Erano passati tre giorni e, fortunatamente, la febbre era scesa e mi ero ripreso. Ero in piena salute; questo significava solo una cosa: riprendere i miei doveri: le lezioni private, le feste mondane e il dovere del casato Phantomhive.
Mi sedetti sul letto, ancora con le gambe coperte e la schiena poggiata al muro. Afferrai il giornale appoggiato sul comodino e lo lessi.
C'erano stati due omicidi e il traffico di oppio si stava diffondendo come una macchia d'olio, e io sapevo anche di chi poteva essere la colpa. Sarei dovuto andare a parlare con Lau, i patti non erano questi.
Sentii il rumore delle ruote sul pavimento, Sebastian mi stava portando la colazione.
-Buongiorno signorino.- disse entrando in stanza con un tono basso, sapeva che di prima mattina non sopportavo i rumori forti e poi quando aveva quel tono di voce era anche più sexy.
-Buongiorno Sebastian- ricambiai cercando di rimanere impassibile a quel adone che mi stava preparando la colazione.
Girò la tazza e vi poggiò sopra il filtro poi mise delle foglie e con delicatezza, versò sopra l'acqua calda.
-Stamani un semplice thé verde. Ottimo per chi si é appena ripreso da una malattia. Le aggiungerò anche un filo di latte e un cucchiaio di pappa reale.- mi spiegò. Sin da quando l'ho portato nella mia dimora, ha sempre avuto la buona abitudine di spiegarmi cosa mi stesse preparando per colazione. In fondo mi piaceva anche sentire il suono della sua melodiosa voce di prima mattina. Mi porse la tazza facendo attenzione a non farmi scottare. Quanto era premuroso.
-Gli altri tre sono tornati?- chiesi mentre sorseggiavo un po' di the.
-Dovrebbero rientrare nel pomeriggio, credo che abbiano finito di ripulire la zona dagli scagnozzi di Yoshi.- mi disse.
-Io volevo restare in ottimi rapporti con lui, mi avrebbe fatto comodo un capo della Yakuza al mio fianco, ma se lui mi circonda la residenza e tenta di uccidermi.. Beh... meritava una punizione.- sospirai. Yoshi era uno dei sette boss della Mafia Giapponese più potenti. La regina mi aveva mandato sino in Giappone a recuperare le persone che aveva sequestrato da Londra; in più aveva anche diffuso una droga più pesante dell'oppio in Inghilterra, andava assolutamente fermato. Non avevamo problemi ad ucciderlo, ma poteva sempre rendersi utile. Ahimè, si é comportato in modo meschino, bisogna essere onesti in questo tipo di affari, e non si pugnala mai alle spalle se non vuoi essere pugnalato.
-Sebastian, per l'affronto subito Yoshi dovrà pagare con la vita. Potrà essere utile anche per gli altri sei boss, non si deve giocare mai con me.-
-Yes, my lord.-
Ormai pomeriggio mi rinchiusi nel mio ufficio. Feci preparare da Sebastian una torta di cioccolato ricoperta di cioccolato; dopo il malore avevo bisogno di zuccheri per riprendermi. In realtà era una scusa, amavo il cioccolato e tutto ciò che era dolce, e a parte la mia coscienza lo sapeva anche Sebastian che era una scusa, ma mi accontentava lo stesso.
Sentii il profumo dolce provenire dal corridoio. La mia merende stava arrivando.
Feci spazio sulla scrivania buttando per terra tutte le carte a cui stavo lavorando; in un secondo momento mi accorsi di ciò che avevo fatto, allora rimediai chinandomi a terra e raccogliendole una ad una.
Ero a gattoni sul pavimento, sotto l'enorme scrivania quando la porta si aprii d'improvviso. Non feci movimenti bruschi e aspettai.
-Signorino!- mi chiamò Sebastian.
Si avvicinò alla mia sedia e iniziò a controllare ogni angolo della stanza. Sapeva perfettamente dove ero ma volle giocare anche lui a nascondino.
Si avvicinò alla tenda e la spostò con un gesto rapido, credeva che mi fossi nascosto in un posto così ovvio?
Mentre era girato a controllare ogni singola tenda, io lo osservavo attentamente, senza perdermi neanche un dettaglio del suo corpo. Le sue spalle larghe e il suo bacino stretto, la sua schiena forte e attraverso il frac riuscivo anche a intravedere come si contraevano i suoi muscoli. E poi scendendo sempre più giù con lo sguardo ammirai il suo fondoschiena, sembrava così sodo soltanto a guardarlo, prima o poi lo avrei toccato e avrei constatato questa realtà.
-Il mio padrone si irrita soltanto se osservo i suoi documenti. Oso immaginare la sua ira quando li inizierò a leggere. Ma in fondo che ho da temere, sono un demone...- disse quasi urlando per assicurarsi di farsi sentire. Portai una mano alla bocca per trattenere una risata.
Sebastian si sedette sulla mia poltrona e poi si sistemò sotto la scrivania. Mi feci piatto piatto in un angolo. Cercai di non scontrare le sue gambe e mi rimisi nella posizione di prima trovando di fronte a me il cavallo dei suoi pantaloni. Sgranai in un attimo gli occhi non pensando che sarei potuto finire così vicino dalla sua intimità. Chissà quante cose avrei potuto fare in quella posizione.
Ne approfittai. Poggiai una mano sul suo ginocchio e salii lentamente. Sebastian si scostò immediatamente e mi prese in braccio, come una principessa.
-Abbiamo finito di giocare?- mi sorrise in modo così naturale.
-Sei bellissimo!- sospirai. Portai immediatamente le mani alla bocca. Sebastian mi guardò dubbioso, come se non avesse capito bene cosa avessi detto.
-Nulla, nulla. Non ho detto niente.- negai, anche se avrei voluto dirglielo realmente, senza temere nulla.
-Lasciami..- dissi lasciando la frase in sospeso.
-É successo qualcosa?- chiese lasciandomi sulla mia poltrona. -Le ha dato fastidio che mi sono seduto sulla sua sedia e abbia letto le sue carte?- mi chiese preoccupato.
-Dammi la merenda!- dissi non dando spiegazioni. Sapeva che se non volevo parlarne non poteva costringermi.
-É arrivata questa.- mi poggiò sulla scrivania una lettera.
-Ha il sigillo della nostra regina Victoria.- sgranai gli occhi. Con delicatezza la aprii.
" Caro bimbo nostro,
Londra ultimamente è piena di crimini e traffico di droga, ma la cosa che ci preoccupa di più è una serie di omicidi che si stanno svolgendo nelle periferie della nostra amata città.
Ti prego di indagare e trovare una soluzione. Indaga e se occorre usa anche la forza.
Spero che questa situazione si risolva in fretta. Fa attenzione bimbo nostro.
Queen Victoria."
-Sebastian, andiamo dobbiamo avere più informazioni. Sai dove dobbiamo recarci.- dissi alzandomi dalla sedia e camminando verso la porta. Afferrai la maniglia e aspetti la risposta del mio maggiordomo, non tardò molto ad arrivare. Si inchinò e in un soffio di vento sussurrò:-Yes, my lord.-
ANGOLO AUTRICE:
Salve gente :D
Spero che la lettura sia stata piacevole e vi abbia coinvolto.
Nel prossimo capitolo entreranno in scena altri personaggi della serie, e sarà da ridere, spero XD se sono presenti errori avvisatemi e li correggerò subito ^-^
Al prossimo capitolo :3
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Il MIO maggiordomo nero corvino
FanficCiel, ultimo membro del casato Phantomhive, ormai è cresciuto, è diventato un adolescente di sedici anni, ma non demordere, sa che è molto vicino a scoprire la verità sui suoi genitori, e insieme all'aiuto di Sebastian, che è sempre al suo fianco ci...