"Aly, perché sei ancora qua?" chiese inginocchiandosi davanti a me. Io quasi non lo vidi. Fissavo il vuoto e mi sentivo vuota. Niente aveva senso.
"Alyssa?" mi prese le mani.
"Abbiamo litigato." risposi con voce rotta senza guardarlo in faccia.
"Con chi hai litigato?" domandò preoccupato. "Con Toby?" annuii. "Ah... io... okay... Suppongo che sia meglio che me ne vada dato che è colpa mia..." cercò di alzarsi, ma io gli bloccai un braccio.
"No, ti prego. Ho bisogno di qualcuno." replicai.
"Io... oh, va bene..." si alzò e mi tese una mano. Io l'afferrai e mi alzai a mia volta. Bill mi abbracciò ancora.
"Non preoccuparti, Alyssa." mi accarezzò i capelli. "Ci sono io qui con te. Su di me puoi e potrai contare. Ora però non piangere." mi strinse più forte.
"Perché no?" chiesi. Mi sentivo già la gola bruciare. Era andato tutto di male in peggio. Avevo bisogno di Jace. Decisi che quando sarei tornata a casa l'avrei chiamato: dovevo sentire la sua voce, le sue rassicurazioni, sentire che mi sussurrava "ti amo", avevo bisogno di sentirlo accanto a me.
"Non sforzarti. Sai..." disse tristemente. "Il tuo... tumore..."
"Oh, Bill... Non preoccuparti..." il suo cuore batteva all'impazzata. "Quello è il male minore. Spesso non mi ricordo neanche di avercelo. Sei tu che non dovresti sforzarti."
"Cosa?" sciolse l'abbraccio e inarcò un sopracciglio.
"Te lo senti, il cuore?" domandai ridacchiando.
"Oh, oh mio dio." rise. "È grazie a te se continua a battere."
"Non puoi dirmi queste cose..." sussurrai arrossendo.
"È la verità..." mi sorrise. "Vuoi cenare da me? Vieni a casa mia e facciamo i compiti insieme?"
"I-io... va bene, non penso mi faccia male passare del tempo con te." dissi sorridendogli di rimando.
"Dovrebbe?"
"Direi proprio di no."
Ci incamminammo verso casa sua come ai bei vecchi tempi. Mi avvicinai a lui, mettendogli un braccio intorno alla vita. Lui rabbrividì e mi mise un braccio intorno alla spalla.
"Ne avevo bisogno." disse Billy stringendomi a sè.
"Non ci crederai, ma ne avevo bisogno anch'io..." risposi. "Che cosa vi siete detti tu e il professor Jackson?"
"Io non dovrei dirtelo, ma farò un'eccezione per te." sottolineò bene queste ultime due parole con il tono della voce. "Ha detto che ha sentito la nostra conversazione fuori dalla porta e dice che sono migliorato molto. Fino a qualche mese fa digitavo tutte le mie scuse nella testa, ma quando ti trovavi di fronte a me mi chiudevo a riccio. Avrei dovuto fare molto prima questo passo. È importante come passo. Il consulente è fiero di me ed io sono fiero di me stesso. Che ne pensi?"
"Penso che sei meraviglioso, Bill. Sei sempre fantastico come pensavo." dissi e lui mi strinse di più.
"Sei sempre la mia Aly, anche da amici?" domandò.
"Mmh..." riflettei. "Penso di sì."
Eravamo arrivati. Alleluja. Entrammo in casa. I suoi genitori c'erano già.
"Ciao mamma, ciao papà!" li salutò William.
"Ciao, Billy! Chi hai lì con te?" rispose sua madre.
"Salve, signori Hunter." risposi comparendo accanto a Bill.
"Oh, ciao Alyssa! Come stai? È tanto che non vieni qua!" esclamò la signora Hunter.
"Già... Sto bene, comunque, e lei?" dissi cordialmente.
"Chiamami Emma, tesoro. Ormai ci conosciamo da così tanto tempo..." disse con il sorriso che aveva ereditato Bill. "Sto bene anch'io, grazie cara."
"Bill ci parla ancora spesso di te..." intervenne suo padre. "Dice che diventi ogni giorno più bella e devo dire che non ha tutti i torti."
"Grazie, signor Hunter." risposi arrossendo. Bill si guardava attorno molto imbarazzato per le parole di suo padre.
"Chiamami per nome, non sono diverso da mia moglie." disse ridendo.
"Mamma, papà, andiamo a fare i compiti. Vi chiamiamo se abbiamo bisogno. Credo che lei si fermi a cena se a voi sta bene." disse Bill tutto d'un fiato.
"A noi sta benissimo, Alyssa non ci disturberebbe mai." disse Emma tornando a leggere il suo libro in cucina.
Andammo in camera sua e chiuse la porta a chiave. Déjà-vu...
"Devi scusare i miei genitori, spesso sono un po'..." cominciò a dire.
"Davvero parli ancora di me ai tuoi genitori? E dici loro che divento ogni giorno più bella?" mi si illuminarono gli occhi.
"Io... ooh, sì..." disse alzando gli occhi al cielo. "È la verità. Sei più bella ogni giorno che passa. Alyssa..."
"Posso fare una telefonata e poi continuiamo il nostro discorso e magari facciamo i compiti?" chiesi.
"Certo, fai pure." si buttò sul letto, si sedette ed incrociò le gambe.
Io chiamai mia madre.
"Ciao, tesoro." rispose lei. "Tutto okay? Sei a casa?"
"Credo di stare bene... Non sono a casa, comunque, sono da Bill a fare i compiti..." dissi.
"Oh..." borbottò. "Fate i compiti?"
"Sì, mamma." mi battei una mano sulla fronte. "Emma mi ha chiesto se posso fermarmi a cena da loro." bugia. Meglio se non destavo sospetti. Bill mi guardò con aria interrogativa e gli mimai con le labbra un "meglio così."
"Certo che puoi stare a cenare da loro, salutameli tanto!" esclamò mia madre. "Non fare tardi. Ci vediamo stasera. Ciao, piccola."
"Ciao, mamma." riagganciai e guardai Bill. "Ha detto che posso, Bill."
"Bene, ne sono felice." sorrise. "Possiamo parlare senza essere interrotti e dopo compiti?"
"Non so di che cosa dovremmo parlare, però va bene. Tanto non ho molti compiti e se tu ne hai tanti problemi tuoi." risi. "Dimmi, William." andai a sedermi sulla sedia davanti la scrivania appoggiata al muro.
"Non so da dove cominciare, Aly. Solo..." si bloccò. "Solo mi manchi tanto. Vorrei averti di nuovo come prima. Vorrei che le nostre labbra si toccassero ancora, vorrei poterti sentire di nuovo mia, vorrei... vorrei averti qua davvero, non lontana un miglio da me."
"Bill..." mi alzai dalla sedia ed andai verso di lui. Gli presi le mani e lui si mise in piedi. Lo guardai dal basso verso l'alto. "Bill, anche tu mi manchi, ma dammi il tempo... Ho bisogno di dimenticare ciò che è successo e rivalutare il tutto. Sei un ragazzo d'oro, però le mie ferite si devono rimarginare. Okay?"
"Aly, ho voglia di baciarti. Sempre di più." mi prese per i fianchi e cercò di baciarmi. Io indietreggiai e misi le mani avanti. "Aly, ti prego..." mi guardò con aria supplichevole.
"Non posso tradire il mio ragazzo, mi sento già abbastanza uno schifo così." dissi. "Possiamo fare i compiti, per favore?"
"S-sì." si risedette sul letto e prese i libri dallo zaino, che aveva lanciato stancamente davanti al comodino quando eravamo entrati. Io presi i libri di inglese e geometria e svolsi i compiti assegnati da quelle due racchie. Non le sopportavo.
"Hai finito?" chiese Billy dopo un'oretta.
"Sì, che ore sono?"
"Le 5:10 pm."
"Che cosa facciamo?" domandai girandomi finalmente a guardarlo.
"Io ora vado in bagno. Ne necessito." si alzò ed uscì dalla stanza chiudendo la porta.
Io presi il telefono e mandai un messaggio.A : Jace❤
A che ora posso chiamarti, amore?Il mio telefono vibrò subito ed aprii il suo messaggio.
Da : Jace❤
Non chiamare, non oggi.A : Jace❤
Ti prego, Jace, ho voglia di sentire la tua voce.Da : Jace❤
Non oggi, Aly.A : Jace❤
Io ti chiamo lo stesso quando sono a casa. Non mi interessa.Jace non rispose più e Bill entrò in camera mentre rimettevo il telefono nello zaino.
"Tutto okay, Aly?" chiese strofindandosi gli occhi.
"Sì, tu piuttosto?" si era lavato la faccia per qualche motivo, aveva ancora dell'acqua sulla fronte.
"Io? Oh sì, tutto a posto. Mai stato meglio." rispose sforzando un sorriso.
"So che non stai bene, Billy." sbottai.
"Lo so, cerco di apparire tranquillo. Non preoccuparti." disse. "Ora vado ad aiutare mia madre a cucinare, non voglio combinare altre cazzate. Tu fai ciò che vuoi."
"Ma..." cominciai, ma lui uscì dalla stanza senza darmi il tempo di ribattere.
Passai le restanti due ore a riflettere su ciò che era successo. Mille domande mi frullavano nella testa. Perché doveva tornare proprio in quel momento? Perché non mi aveva detto tutto quando ci eravamo lasciati? Non me la sarei presa! Forse sapendo che sarebbe tornato non mi sarei messa con Jace. O forse era meglio così? Forse era meglio. O forse no.
Bill mi piaceva come amico, ne avevamo passate tante insieme. Forse era meglio quando lo amavo in silenzio, forse la mia vita sarebbe stata migliore. Forse, e dico forse, a tenere quel legame di fratellanza sarebbe stato meglio per tutt'e due. Forse ci saremmo innamorati lo stesso, ma restare amici sarebbe stata la cosa più giusta. Avevamo un rapporto che tutti invidiavano. Era bellissimo così ed avrei preferito lasciare il tutto com'era.
Guardai l'ora dopo aver immaginato tutta una vita senza essermi mai innamorata di William e senza essermi insieme a lui (cosa praticamente impossibile): 7:15 pm. Era passato così tanto tempo? Ma come?
In quel momento entrò Billy in camera e mi chiamò per fare cena. Io mi alzai fiaccamente da quella sedia ed andai in cucina.
La cena era squisita, Emma non aveva cambiato il suo modo di cucinare. Era sempre stata molto brava. Bill non mangiò niente, nonostante sua madre continuava a ripetergli che qualcosa doveva pur mettere nello stomaco.
Finita la cena ringraziai la madre di lui. "Grazie, è sempre tutto molto buono. Ti ringrazio molto."
"Quando vuoi... Noi siamo disponibili, hai reso felice Bill..." feci una smorfia. "...e farti una buona cenetta è il minimo che possa fare."
Infine salutai Emma e Rudi e abbracciai Bill.
"Ti voglio bene, William." gli dissi sottovoce.
"Anch'io, Aly." rispose tristemente. Io uscii dalla loro casa con un ultimo cenno di saluto a tutti e tre.
Tornai a casa, immersa nei miei pensieri. Non potevo averlo reso triste ancora. Vabbé, non potevo mica lasciare che mi baciasse. Arrivai a casa.Ed ecco il nuovo capitolo. Scusate se ieri non ho postato, ma mi sta venendo il blocco dello scrittore e sto letteralmente impazzendo. Baci a tuttee.😘
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Maledetto Sorriso || Jace Norman // COMPLETA
RomanceAlyssa e Jace sono due ragazzi di un anno di differenza. Ne passeranno tante insieme: litigi, gelosie, tradimenti. Ma resteranno sempre uniti, perché si amano come nessuno ha mai amato nessuno. Il loro amore è forte sin dal primo istante, sin da qua...