Horan

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*Fine Flash Back*

"Niall sapeva essere poetico quando voleva" la voce di Joy mi risveglia da quella specie di sonno in cui cado ogni vokta che inizio a parlare, o meglio, a ricordare.

"Si, molto" rispondo con un sorriso. Un sorriso ricco di malinconia.

Sono arrivata a raccontare da quando iniziai a capire qualcosa, da quando inizió il casino.

"E poi?" chiedi Joy, sempre appuntando tutto su quel suo quaderno in pelle.

Cosa scrive lì sopra? appunti o semplici scarabocchi?

"Due settimane.

14 giorni.

Centinaia di ore e migliaia di pensieri da quando vidi  Niall per quella che pensai fu l'ultima volta.

Erano passati 14 giorni da quando quelle parole continuavano a risuonarmi in testa, come fossero una delle più belle canzoni di cui non puoi liberarti.

Devo iniziare a raccontare da quando i suoi occhi incontrarono miei in quella giornata di pioggia, per raccontarti quella melodia che mi suonava in testa, a cui tutt'ora sono innamorata." inizio di nuovo a raccontargli.

*Flash Back*

"Non lasciarmi" quelle parole risuonarono nella mia testa per moltissimo tempo.

Non riuscivo a pensare con lucidità, non riuscivo a emettere nessun suono con la bocca, tutte le parole, tutte le offese che avrei voluto dirgli mi si bloccarono in gola, lasciandomi lì senza parole.

Lo conoscevo da poco più di una decina di giorni, e conoscere é un eufemismo,dato che, di lui non sapevo praticamente  niente. In quei dieci giorni peró mi ero completamente e inconsciamemte incantata di lui. Notavo la sua presenza,anche se era lontano da me, ma cosa più strana, notavo la sua assenza.

Mi mancava, ma se lo vedevo lo odiavo. stavo diventando esattamente  come lui:lunatica.

La mia mente aveva rispreso ad elaborare.

Pensieri strani, contorti, ma almeno funzionava.

Non lo avrei lasciato, non perché una piccola parte di me stava iniziando ad apprezzare Horan, ma perché avrei potuto scoprire di più su di lui, risolvere alcuni dei misteri che lo circondavano, e magari avrei potuto salvare lui, come avrei aver voluto fare con mio fratello.

“Io non sono brava ad andarmene

dalle persone, nemmeno quando mi fanno male.”risposi tutto d'un fiato citando uno dei miei poeti preferiti.

Lui sorrise, come se conoscesse quella frase, ma non si sarebbe mai aspettato di sentirla da me.

Fu strano come, la mia mente, elaborò proprio quella risposta, come si ricordó di quella frase letta mesi fa, ma che era perfettamente indovinata in quella situazione

Era vero, di solito erano le persone a lasciare me. Anche il mio ex ragazzo dopo un po', era diventata una persona non ranto amabile, ma non sono riuscita a

lasciarlo andare.

Era più forte di me.

"Bene"sorrise "ma non posso prometterti di non farti del male" continuò serio.

Lo sapevo, dal primo giorno che l'ho visto, sapevo che sarebbe stato una rovina, ma in quel momento non mi importava.

Ero talmemte assortita nei miei pensieri, nella nostra conversazione, nei suoi occhi che non feci nemmeno caso che le sue braccia erano ancora strette sui miei fianchi, e che la distanza tra noi era minima.

My Best NightmareWhere stories live. Discover now