Uma

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Misi un fazzoletto davanti alla bocca, l'aria era irrespirabile, colpa del fumo denso delle fiamme che stavano mangiando qualunque cosa lungo il percorso. La sala dove fino a pochi minuti fa si stava svolgendo l'asta era completamente in fiamme, inaccessibile per me, ma non c'erano tracce di Drakul, salì più su, sperando di trovarli, speravo che Drakul fosse riuscito a calmare Pieter. Le fiamme stavano raggiungendo tutto, avevano fatto crollare il soffitto spingendosi più in alto grazie a quel passaggio, erano innaturali quasi, come se avessero un'intelligenza loro. Sapevano dove andare, e cercavano qualcosa in particolare. Di una cosa mi resi conto, il corridoio che portava ancora più in profondità era immacolato, le fiamme non si erano spinte fino lì. Per arrivarci però, dovevo attraversare la sala macchine che era praticamente invasa, ma decisi di fare un tentativo. Cercai di mettere un piede sul fuoco , quando lo appoggiai a terra, le fiamme si erano allontanate da me. In un primo momento mi meravigliai, non riuscivo a capire questa loro strana reazione. Non avevo tempo per studiarlo, allora cominciai a camminare intimorito verso quel corridoio, intorno a me il fuoco mi avvolgeva ma inerte, sentivo solo il loro doloroso calore dietro di me, il sentiero che avevo costruito camminando si chiuse, ormai ero sicuro, quelle fiamme non mi avrebbero fatto mai del male. Arrivai finalmente nel corridoio, che conduceva in un altra piccola saletta, mi nascosi un attimo e sbirciai, c'erano Drakul e Pieter, erano abbracciati, il ragazzo non era più in fiamme e la sua pelle non riportava alcun tipo di bruciature. Ma sembrava svenuto, quasi esausto tra le braccia dell'amato che lo accarezzava.

Drakul poi prese Pieter tra le braccia e si alzò dirigendosi verso di me. Stavo per uscire allo scoperto quando dietro il principe vidi una figura con una lunga lama in mano, non esitai due volte, presi la mia pistola e con estrema precisione sparai un colpo alla figura dietro le spalle dei due. Drakul mi guardò e poi voltò lo sguardo alla figura dietro di lui, ormai stesa a terra.

Mi avvicinai anche io, guardai i suoi capelli viola, gli scostai dal suo viso e come avevo già immaginato era Uma.

-Perché?- le chiesi girandola completamente e capendo dove l'avessi ferita.

-Loro sono... vampiri...- disse lei premendo la mano sulla ferita.

-Conte, io non mi fiderei di lei.- fece Drakul allontanandosi da noi.

Io lo guardai stranito, chiedendo la risposa per la sua affermazione.

-Lei, è lei che ha aiutato quegli uomini a catturare tutte quelle creature, tutti quei bambini. C'è anche Uma dietro a tutto questo.- concluse Drakul.

Io guardai Uma, quasi commosso e lei spontaneamente iniziò a confessare ogni suo crimine:-Io.. Non avevo intenzione di farlo, ma poi... lui... Il padre del ragazzo... Lucipher... Mi ha costretto... Abbiamo architettato tutto questo piano per punire lui e per arrivare a te, l'asta è stata tutta una montatura. Le creature una volta vendute, così come i bambini venivano avvelenate, e noi scappavamo, senza lasciare traccia. Prendevamo i soldi di tutti quei nobili per pagare gli uomini a noi non importava, e oggi doveva finire tutto quanto. Dovevamo affondare questa nave, dovevamo uccidere tutti qui dentro, tranne te... Il signore degli inferi ti voleva... voleva capire come ha potuto un ragazzino come te imprigionare il cuore di suo fratello.- tossì. Io ero ancora più confuso, la guardai attendendo delle risposte.

-Il demone che tu chiami Sebastian è il fratello del Diavolo, sei riuscito a incastrare una creatura potentissima al tuo fianco e non te ne sei mai reso conto.- disse Uma ridendo.

Rimasi spiazzato, come poteva, Sebastian, non avermi mai detto nulla della sua condizione familiare.

-Ma prima di spirare, devo consegnare un messaggio per te, da parte di Lucipher.- disse Uma facendomi un cenno per avvicinarmi. Avvicinai il mio viso al suo, e le sue labbra al mio orecchio e con un filo di voce mi disse: -B'ezrat HaShem..-

Io la guardai confuso, e poi sentii la voce di Drakul che mi chiamò forte, nello stesso tempo un dolore insopportabile si fece largo nel mio corpo, partendo dal mio fianco destro. In un secondo momento avevo capito la situazione, Uma mi aveva trafitto con un suo artiglio. Io la guardai, mentre con un sorriso debole e stanco estraeva piano piano il suo artiglio dal mio fianco.

-Scusa... Ciel...- disse infine esalando il suo ultimo respiro.

Io mi alzai, ancora incosciente di quello che stava succedendo. Drakul appoggiò Pieter sul pavimento e si avvicinò a me. Mi fece sedere. Io non fiatai, non riuscivo ad urlare, il dolore era insopportabile, ma è come se il mio cervello non avesse ancora percepito la gravità della situazione. Drakul mi strappò la camicia e me la tolse, guardando la ferita.

-Veleno..- disse solamente sfiorandola. Poi appoggiò la camicia su quel profondo taglio e la premette forte. Nella stanza il calore si iniziò a percepire di più. Il fuoco che era rimasto fuori tutto quel tempo iniziò lentamente a farsi strada dentro la stanza.

-Drakul...- dissi con un filo di voce-... il fuoco è buono, non ci brucerà.- dissi quasi sicuro.

-Ciel...- mi disse Drakul, mi guardava come se fossi impazzito.

Io lo guardai con sicurezza, Drakul alzò gli occhi al cielo e disse:-Non posso credere a cosa sto per fare...- Poi si avvicinò al fuoco e provò a poggiare una mano sopra, il fuoco si scostò, lui incredulo immerse tutta la mano, ma le fiamme non lo toccarono. Mi guardò sorpreso:-Come facevi a...- si interruppe prima di dire altro. -Fa nulla, dobbiamo andare adesso..- disse aiutandomi ad alzare.

-Io cammino, riesco ancora a... farlo. Porta Pieter, è ancora Incosciente...- dissi, ma poi mi girai e guardai il corpo ormai senza vita di Uma alla mie spalle. Chinai la testa come per salutarla e cominciai a camminare verso il ponte, ero dietro Drakul che stringeva al petto Pieter, ancora svenuto.

Camminammo indisturbati tra le fiamme, tra la sorpresa di Drakul che non poteva crederci e faceva un po' di fatica ad avanzare, con la paura che quelle fiamme ci avrebbero inghiottiti. Dopo un po' ci ritrovammo davanti alla porta dove tutto aveva avuto inizio, cioè quella dove stavano effettuando lo scambio di Pieter, e sentimmo un voce urlare, implorare aiuto, io e Drakul ci guardammo attorno e vedemmo una figura poco distante da noi, avvolta completamente tra le fiamme, era il marchese che stava praticamente bruciando vivo. il suo volto era privo di pelle, i suoi vestiti erano completamente bruciati e tutto ciò che si vedeva di lui era una corpo fatto di muscoli e ossa che continuava a bruciare. Io e Drakul eravamo inorriditi.

-Perché non muore, a quest'ora sarebbe già dovuto...- dissi poi ricordando le parole di Grell:

-Che voi riusciate nella vostra impresa o meno, lo stesso la nave si ricoprirà di sangue, ma noi non potremmo salvare nessuno da questa carneficina...-

Perchè gli Shinigami non stavano svolgendo il loro lavoro, perché non stavano catturando le anime di quegli uomini.

Drakul e io salimmo ancora più su, attraversando il fuoco ancora scioccati nel vedere il marchese bruciare vivo.

Arrivammo nella sala pranzo, anche lì il fuoco aveva distrutto tutto e continuava a distruggere, ma tra non molto saremo arrivati sul ponte, sani e salvi. Continuammo a camminare, la ferita stava sanguinando ancora di più e il dolore stava diventando troppo forte per continuare, mi appoggiai a qualsiasi cosa riuscivo a trovare accanto a me. Drakul vide la mia fatica, e mi chiese di fermarci un attimo, io insistetti, dovevamo continuare, eravamo vicino. La porta era a pochi metri da noi e quando eravamo ormai vicini questa si spalancò, facemmo un passo indietro, ma le figure che ci trovammo davanti erano familiari. Sebastian e Lizzy che mi guardarono scioccati, ero a petto nudo tra le fiamme e la camicia che tenevo sul fianco era bagnata di sangue. Sebastian corse verso di me, con il timore di bruciare e mi condusse su ponte. Una volta lì, la calma regnava sovrana, il denso fumo era sparito, lo scoppiettio del fuoco era cessato e non si udiva più nulla, solo il tacito rumore delle onde che cullava la nave dolcemente. Mi fecero sdraiare sul freddo pavimento del ponte, accanto a me c'era Pieter, mentre mia Zia e Sebastian controllavano la gravità della ferita. Le forze mi stavano abbandonando, mi ero spinto oltre il mio limite, e adesso ero solo tanto stanco e avevo voglia di chiudere gli occhi. Iniziai a sentire le voci ovattate di Sebastian e gli altri che mi chiamavano a gran voce, ma io non avevo avevo alcun voglia di ascoltarli, ero stanco.

-Ciel..- sentì in fine la soave voce di Sebastian che mi chiamò in modo calmo, ma io mugugnai semplicemente, chiudendo gli occhi e ascoltando il suono costante delle onde che mi chiamava e mi cullava dolcemente.

Il MIO maggiordomo nero corvinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora