Ero solo. Non sapevo neanche dove mi trovavo. Era tutto scuro e spaventosamente silenzioso. Le mie gambe erano stanche e deboli, tremavano e non credo sarei riuscito a reggere il mio corpo ancora a lungo. Sentii sotto i miei piedi qualcosa di freddo, che ad ogni passo che facevo si faceva più intenso. Guardai giù, ma l'oscurità avvolgeva tutto con sè, riuscii a vedere, un qualcosa che rifletteva, come un pavimento di vetro sotto di me. Mi chinai e con i polpastrelli toccai, lentamente, il pavimento era freddo, gelido.
Mi girai e rigirai per capire dove ero e come poter uscire da quella situazione. Ma niente, non vidi nulla che poteva aiutarmi; allora mi rannicchiai e aspettai qualcosa o qualcuno che sapevo sarebbe arrivato. Attesi, attesi per un tempo infinito. Poi iniziai ad urlare come un pazzo il nome di Sebastian. Ero debole, solo e spaventato. L'unica soluzione che ebbe la mia mente era di chiamare Sebastian a gran voce.
Sentii la sua voce che mi riportò alla realtà. Non ero solo, non ero in un posto a me sconosciuto. Ero nel mio subconscio. Stavo sognando.
Mi svegliai di soprassalto, Sebastian era difronte a me, tutto scomposto e visibilmente preoccupato.
-Signorino...- sospirò felice di vedermi ancora lì con lui.
Il naso mi pungeva e gli occhi bruciavano. Mi fiondai al collo di Sebastian e mi strinsi forte a lui e le lacrime cominciarono a scendere da sole.
Mey-rin, Bland e Finnian mi vennero a trovare la mattina seguente, erano preoccupati, anche loro avevano sentito il mio richiamo la notte prima. E Sebastian mi aveva anche riferito che erano rimasti tutta la notte dietro la porta della mia stanza a vegliare su di me. Ero fortunato ad avere dei servitori così premurosi nei miei confronti.
Mi portarono a letto la colazione, per non dispiacerli decisi di mangiare un boccone di torta e bere un po' del loro thè, ma già dall'odore sembrava tutto sgradevole. Mandai giù, disgustato entrambe le cose. A momenti rimettevo tutto, ma i loro sorrisi sinceri e incredibilmente felici mi fecero passare il vomito. Si erano sforzati almeno a fare qualcosa di buono per me.
Sebastian vide uscire i tre dalla mia stanza con il vassoio leggermente mangiato, e si affrettò ad entrare nella mia stanza.
-Signorino, è realmente riuscito a mangiare quel... quella colazione?- disse ironico.
-Mi sono sforzato per vederli sorridere felici e dopo una notte passata dietro la mia porta si aspettavano una qualche approvazione da me. Anche questo fa parte dei doveri di un conte.- dissi sorridendo al mio maggiordomo.
-Ieri sera mi ha spaventato molto. Che era successo?- disse preoccupato, si sedette accanto a me, sul letto.
-Ero solo nell'oscurità senza nessuno, infreddolito e debole; ho rivissuto un brutto momento della mia infanzia...- feci una leggera pausa e poi guardai il mio maggiordomo che mi stava scrutando con lo sguardo. Poi i nostri sguardi si incrociarono e io conclusi la frase in un sussurro leggero -... e tu non eri lì con me...-
Sebastian mi afferrò il viso con la mano e lentamente si avvicinò con le labbra. Mi sfiorò leggermente e poi si fermò. Si sentii un trambusto dalla stanza principale della villa. Io sobbalzai e Sebastian si ricompose. La voce di due uomini gridavano il mio nome.
Randall e Abberline, seguiti da altri sette uomini della Scotland Yard mi attendevano. Non toccai la colazione di Sebastian e in un attimo ero lì, giù nel salone principale con loro.
-C'è stato un altro omicidio, nonostante il sospettato numero uno sia in cella da molti giorni.- mi gridò Randall preso dall'ira.
-Questo ci porta a una sola conclusione. Il sospettato non è l'omicida, cosa che sospettavo da tempo.- conclusi, girandomi verso il mio maggiordomo.
Ci recammo sulla scena del delitto e mentre i poliziotti prendevano prove e cercavano qualsiasi indizio utile per la ricerca al killer, il capo ispettore di Scotland Yard mi spiegò di nuovo le tecniche usate dal killer. Erano identiche agli altri tre casi precedenti
ANGOLO AUTRICE:
E dopo un sacco di tempo, rieccomi qui. Mi sono fatta attendere e desiderare, ma ci sono di nuovo. Buona lettura e Buon divertimento, non posso essere certa sulla prossima pubblicazione, quindi mi scuso in anticipo :)
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Il MIO maggiordomo nero corvino
FanficCiel, ultimo membro del casato Phantomhive, ormai è cresciuto, è diventato un adolescente di sedici anni, ma non demordere, sa che è molto vicino a scoprire la verità sui suoi genitori, e insieme all'aiuto di Sebastian, che è sempre al suo fianco ci...