capitolo tre

1K 20 0
                                    

Mi sveglio con il mal di testa e non riesco ad andare a scuola quindi decido di andare in palestra a fare un po' di pesi; così da rafforzare i miei muscoli.

"Abby? Come stai oggi? Va meglio?" mi chiede mio fratello "Buongiorno Osmany, si un po'. Non ho le forze per affrontare 5 ore di scuola quindi sono rimasta a casa. Ora vado in palestra a fare i pesi" Lo saluto con un bacio sulla guancia e aspetto il mio pullman. Lui non si è mai fatto sentire, nemmeno una telefonata, nemmeno un messaggio; dopo che mi sono dichiarata nemmeno una piccola considerazione penso tra me e me. Meglio così non rischio di soffrire ancora. Il pullman arriva e sono felice che sia vuoto, così almeno riesco a concentrarmi su altro. Passo mezz'ora su quel pullman e sono davanti la palestra. Vado in spogliatoio, mi cambio, metto la musica a palla e comincio la mia scheda di pesi. Mi piace molto venire in questo posto, mi rilassa.

Sono abbastanza fiera di me; in un'ora sono riuscita a compleatre tulla la scheda. Sono sudata fradicia evado a fare la doccia. Alla fermata guardo un po' il telefono e vedo un messaggio da Tsima

Da: Tsima🐭❤️

Abby corri a casa. Urgente. Ho bisogno del tuo aiuto

Sono molto preocupata e prendo il primo pullan che trovo. Chiamo Tsima ma non risponde, ora lui dovrebbe essere ad allenarsi ma perchè si trova a casa mia?

Apro la porta e corro, non ho più fiato e vedo che c'è Jenia; con il fiatone non so che fare e la prima cosa che mi viene in mente cioè chiudere la porta. Forse così capirà che non voglio più avere a che fare con lui. Oh per favore, lo amo ancora ma sono troppo debole caratterialmente per parlargli.

La porta di spalanca e la sua voce rimbomba per tutte le scale "Abby vuoi entrare? Per favore ho mlte cose da dirti, da tempo" lo evdo con le lacrime agli occhi e non ce la faccio a dirgli di no, ormai sconfitta entro ma cerco di mantenere le distanze "Sbrigati che devo andare da una parte" dico il più fredda possibile; apre la bocca e abbassa la testa "sono uno stronzo è vero non dovevo farti credere che mi piacessi, si sono fidanzato con lei da cinque anni; da quando sono arrivato bè io e lei abbiamointerrotto  rapporti; quando è venuta qui dalla Francia ero contento, contentissimo; ma poi ho conosciuto te; tre anni fa ti ho visto e mi sei piaciuta subito. Ovviamente l'età non ci stava perchè io avevo 24 anni e tu 14, ora sei quasi una donna e i giuro sei la più bella donna che io abbia mai visto" a quelle perole mi arrabbio come se non ci fosse un domani "Perchè allor hai baciato lei, non dirmi cazzate che ormai ne ho abbastanza" dico urlando "Te l'ho detto, ero al settimo cielo alla notizia di rivederla, ma lei quando la bacio in bocca non provo nemmeno la minima sensazione che ho quando ti bacio sulla guancia" questo è quello che dovevo sentire ma non riesco a connettere "Mh okay, è tutto qui?" mi guarda perplesso "Ehm si, ora devo andare" lo vedo alzarsi ormai sconfitto; mi sento un po' in colpa "Jenia aspetta!" gli vado incontro "Ora ci penso, ma ti adrebbe di provare a frequentarci? Prima proviamo senza impegno così ad uscire, poi quando mi sentirò pronta vedremo se fare il passo" vedo una scintilla brillare nei suoi stupendi occhi marroni e quel maledetto sorriso che mi guarda. Mi prende in braccio e mi fa girare "Grazie piccola Abby" mi stampa un bacio sulla guancia e io gli scompiglio un po' i capelli (cosa molto difficile perchè lui è molto più alto di me).

La sera Jenia mi ha invitato al cinema e andiamo a vedere SUCCEDE e si è messo a commentare tutto il film. Però era molto dolce. Ha detto che mi ero vestita molto bene. Saliamo in macchina e rimaniamo fermi nel parcheggio: nessuno dei due parla; nessuno dei due si muove. Lui decide di fare il primo passo "ti è piaciuto il film?" chiede con voce insicura "Si, l'ho adorato" gli sorrido. "questa sera con te l'ho passata veramente bene, mi piacevano i commenti che facevi durante tutto il film" divento rossa e abbasso la testa, ma lui me la alza e mi sistema una ciocca dietro l'orecchio "ehi non ti devi vergognare; ancora non stiamo insieme, quindi è come se siamo usciti da amici" ci irfletto e ha ragione, ma l'idea di stare con lui mi fa andare al settimo cielo "Già, solo amici" dico con lo sguardo serio "Allora... Sabato prossimo ci sarà la cena conn i ragazzi, ti va di venire con me?" non ci credo mi ha chiesto di accompagnarlo alla cena; forse l'ha fatto solo perchè sarò da sola a casa visto che mio fratello andrà con sua moglie e la mia adorabile nipotina "si certo; mi piacerebbe molto" dico sorridendo. Passa qualce minuto e io decido di fare una domanda speciale "quando mi porterai a Parigi?" e scoppio a ridere. Lui con il suo solito sorrisetto mi fa "madmoselle est-ce que vous voulez aller à Paris?" oddio il suo accento è bellissimo "Oui monsieur" mi guarda intensamente "Hai una bellissima pronuncia" scoppio a ridere "non a caso faccio il linguistico"

Arriviamo sotto casa e Jenia parcheggia "Mi sono divertita molto questa sera con te" ci guardiamo fisso negli occhi "già anche io" lui si avvicina sempre di più alle mie labbra, ma io indietreggio e gli do un bacio sulla gancia "Ricorda abbiamo detto di andare piano" mette il broncio come i bambini; allora gli do un bacio sull'angolo della bocca e sorride. "buonanotte piccolina" sorriso " Notte Jenia".

Salgo a casa e non c'è nessuno. saranno tutti andati a cena. mi piace quando c'è calma a casa. me ne approfitto per andare a dormire perchè ho una stanchezza addosso. Mi addormento con il suo sorriso nella testa. Forse riusciremo a diventare qualcosa di più che semplici amici.

Solo un allenamento| Jenia Grebennikov Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora