capitolo ventidue

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ABBY'S POV
Finalmente è mattina. Dopo gli allenamenti di Jenia decidimo di andare a prendere della vernice rosa così da pitturare la camera della bambina. Arriviamo all'Eurosuole e salto addosso a mio fratello "Indovina se sarà femmina o maschio?" ci pensa un po' "Micol!" lo abbraccio "Siiiii. sono felicissima, già la amo. Mi sento abbastanza in ansia, però è una bellissima sensazione" entriamo e dentro vedo Tsimafei "Ehi, è un po' di tempo che non ci sentimo vero?" sono abbbastanza imbarazzata "Ehm, già. Come stai? Ho saputo che è una bambina, congratulazioni" ha la testa bassa e si vede che sta trattenendo le lacrime "Va benissimo, la bambina cresce bene, si chiamerà Micol" si congratula ancora con la testa bassa. Mi vado a sedere sugli spalti e aspetto che l'allenamento finisca.

Finalmente usciamo da quel palazzetto e ci dirigiamo verso la ferramenta. "Principessa come la vuoi la cameretta?" Sussuroo un piccolo rosa anche se io la vorrei azzurra ma dettagli. Entriamo e vedo Jenia e una ragzza parlarsi e abbracciarsi "Ehi, piccooletta da quanto tempo!" devo mantenere la calma e devo tornare subito in macchina prima di commettere un'omicidio "Ehm amore io vado in macchina, ti aspetto lì" esco prima che lui possa presentarmi la sua nuova amichetta "Se tuo padre non esce entro dieci minuti sarà morto" parlo con Micol, è stranissimo ma amo questa sensazione. Dopo dieci inuti Jenia esce con questo benedetto barattolo di vernice rosa "Ce l'hai fatta finalmente, stavamo pensando di ritornare a casa da sole" alzo gli occhi al cielo fingendo che non mi interessasse il fatto ce lui l'abbia chiamata piccolina. Bah ma chi si crede di essere quella "ehi principssa gelosa, tutto bene? La rabbia ti sta uscendo dalle orecchie" alzo gli occhi al cielo "A me non interessa niente puoi fare tutto quello che vuoi" si avvicina a me e mi lascia un bacio sulle labbra "adesso va meglio piccolina?" arrossisco e abbasso la testa.

Arriviamo a casa e comincio a preparare il pranzo: la ratatouille. Jenia intanto era fuori a fare non so cosa,però mi fido. "Sono tornato! Mh che buon odorino di ratatouille" delle braccia mi cingono la vita "Grazie, volevo fare qualcosa di diverso e la Ratatouille è un piatto che amo alla follia" mi fa girare verso di lui "Principessa ti ho portato un regalo stupendo" mi porge un piccolo sacchetto e lo apro, trovo una piccola tutina per la bambina con la scritta 'i love my dad' sulla schiena ha un numero 10 "Amore, la amo!" mi fiodo su di lui e lo bacio "Sono.. contento che... ti piaccia" ci sediamo a tavola e mangiamo "Complimenti è molto buono, una cuoca provetto sei" scoppia a ridere "Grazie per il complimento" mi avvicno sempre di più a lui e lo bacio. Ci preparimo e andiamo nella futura camera di Micol "Sei pronta per dipingere la futura camera di nostra figlia?" saltello come una bambina per tutta la camera urlando si. Prendiamo i primi pennelli e cominciamo a stendere sul muro la vernice rosa e ovviamente di sottofondo c'è la playlist di sotto fondo. Dopo due ore che non smettevo di cantare mi cominciavo ad annoiarmi "Uffa mi annoio" detto questo comincio a schizzare vernice su Jenia "Ehi come ti permetti?" Alla fine ci siamo ritrovati tutti coperti di rosa "Certo che siamo due scemi" dico ridendo "Sei la mia scema preferita" si avvicina a me e mi bacia. Ci facciamo una foto e la mettiamo su Instagram mettendo come descrizone questa bellissima frase 'We are waiting for you our love'. Ci siamo fatti la doccia e dopo aver cenato con gli avanzi del pranzo ci siamo messi sul divano dopo due secondi mi sono addormentata con la testa sul petto di Jenia. Questa è la vita che fin da piccola ho desiderato.

Solo un allenamento| Jenia Grebennikov Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora