Incubi

321 11 12
                                    

Guardai male le mani unite di Beverly e Bill, intrecciate come se fossero fidanzati. Cominciai a sentire una fitta allo stomaco. Perché tutta questa gelosia per il tuo ex ragazzo, Alyssa? Non dovrebbe importarti. Cazzo, è come se fosse il mio migliore amico. Certo che sono gelosa. Fottuta coscienza, non ti ha interpellato nessuno.
Toby, vedendo il mio sguardo triste, prese la mia mano intrecciando le dita. Non capisco come faceva a capirmi così al volo. Era come se fossimo telepatici. Non era così tra migliori amici? Non ci si capiva al volo? Eravamo una cosa sola, una mente sola. Anche nello studiare eravamo una cosa sola. Durante le verifiche io suggerivo a lui e lui suggeriva a me, per questo prendevamo buoni voti. Bisogna anche dire che ci accontentavamo di poco.
Lui capiva sempre quando c'era qualcosa che non andava, anche solo guardandomi negli occhi. Li vedeva scurirsi da quel verde acceso che avevano. Anch'io notavo quando in lui c'era qualcosa che non andava. Eravamo sempre presenti l'uno per l'altra, è sempre funzionato così tra me e lui.
Era come dicevano Rose e Jack in "Titanic": "Salto io, salti tu, giusto?" "Giusto." Quando affondavo lui era l'ancora che mi riportava su ed io lo stesso per lui. Riuscivamo sempre a salvarci dal nostro lago di tristezza.
Le nostre cazzate erano le migliori, con lui ne avevo fatte talmente tante che ne avevo perso il conto. Era bellissimo averlo a fianco, mi chiedevo cosa avevo fatto per meritarmi una persona come lui accanto. Ma in fondo se ci siamo trovati c'è un motivo.
Toby si avvicinò al mio orecchio con il lato della mano appoggiato alla mia guancia."Tranquilla, piccola. Non essere gelosa, avrai sempre me." disse nel mio orecchio con un risolino.
"Grazie, Toby." gli baciai la punta del naso e gli strinsi la mano. Lui arrosì lievemente e tornò a guardare davanti a .
Quando guardai Bill mi accorsi che ci stava fissando. "Io sapevo che Toby fosse omosessuale."
"Io sapevo che tu sapessi stare zitto." risposi seccamente."Posso baciare il mio migliore amico dove cazzo voglio o devi per forza essere geloso, William?"
"Oh, non sono assolutamente geloso!" esclamò lasciando la mano di Beverly e alzando le braccia tipo 'sono innocente'. "Stavo solamente facendo un'osservazione stupida."
"Bene, la prossima volta risparmiati questa osservazione." replicai duramente.
"Okay..." sibilò tra i denti.
"Hey, ragazzi!" irruppe Beverly. "Che ne dite di andare in quel negozio laggiù?" indicò con l'indice sinistro un negozio di scarpe dall'altro lato della strada.
", perché no?" esortai gli altri.
Bill e Beverly cominciarono ad attraversare la strada, ma io mi fermai un attimo per parlare con il mio migliore amico.
"Stai bene, T?" gli domandai guardandolo.
Lui si grattò la nuca. "Eh... gli spaccherei la faccia, sono io il tuo migliore amico. Bill si deve levare dal cazzo."
Lo abbracciai. "Staremo sempre insieme, Toby, nel Bene e nel Male. Ti voglio tanto bene e non permetterò che Bill mi porti via da te. Hai capito? Non preoccuparti."
T mi accarezzò i capelli. "Grazie, piccola, anch'io ti voglio bene. Da sempre..."
"... e per sempre" conclusi io per lui. Era il nostro motto come per dire che saremo sempre stati uniti come lo eravamo allora. Lui era il mio angelo custode e lo sarà per sempre, nel Bene e nel Male, nella vita e nella morte, nella luce e nel buio, nel giorno e nella notte.
Dopodiché lo ripresi per mano facendo intrecciare le dita ed attraversammo la strada anche noi. A quel punto un autobus sbucò dalla curva all'inizio della via, molto vicino a noi.
"Alyssa, attenta!" gridò Toby e mi spinse in avanti, lasciando che l'autobus prendesse sotto lui invece che me, senza che l'autista se ne accorgesse.
Corsi verso Billy e Beverly.
"No!" esclamai. Non era possibile, lui era ancora vivo. Doveva esserlo. Noi... noi avevamo fatto una promessa. Lui doveva restare. Cazzo, stavo impazzendo. "No!" dissi un'altra volta scoppiando in un pianto isterico. Cercai di buttarmi sul corpo di Toby in mezzo alla strada, ma delle grandi braccia mi circondarono la vita tendendomi ferma dov'ero.
"Alyssa, stai qua." mi ordinò William.
"Bill, e se è morto?" strillai tra i singhiozzi.
I suoi occhi si sbarrarono e si spensero un secondo dopo. "No, sarà ancora tra noi. Vedrai che andrà tutto bene." cercò di rassicurarmi.
"No che non va tutto bene!" urlai sopra tutto quello strombazzamento di clacson di auto.
"Che sta succedendo qui?" chiese la voce grossa di un signore. "Oh, cavolo. Ragazzi..." si rivolse a me, Bill e Beverly. "Sapete che cosa è successo qui?"
"È stato investito da un autobus, ma l'autista non ha notato nulla." rispose Beverly. Dopo quelle parole il signore chiamò un'ambulanza.
Bill mi abbracciò e Beverly si avvicinò a noi per fare un abbraccio di gruppo. In mezzo a quella strada, ormai, si sentivano solo i vari clacson delle auto, i miei singhiozzi e le sirene dell'ambulanza che sarebbe arrivata da un momento all'altro.

*2 ore dopo*

"Ci dispiace, signora, suo figlio non ce l'ha fatta. Non siamo riusciti a rianimarlo..." disse il dottore alla madre di Toby.
Il mio cuore perse qualche battito. Toby morto? Ma che senso ha la vita adesso? Che vita sarà senza di lui? E adesso cosa faccio senza la mia ancora? Cosa faccio senza la persona che ha riacceso la mia luce e mi ha insegnato a brillare? Cosa faccio?
La mia vista si offuscò e cominciai a piangere. Caddi in ginocchio. "No..." sussurrai. "Non può essere..."
In quel momento svenni sul pavimento freddo dell'ospedale in cui Toby era morto.

Mi risveglio nel mio letto in un bagno di sudore. Ho rivissuto la morte di Toby in un fottuto sogno. Vaffanculo, incubi del cazzo. Avrei dovuto salvarlo quel giorno. Dovevo lasciare che la morte mi accogliesse tra le sue braccia, Toby doveva stare ancora in vita e godersela felicemente. Avrei dovuto morire io, non lui. La sua morte ha portato via con sè una parte della mia anima. Sono persa senza di lui.
Mi alzo dal letto e vado in bagno. Prendo la lametta del temperino che avevo smontato a scuola e inizio a fare tagli orizzontali sui miei polsi. Quindici tagli. Uno per ogni giorno in cui Toby non c'è stato.
Non è colpa sua, assolutamente. È colpa mia e del fatto che mi sono affezionata troppo a lui.
Quel sogno mi ha fatto capire quanto ho veramente bisogno di lui e di quanto mi manca. Mi manca come l'ossigeno. Mi manca l'aria senza di lui. Vorrei tanto averlo al mio fianco e poterlo stringere un'ultima volta, come il quattordici gennaio. Quindici giorni prima.

Ciao, ragazze. Oggi posto due volte per la mia assenza, voglio farmi perdonare. Chi ama Toby? Iooooo.
Vi ano. Bacii.😘

Maledetto Sorriso || Jace Norman // COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora