Durante la settimana non successe nulla e fu la più tranquilla della mia vita. Passata con il mio ragazzo. Il mio piccolo. L'uomo che amavo.
Arrivò il 7 gennaio, dovevo tornare a casa. Panico.
Sentii la sveglia: 8:00 am, tra due ore dovevo essere sul treno.
Svegliai Jace.
"Jace." gli sussurrai all'orecchio. "Svegliati, amore."
Vedendo che non si svegliava cominciai a fargli il solletico. Jace si mosse, per poi ridere. "Alyssa! Dai!"
Smisi di solleticarlo. "Buongiorno, amore mio."
"Buongiorno, piccola." rispose lui con quel sorriso... maledetto.
"Ti potrei uccidere, sai?" lo guardai con aria stupida. M'incantava.
"Perché?" rise.
"Quel sorriso. Dio, mi mandi a puttane il cervello." lo baciai a stampo.
"Non dirlo a me." sorrise di nuovo. Merda. "Aspetta!" esclamò improvvisamente. "Che giorno è?"
"Il 7 gennaio..." distolsi lo sguardo da lui.
"No! Non può essere. Non puoi andare via. No, ti prego. Resta tutta la vita con me. Ferma il tempo. Oh, non voglio starti lontano!" si disperò.
Lo guardai a fondo. Osservai quegli occhi che brillavano, il suo naso puccioso, le sopracciglia bionde scuro, i suoi capelli disordinati, la sua bocca che vorrei costantemente sulla mia, il suo petto nudo, bianco e il resto del corpo sotto le coperte. No, non potevo abbandonare quello splendore. Avrei voluto stare con lui tutta una vita, poterlo vedere tutti i giorni, sentire le sue braccia intorno a me. Mi sentivo protetta nei suoi abbracci. Era il rifugio migliore.
"Mi manchi già adesso, Jace, figurati quando sarò a casa." gli dissi triste. Lui mi baciò e si sistemò sopra di me, continuando a baciarmi. Sentii lacrime rigargli le guance e mi staccai un attimo. "Jace, no." gliele asciugai con il pollice. "Non piangere."
Lui non rispose, cominciò invece a singhiozzare. Dio, non poteva piangere. Stavo per piangere anch'io. Sentii gli occhi e la gola bruciarmi. No, non potevo piangere. Trattenni le lacrime.
Jace si mise a sedere e feci lo stesso. Mi guardò con quegli occhi splendenti per le lacrime, pieni di dolore.
"Non riesco a vederti così, Jace, non ce la faccio." lo abbracciai con braccia e gambe.
"Io non ce la faccio a stare senza di te, pensa." rispose lui. Riuscii a sentire il sibilo nel suo respiro.
"Ci rivedremo." gli accarezzai la schiena. "Te lo prometto."
"Grazie, Aly." tirò su col naso. "Possiamo continuare quello che abbiamo iniziato pochi minuti fa?"
Guardai l'ora: 8:05 am. "Non lo so. Forse..." sorrisi e lo sentii ridere. Era bello sentire la sua risata anche in quel momento.
Appoggiai le labbra sulla sua spalla destra e... in quel momento entrò Kelly in camera mia.
"È ora di alzarsi! Fra meno di due ore devi prendere il treno." esclamò.
"Sì, ora mi alzo." risposi seccata.
Scesi in fretta e furia le scale per fare colazione, seguita da Jace che per tutto il tempo che restammo a tavola sembrava assente.
Dopo colazione andai a lavarmi i denti e tornai in stanza per vestirmi. Mentre mi spogliavo sentii la porta aprirsi, ma non ci feci caso. Pensavo di essermelo inventato. Invece ad un certo punto qualcuno mi prese per i fianchi, mi spostò i capelli dietro le orecchie e me ne accarezzò uno con il labbro inferiore.
"Sei stupenda, cucciola." disse la voce di Jace. Io rabbrividii e sorrisi. Lui cominciò a baciarmi il collo scendendo poi sulla spalla.
Mi staccai un attimo. "Scusa, Jace. Devo prepararmi. Io... scusa, è tardi. M-magari la prossima volta, mh?" mi vestii in fretta, non volevo che mi vedesse così, anche se era il mio ragazzo.
"Alyssa, ma perché?" fece qualche passo verso di me. "Non ci vedremo per un po'. Io... io volevo solo essere un po' romantico con te! E tu... mi hai respinto... Non volevo mica scopare, cazzo!"
"Ho detto che mi dispiace!" gli gridai addosso e lo spinsi indietro dal petto. "Scusa se non voglio perdere il treno!"
"Hai tutta sta fretta di andartene?" rispose calmo lui. "Se sì potevi anche non venire."
"La pensi così?" esclamai. "Dopo tutto ciò che abbiamo passato questi giorni? Dopo che ti ho dimostrato tutta la mia felicità di stare con te?" abbassai la voce, addolorata. "Mi credi così stronza e bugiarda, Jace?"
"No... no, certo che no, amore." cercò di abbracciarmi, avvicinandosi di più a me.
"Vaffanculo, Jace, vaffanculo! Sei permaloso come pochi!" mi misi le scarpe. "Vaffanculo!" uscii dalla mia stanza prendendo le valigie dal letto e lasciando Jace come un palo. Era paralizzato.
Scesi le scale accecata dalle lacrime. Me le asciugai per apparire tranquilla davanti ad Ella, Kelly e Jeffrey. Mi aveva ferita, e non poco. Mi faceva male litigare con lui. Se l'avevo respinto ci sarà stato un cazzo di motivo. E no, non volevo andare via da lì. Avrei voluto restare per chiarire le cose con Jace. Che stronzata che avevo fatto.
Sentii Jace scendere le scale, più rosso dei miei occhi. Non potevamo litigare adesso. Non ora di salutarci. Mi sono sentita così stupida. Avrei voluto corrergli incontro, abbracciarlo e dirgli che andava tutto bene. Avrei voluto spingerlo sul letto e "continuare quello che abbiamo iniziato."
"Aly, andiamo, ti accompagno solo io." disse Jace con voce tremante.
Salutai i genitori di lui ed Ella.
"Vieni a trovarci più spesso." disse sua madre.
"Molto volentieri. Grazie per la vostra ospitalità. Siete una famiglia fantastica e..." guardai Jace. "Io amo vostro figlio, lo amo più della mia stessa vita."
"Aww." Kelly mi abbracciò e, mentre si staccava, mi accarezzò una guancia. "Salutaci tua madre e buon rientro a scuola."
Solo in quell'abbraccio vidi Jace con gli occhi spenti, come se sentirsi dire che lo amavo l'avesse reso più triste.
Jeffrey mi accarezzò i capelli. "È stato in piacere, Alyssa." io risposi con uno dei miei migliori sorrisi.
Ella mi abbracciò. "Finalmente mio fratello ha una ragazza decente!" esclamò ridendo. Mi misi a ridere con lei. Sarà la mia futura cognata, me lo sento.
Presi le valigie ed andai verso l'uscita con Jace.
"Ciao, Alyssa. Torna presto!" mi gridarono dalla cucina.
Uscii da quella porta. Mi sarebbero mancati anche loro.
Appena fummo fuori Jace mi chiamò. "Aly."
Mi girai di scatto e lui mi baciò. "Scusami, piccola." disse tra le mie labbra.
Mi staccai un secondo. "Scusami tu. Ti amo, Jace."
Mi baciò di nuovo. "Anch'io ti amo." e continuò a baciarmi. Si staccò improvvisamente. "Rimarrei qui sempre, ma ora è meglio se andiamo."
Ci incamminammo verso la stazione, restando in silenzio. Quando arrivammo all'entrata dissi: "Beh, forse è arrivata l'ora di salutarci." lo abbracciai e lo strinsi più forte che potevo.
"Così mi soffochi!" esclamò ridendo. "Ti amo, Alyssa, e mi manchi già da morire."
"Mi manchi anche tu, amore. E ti amo davvero tanto." risposi e lo baciai a stampo. "Ti chiamo dopo."
Feci per entrare, ma lui mi prese un polso. "Ancora una cosa. Di' a tua madre che amo sua figlia, ti prego."
"Oh, Jace..." gli sorrisi per l'ultima volta e l'osservai a fondo, affinché io possa ricordarmi del suo volto sempre. Per portarmelo nel cuore e pensarci nei momenti più bui.
Entrai in stazione dopo aver registrato bene il viso di Jace nella mia mente e ci ripensai subito, sorridendo fra me e me.
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Maledetto Sorriso || Jace Norman // COMPLETA
RomansaAlyssa e Jace sono due ragazzi di un anno di differenza. Ne passeranno tante insieme: litigi, gelosie, tradimenti. Ma resteranno sempre uniti, perché si amano come nessuno ha mai amato nessuno. Il loro amore è forte sin dal primo istante, sin da qua...