.I remember

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"fine flash back"

Dopo circa mezz'ora mi ritrovo ancora qui, in questo studio un po' monotono, colorato con i toni del rosso scuro, ma molto accogliente. É qui che sono finita dopo la mia avventura liceale, questa "cura" è l'unica che non ho provato.

Sono stesa su un divanetto, proprio come nei film, e di fronte a me c'è un signore, sulla trentina,capelli scuri e occhi verdi, seduto su una comoda poltrona in pelle con un quaderno in mano su cui appunta tutto ciò che esce a raffica dalla mia bocca, tutti i miei ricordi, le mie tristezze, le mia paura, tutta la mia vita.

Conosco Joy da ormai un anno, ma è la prima volta che gli parlo in veste di paziente e non di amica. Ho provato diverse cure, diversi tranquillizzanti, ma non funzionavano, le allucinazioni e gli incubi persistono.

Quelle pillole dovevano calmarmi, alche l'alcool mi calmava, ma dopo un po' l'effetto svanisce e si inizia a ricordare. Ho deciso di venire da un psicologo perché è la mia ultima strada, forse con degli aiuti i sensi di colpa svaniscono, ma come si fanno a cancellare i sensi di colpa? Come posso non pensare che è mia la colpa di tutto? Se non gli avessi conosciuti, se mi fossi fatta i fatti miei... ora io non sarei qui.  I ricordi mi stanno divorando lentamente..

Joy ha pensato che raccontando la mia vita magari qualcosa possa cambiare, ma io non penso.

In questo momento penso solo a quando ero ingenua la prima volta che gli ho conosciuti. Ero così piccola, una ragazza tutta scuola e famiglia, come mi manco.

Sdraiata sul lettino con lo sguardo sul soffitto bianco mi sento come se stessi ad un cinema, come se le immagini che mi riempiono la testa uscissero e si posassero sul muro bianco, permettendomi di rivivere davvero gli ultimi anni.

Voglio ritornare ad essere quella ragazza buona, tranquilla, con un libro in mano e in disparte...

"So che deve essere difficile, ma continua Hope" mi dice, con quel suo modo dolce e calmo, Joy

"Certo".

"Flash Back"

Ovviamente nessuno dei due mi rispose, ma se ne uscirono con le solite frasi "È complicato" "È una storia lunga" e bla bla bla.

Sti cazzi, avrei scoperto cosa nascondevano.

Decisi però di andare in bagno a sciacquarmi il viso, non volevo essere vista con gli occhi arrossati e le guance bagnate dalle lacrime, per quanto lo ero, non volevo passare per una ragazza fragile che si spezza al primo colpo.

Arrivata in bagno mi guardai di fronte allo specchio e non riuscii a capire perché di quello sfogo, Niall era stato stronzo, OK, ma non avevo motivo di piangere. era questo che intendevo, ero una ragazza che si rompeva e crollava subito, ma faceva di tutto per apparire forte, come quei vasi di ceramica, stupendi all'esterno ma se li tocchi troppo, possono rompersi in mille pezzi.

Dopo essermi asciugata il viso, rifatto la coda uscii dal bagno e mi ritrovai in un corridoio deserto, eccetto per quei due, che da lontano mi guardavano con uno sguardo di, preoccupazione e compassione.. come se avessero capito che avrei trovato il loro punto debole ma che allo stesso tempo avrei dovuto abbattere il labirinto che si erano costruiti.

"Hope" una voce in lontananza mi chiamò, mi girai e notai i numerosi ragazzi che uscivano dalle aule per dirigersi in mensa.

"Fliss!" la salutai allegramente mentre ci diregevamo, seguendo la massa, a mangiare dove finivamo sempre per sfogarci delle ore passate in sule diverse.

Quel giorno il nostro pranzo non cambiò e Fliss mi raccontò dell'interminabile ora di Chimica e io della mia di Filosofia.

Decisi di omettere la storia " della litigata" con Niall. si sarebbe preoccupata e non ne valeva la pena.

My Best NightmareWhere stories live. Discover now