Nightmare

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Mi svegliai da quel sonno profondo in cui ero caduta, per un attimo dimenticai cosa era successo, dove mi trovavo, Louis cosa mi aveva fatto. Mi ricordai di stare nel restro di quel furgone, a causa dei dolori che avevo. Ero ancora legata e bendata, vedevo ancora nero, e non riuscivo a sopportarlo. Non mi era mai piaciuto il buio, io amavo i colori, quelli pastello erano i miei preferiti, amavo il sole, e dormivo con la luce accessa. Il buoio mi metteva tristezza, paura, le poche volte che mi rintanavo in camera, sotto le coperte e con le luci spente era perchè ero triste, davvero. Mi sono sempre considerata una di quelle persone che amano il sole, la vita, e non prendere tutto sottogamba. Ma in quel furgone, bendata, legata, raggomitolata su quello che pensavo fosse un angolo del retro, tutte le mie certezze divvennero dubbi.

Cosa avrebbe fatto Louis? Avrebbe chiesto un risarcimento? Mi avrebbe trattenuta lì con lui per sempe, solo per un po', aspettava che Niall, o Zayn li portassero i soldi? E io, come sarei tornata a casa, avrei fatto finta di nulla? Sarei mai tornata a casa?

Erano le mille domande che mi affollavano la testa, non c'era spazio per altri pensieri, non riuscivo a cambiare argomento, pensavo e ripensavo a cosa avrei fatto, dove sarei andata, e intanto le lacrime iniziarono a scendere lungo le guance. Piangevo a dirotto, ma senza fare rumore, come se quel pianto non esistesse. Non era per sfogarmi, quello lo avevo fatto prima, e non era servito a niente, era un pianto di tristezza, come se, con quelle lacrime, sarei riuscita a pensare ad altro.

Ma niente.

Solo un unico e opprimente pensiero "Cosa ne sarebbe stato di me"?

"Come sta la mia piccola Hops?" sentì la sua voce seguita da due pugni dati verso il furgone.

Non riuscivo a pensare che un essere umano potesse contenere tanta cattiveria. Come poteva fare questo, senza anima, ecco com'era Louis. Senz'anima.

Urlai per risposta, sapevo che la sua era una domanda retorica perchè,1 non stavo affatto bene, avevo schiena e gambe completamente distrutte, e 2 avevo ancora la bocco bendata, non avrei potuto dare una risposta sensata. Speravo che qualcosa in lui cambiasse, che magari provasse pena per me, e mi lascisse andare, ma stavo parlando di Louis Tomlinson, quello che aveva ucciso la sorella di Zayn, lo stesso che ha ucciso il suo migliore amico, mio fratello.

"Eccoti qui!" sentì la sua voce irritarte provenire da dietro, doveva aver aperto il furgone, ma non vedevo nulla comunque. Riuscivo a capire solamente che si trovava dietro di me. Non sapevo che giorno era, se era giorno notte, niente.

Provai a girarmi, ma con gambe e mani legate era un'impresa, ma ci pensò lui. Mi prese per le spalle e mi alzò, come se fossi una marionetta e lui il mio burattinaio, ma forse era quello che ero davvero, una bambola nelle sue mani.

D'un tratto sentii la benda sugli occhi allargarsi, fino a che non la vidi cadere a terra. La prima cosa che vidi furono i suoi occhi. Un tempo azzurri e limpidi, in quel momento erano blu, non uno di quei blu che nascondevano le meraviglie, erano di blu spettrale, e si poteva immaginare benissimo cosa si nascondeva dietro tali.. Le pupille erano circondate di rosso, aveva bevuto parecchio, stava di fatto che quella era l'ultima cosa che avrei voluto vedere. I suoi occhi mi incutevano terrore, erano quasi paralizzanti, i miei invece, dovevano essere terrorizzati. Lo capii anche dal suo sorriso. Quel sorriso maligno che li si formava in volto ogni volta che otteneva quello che voleva. E lo aveva ottenuto. Aveva me, ma ladomanda restava la stessa. Perchè me?

"Togliamo anche questa dai" disse avvicinando le mani alla mia bocca e slacciando la stoffa nera che mi impediva di parlare.

Una volta tolta mi sentii libera, avevo del sangue all'attaccatura delle labbra, ma non ci badai, quel dolore sembrava insignificante, rispetto al resto. Avrei potuto dire tante cose, urlare, persino sputargli addosso, ma non feci niente. Rimasi lì, ferma, in piedi fronte a lui a guardarlo, provando a capire, cercando un'aria di sfida, aspettando che parlasse, ma non lo fece. Rimanemmo avvolti da quel silenzio che tratteneva milioni di parole, che per qualche motivo non riuscivo, non volevo dire. Tanto non sarebbe cambiato nulla.

My Best NightmareWhere stories live. Discover now