Di quel giovedì ricordo tutto.
Ogni singolo passo, parola e gesto.
Ogni singolo secondo, minuto e ora.
Ricordo tutto come se avessi vissuto quella giornata migliaia di volte, come se me la fossi tatuata addosso.
Non riesco a dimenticare niente, eppure vorrei cancellare tutto, e magari riscriverlo come vorrei, ma non si puó.
É questa la fregatura della vita, hai solo una possibilità, o ti va bene, o ti va male, non puoi tornare indietro.
E a me é andata decidamente male.
Mi svegliai intorno alle tre di mattina a causa dell'ennesimo incubo. Ormai ci avevo fatto l'abitudine, l'incubo era sempre lo stesso, comunque si fosse svolto finiva con la mia morte, forse non mi sarei dovuta intromettere, almeno in quel modo io avrei avuto notti tranquille, ma come potevo lasciare i miei amici nei guai...
L'incubo riguardava anche loro, erano sempre presenti, loro e Louis, con quella sua cazzo di pistola che usava come se non causasse problemi, come se quella pallottola fosse fatta di gelatina e non ferisse nessuso, la usava così, per gioco, e la cosa mi spaventava.
Lo faceva anche nella realtà, aveva ucciso qualcuno non solo nei miei sogni, e non capivo come riuscisse a vivere con quel peso dentro. Doveva pur provare qualcosa, dolore, tristezza, pentimento, speravo che del buono in lui era rimasto, che quel ragazzo di cui ero innamorata non era solo una maschera, speravo non provasse gioia a veder le persone soffrire, ma se così fosse stato, non ci troveremo in questa situazione.
Non riuscivo a riprendere sonno, così andai in cucina, cercando di non svegliare i miei, e mi feci una camomilla. Non mi era mai piaciuta la camomilla, preferivo di gran lunga il tea, ma volevo, o meglio, avevo bisogno di dormire e rilassarmi un po', e la camomilla era adatta.
Fortunatamente funzionó, perché ricordo solo di essermi svegliata con il suono della suoneria del mio cellullare, quel giorno non avevo lezione, al contrario di Fliss, così pensai mi avesse chiamato perché si era dimenticata, ma quando trovai le forze di prendere il cellulare e lessi il nome, mi svegliai completamente.
"Niall?" chiesi.
"Hope, che fai?" chiese senza darmi il tempo di dire niente.
"Stavo, ehm... dormendo, cosa c'é?" non riuscivo a collegare niente, ero ancora esausta.
"Ti devo parlare, ti va se ci vediamo al parco tra un'ora?"
"Si, si certo"
"ok, a dopo"
Non riuscì a dire 'ciao' che attaccó, sembrava andasse di fretta, troppo, non ne avevo idea di cosa volesse dire, ma doveva essere importante, così mi alzai, e mi infilai subito sotto la doccia.
Uscii di casa dopo circa una mezz'ora, non mi ero nemmeno applicata a sembrare carina, vestendomi o truccandomi meglio, ero scesa spinta dalla curiosità che avevo di sapere cosa voleva dirmi.
Dal giorno in cui mi aveva baciato non riuscivo a pensare ad altro, forse anche lui, ma io sono una ragazza, e un'inguaribile romantica, lui invece... era l'opposto di me in tutto.
Arrivai al parco, la neve si era sciolta dapertutto, erano ritornati gli alberi spogli, e l'erba ricoperta da foglie secche, ma era bello uguale. Aveva sempre quell'aura di mistero, che tanto mi piaceva. Niall era seduto su una delle tante panchine che circondava il sentiero, pensai che era così bello anche da lontano, com gli occhiali scuri, un maglione e un semplice jeans, era lui ad essere così bello, appariva quasi superiore agli altri, era sempre a suoi agio, o così voleva far credere.
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My Best Nightmare
RomanceHope Weasly è una ragazza semplice ma che si ritrova avvolta in un mistero che coinvolge la storia di due ragazzi. Non si era mai interessata alla vita degli altri ma qualcosa quell'anno la cambiò. Voleva conoscere meglio i segreti di quei ragazzi...