente. Non respirava.
"No, Toby, NO!" esclamai. "Lascialo stare!"
Toby lo lasciò andare e William cadde seduto a terra, mentre si massaggiava il collo e cercava di respirare di nuovo regolarmente. "Va bene, difendilo pure..." disse T sottovoce.
"Toby... io..." mi morsi il labbro. "Io e Bill abbiamo risolto. Non andartene."
Si stava allontanando piano piano da noi, ma poi alzò le mani e si fermò. "Okay, ho capito, Alyssa. Ti aspetto fuori." e svoltò l'angolo per imboccare il corridoio.
Andai vicino a Bill e mi inginocchiai. "Tutto bene?"
"Sì." tossì. "Grazie, Aly. Sei sempre stata molto disponibile con me." sorrise. Era ancora bellissimo il suo sorriso. Mi mancava tanto quel sorriso che, da quando ci eravamo lasciati, non esisteva più.
"Perché vai dal consulente scolastico?" gli domandai dopo aver pensato per l'ennesima volta a cosa era stato quel 'noi'.
"Per ciò che è successo alla nostra relazione. Non riuscivo a parlarne con nessuno. Così a settembre ho cominciato a venire qua." indicò l'ufficio del consulente. "È stato il professor Jackson a convincermi a dirti tutto, come ieri." si alzò e feci lo stesso.
"Oh, Bill..." Alyssa non piangere. "Dio, mi fai venire nostalgia..."
"Io ce ne ho già... e tanta." mi spostò una ciocca di capelli da davanti gli occhi. Lo faceva sempre quando mi vedeva triste. Certe abitudini non cambiano proprio mai. Forse credeva di farmi sorridere. "Comunque, devo andare. Ci vediamo, Aly." s'incamminò verso la porta dell'ufficio del professore, ma io gli presi una mano.
"Bill." lo chiamai.
"Sì, Aly?" rispose girandosi a guardarmi. I suoi occhi azzurri mi facevano sempre impazzire. Io... erano bellissimi. Bill era sempre rimasto un ragazzo fantastico. Era uno schifo non essersene accorta prima.
Lo abbracciai. "Ti voglio bene, Billy." dissi nel suo orecchio.
"Mi chiami ancora 'Billy'?" rise. "Ti voglio bene anch'io, Alyssa." sciolse l'abbraccio e sorrise. "Ciao." disse in tono dolce e scomparve, chiudendosi la porta alle spalle.
Uscii da scuola e trovai Toby ad aspettarmi.
"Non pensavo mi aspettassi veramente." soggiunsi.
"Solo perché hai difeso quella testa di minchia? Pff, hai fatto di molto peggio, Alyssa." mi rispose freddo.
"Scusa se ho altri amici oltre che a te." alzai le mani.
"Quante volte ti ho fatto soffrire, Aly?" chiese guardandomi negli occhi.
"Tante, Toby. Anche adesso." indietreggiai. Avevo paura di lui, non in generale ma quando s'incazzava con me.
"Stai scherzando, vero?" sogghignò. "Stai scherzando?"
"N-no, Toby." balbettai. "Mi fai male quando t'arrabbi c-con me."
"Anche a me fa male!" gridò T. "Come mi fa male vederti con quel cazzone! Mi hai sentito bene?"
Mi sedetti sul prato verde sotto di noi. "Ho capito, Toby. Ora puoi anche prendermi a calci. Tanto a me non importa. Hai ragione tu. Sono solo un errore, Toby. Mi dispiace." abbassai lo sguardo.
Lui rimase in silenzio per qualche minuto poi andò via. Io rimasi lì finché non sentii uscire Bill da scuola. Ascoltai i suoi passi venire verso di me.Decimo capitolo andato! Chi si sente come Toby?✋✋✋✋✋
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Maledetto Sorriso || Jace Norman // COMPLETA
RomanceAlyssa e Jace sono due ragazzi di un anno di differenza. Ne passeranno tante insieme: litigi, gelosie, tradimenti. Ma resteranno sempre uniti, perché si amano come nessuno ha mai amato nessuno. Il loro amore è forte sin dal primo istante, sin da qua...