Noi

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Jace's pov

Oggi è il 21 marzo, il mio compleanno. Compio 18 anni e finalmente ho scoperto cos'è l'amore. Come sempre le cose più belle finiscono, come la relazione tra me e Alyssa. Tuttavia oggi mio padre ha deciso di portarmi da lei, come se credesse che le cose tra me e lei potrebbero migliorare solo vedendoci.
Mi manca, mi manca da morire. Mi manca come mi amava come nessuno sapeva fare. Mi manca volerla come non ho mai voluto nessuno. Nonché io non la voglia ancora, ma sembrava già dal primo giorno che le cose non sarebbero mai funzionate. È solo che ho bisogno di lei come non ho mai avuto bisogno di nessuno.
Ricordo ancora quando mi ha lasciato per Bill, invece io che speravo mi dicesse che era tutto a posto e che potevamo tornare come prima.

*FLASHBACK*

Ero sdraiato sul letto, aspettando, come tutti i giorni ormai, una sua telefonata. Mi mancava così tanto sentire la sua voce al telefono. Mi mancava così tanto sentirla accanto a me nonostante sia a otto ore di macchina da qui. Mi mancava lei e basta, non ce la facevo più.
Ad un certo punto il mio telefono s'illuminò e vibrò, segno che mi stavano chiamando. Guardai lo schermo e mi accorsi che era lei. Sbarrai gli occhi e le risposi.
"Alyssa?" chiesi cercando di trattenere un singhiozzo.
"Ciao, Jace..." dall'altra parte la sentii sospirare. "Hai da fare? Possiamo parlare?"
"Oh, . Per te ho sempre tempo." esclamai entusiasto.
"Ecco... io..." riuscii a percepire il nervosismo nella sua voce. "Io volevo dirti... dirti che purtroppo devo spezzarti il cuore, Jace. C'è spazio per un'altra persona nel mio cuore e... e non sei tu. Mi dispiace così tanto..."
Mi stava lasciando davvero? E ora che senso avrà la mia esistenza?
"Spero tu stia scherzando..." sussurrai in preda al panico.
"No, non è uno scherzo." confermò Alyssa. "Dai, Jace, ciao..." riattaccò, lasciandomi spiazzato.
Spensi il telefono e lasciai un urlo, facendo accorrere mia madre.
"Jace? Che succede?" si sedette di fianco a me e mi mise una mano sulla spalla.
"Mi ha lasciato, mamma." dissi con voce ferma, spenta.
"Non è possibile. Dai, vedrai che si sistemerà tutto." cercò di rassicurarmi lei.
"No, è andata ormai." cominciai a torturarmi una pellicina sul pollice.
"Oh, tesoro..." mi prese tra le braccia e io piansi tutte le lacrime che non sfogavo da giorni.

*FINE FLASHBACK*

Ormai siamo arrivati nella sua città, manca solo ritrovare il suo indirizzo. Sento già l'ansia fremermi nelle vene. Ho aspettato tanto questo momento e non so proprio cosa dirgli. Ho paura di non riuscire a parlare quando la vedrò. Ho paura di chiudermi a riccio e non riuscire a proferire parola.
"Eccoci qua." la voce di mio padre mi risveglia dal mio stato di trance e io scendo dall'auto.
Mi passo una mano tra i capelli, nervoso, e suono il campanello aspettando una risposta che dopo poco arriva.
"Chi è?" chiede la voce assonnata della bionda.
"Sono Jace, possiamo parlare?" rispondo cercando di mantenere un tono calmo.
"Io... va bene." mi apre il portoncino ed entro nel condominio, cominciando a salire le scale di corsa. La sento aprire la porta e affretto il passo, ritrovandomela davanti. "Entra." mi incita vedendomi paralizzato. Ha indosso una tuta da casa, con una felpa grigia gigante. Magari è del suo ragazzo. Scaccio quel pensiero ed entro in casa. Lei chiude la porta. "Senti..." comincia Alyssa.
"No, fammi parlare." la fermo prima che possa insultarmi in tutte le lingue. "Voglio mettere a posto le cose, non riesco a stare senza di te. Poi se non cambierai idea me ne vado per sempre, ma prima fammi parlare." lei sbuffa e io alzo gli occhi al cielo. Quanto è fottutamente testarda, che cazzo. "Mi ha chiamato il tuo ragazzo."
A quel punto lei sbarra gli occhi e si avventa su di me. "Che cosa ti ha detto?" esclama guardandomi con aria dura.
"Solo che ti vedeva infelice. Ha detto che quando parlavi di me ti brillavano gli occhi, ma adesso che stai con Bill non sembri contenta come con me." apre bocca per ribattere, ma la liquido con un gesto della mano. "Fammi finire, ti prego. Ho fatto uno sbaglio, lo so, ma voglio a ricominciare perché per me sei davvero importante. Mi piaceva come la notte ti addormentavi subito tra le mie braccia, come se ti sentissi al sicuro. Mi piaceva come mi sussurravi che mi ami nel sonno quando passavo notti insonni a coccolarti. Non te ne sei mai accorta? Mi piace tutto di te, ma tu non mi piaci semplicemente. Io ti amo, Alyssa. Ti amo con tutto me stesso e ti ho donato il cuore, lasciando che tu me lo sbriciolassi in mille pezzi quando ne hai avuta l'occasione. E sono qua per rimettere a posto quei pezzi, perché solo tu sei capace di aggiustarmi il cuore come nessuno fa. Solo tu. E anch'io mi sento al sicuro con te, davvero. Mi piaceva sentirti mia, mi piaceva prenderti tra le braccia. E poi l'ultima volta che ci siamo visti è stata la cosa più bella che abbia mai fatto. Non è stato uno sbaglio stare con te solo perché mi hai fatto soffrire, sarebbe stato lo sbaglio più grosso della mia vita non averti. Ora se vuoi puoi mandarmi a fanculo, prendermi a calci. Fai tutto ciò che ti pare, a me non importa. Tu sappi che sto dicendo tutto questo col cuore in mano, e tu lo sai perché vedi quando sono sincero e quando sto mentendo."
Mi guarda di sottecchi, quasi studiando il mio volto come se fossi una cartina. Dopodiché fa una cosa che non mi aspettavo: si alza sulle punte, prendendomi il viso tra le mani, e mi bacia con più passione della prima volta, assaporando ogni centimetro delle mie labbra. Le metto le mani sui fianchi, facendo scontrare i nostri bacini. Mi spinge sul divano, sdraiandosi su di me e continuando a baciarmi.
Dopo un po' si stacca dalle mie labbra, appoggiando l'orecchio sul mio petto. "Anch'io penso tutte queste cose di te, Jace, e ti amo anch'io. Bill ha ragione, tu sei sempre stato la mia unica e sola felicità."
"Speravo reagissi così, piccola. Di nuovo come prima?" le domando accarezzandole i capelli biondi.
"Sicuro." conferma ed emette un risolino. "Ma quindi con Holland?" dice tornando ad un tono serio.
"Ha abortito una settimana fa." la rassicuro baciandola tra i capelli. "Sai che giorno è oggi?"
"Oh, cazzo!" esclama ricomponendosi. "Buon compleanno... amore mio."
Mi metto a sedere, tenendo Alyssa a cavalcioni su di me. "E tu sei il più bel regalo che potessero mai farmi." sorrido e lei mi dà un bacio casto sulle labbra, approfondendolo come sempre. "Grazie, davvero."
"Sono io che dovrei ringraziare te, ora che mi stai facendo riassaporare la felicità." mi sorride e non posso fare a meno che ricambiare. "Ti amo."
"Anch'io ti amo." sussurro accogliendola tra le mie braccia e stringendola a me, come se avessi paura che scappasse di nuovo via da me.
La amo. La amo troppo per lasciarla andare e questa volta prometto che non me la lascerò scivolare via dalle dita. Lo prometto a me stesso e lo prometto a lei.

Ehi, ragazzuolee. I'm back, bitches.
Siete contente, ora? Io più che mai, non vedevo l'ora di farli tornare insieme. Scusate per il ritardo ma sono piena di impegni e spesso mi lascio trasportare da altre cose.
Ditemi cosa ne pensate. Vi ano. Bacii.😘

Maledetto Sorriso || Jace Norman // COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora