Capitolo diciotto

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Mi sveglio con un'ansia assurda: oggi farò la prima ecografia.
"Amore buongiorno, pronta" mi ritrovo Jenia davanti a me tutto felice "come fai ad essere così tranquillo, io sto per andare a morire" ovviamente sto esagerando ma non riesco a mantenere la calma. Usciamo di casa per dirigerci dal ginecologo. Entriamo è appena sento "Juantorena" tremo non c'è la faccio.
La dottoressa mi cosparge un gel blu sulla pancia e mi poggia un piccolo macchinario su di essa. Guardo lo schermo e vedo un piccolo fagiolino "ecco lui o lei è il vostro bambino o bambina" mi scendono le lacrime; Jenia prende la mia mano e la stringe. Ho molta paura di diventare mamma non so se sono pronta ma devo farcela. Usciamo e dopo aver preso tutti i fogli andiamo a farci una passeggiata, Dio che bello il mare ma ultimamente ho voglia di andare in montagna.
Entriamo a casa e andrò trovo la persona che meno mi sarei aspettata di vedere: mio padre.
"Piccolina mia" l'uomo che ho davanti mi abbraccia "quando pensavi di dirvi che eri incinta?!" Mi stringe ancora di più. Sono pietrificata non riesco a muovere un dito. "Scusi signore, ma chi è lei!" Il mio papà si stacca da me "Sono il padre di Abby e tu sei?" Jenia si fa avanti "Jenia Grebennikov signor Juantorena, il ragazzo di sua figlia" papà lo abbraccia. Rimango senza parole "perché sei qui? La mamma dov'è?" Non riesco a credere che siano qui "io sono qui perché mi ha chiamato tuo fratello, tua madre sta per arrivare. Mi sei mancata così tanto piccola mia" mi scanso dall'abbraccio "Allora potevi farti sentire" scappo in camera e mi chiudo a chiave "Abby!" Jenia cerca di entrare ma non c'è la fa.

JENIA'S POV
Sono davanti la porta di camera nostra "Abby dai apri! Non fare la bambina" busso alla porta ma non risponde, sento solo dei singhiozzi. La lascio stare e vado di là in salotto dove c'è il padre di Abby "Abby non vuole uscire, forse aspettiamo un po' e si riprenderà" fa cenno di si "Allora figliuolo parlami di te" faccio un respiro "Vengo da Rennes mi sono trasferito qui tre anni fa; proprio il giorno in cui ho messo piede all'Eurosuole ho visto sua figlia. Era perfetta anche con quei capelli scompigliati. Era stanca ma aveva ancora le forse per venirmi a parlare. Mi sono innamorato di lei dal primo momento che l'ho vista. Solo che ero già fidanzato, ma non c'è l'ho fatta. Ho lasciato la mia ex ragazza che ancora adesso mi perseguita ma non sono riuscito a resistere a quella ragazza dagli occhi grandi e capelli biondi. È semplicemente perfetta. Adesso che ha il nostro bambino in pancia sono ancora più innamorato di lei" il signor Juantorena mi abbraccia "spero che ti prenderai cura di lei ragazzo. Sembri molto affidabile, hai un cuore d'oro" mi sento molto responsabile. Il signor Juantorena lascia la casa perché secondo lui è meglio.
"Amore, è andato via tuo padre" sento la porta aprirsi "che ti è successo" la vedo con gli occhi rossi e in condizioni pessime "Amore non va bene che piangi. A me è sembrato talmente dispiaciuto" la abbraccio e si addormenta tra le mie braccia. Anche io poco dopo mi stendo. La guardo, è così bella: i capelli scompigliati, gli occhi chiusi, il respiro profondo. La amo tantissimo. Mi addormento con lei non c'è la faccio a rimanere sveglio, sono in ansia per la partita di domani. Ho bisogno di riposo e visto che anche Abby dorme ne approfitto

Solo un allenamento| Jenia Grebennikov Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora