Potremmo essere solo io e te

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Eravamo di nuovo insieme, potevo di nuovo stringerlo a me, stavolta non era un sogno. Aprii la camera e lo guardai, gli stavo per fare cenno di entrare con me, ma lui mi anticipò.

-Allora a domani, mio signore. Mi ritiro nelle mie stanze.- fece un breve inchino e si voltò. Io afferrai la coda del frac, un gesto che quando ero piccolo avevo fatto mille e mille volte, senza mai accorgermi di cosa realmente quel gesto volesse dire per entrambi; non andare via, non lasciarmi da solo. Guardai la sua uniforme strappata e sporca, non sapevo neanche che cosa realmente gli fosse successo lì dentro. In quel momento avevo solo voglia di piangere e stringermi tra le sue braccia, appoggiato al suo petto per sentirne il calore.

-Anche io, qui nel mio armadio, ho una tua uniforme, perfetta, potresti cambiarti qui... con me...spogliarti e... vedere cosa accade...- gli sussurrai sempre più lentamente, cercando di evitare il contatto visivo.

-Mi pare di aver capito che non mi volesse attorno, e ora mi fa anche delle proposte indecenti?- mi disse mentre con la sua mano mi alzava lentamente il viso fino a potermi guardare negli occhi.

-Le parole che ti ho detto l'altra volta... erano prima di capire che razza di danno avrebbe causato alla mia mente la tua assenza...- gli aprì il mio cuore e anche Sebastian restò immobile a quelle parole.

-Credo che accetterò la vostra proposta indecente, mio signore.- disse prima di accomodarsi in camera.

Sebastian chiuse dietro di sé la porta. Io mi sedetti sul letto, mi tolsi la benda e mi slacciai i primi bottoni della camicia. Poi lo ammirai attendendo una sua mossa. Lo guardai facendogli un lieve cenno con la mano. Sebastian sorrise, si aggiustò i capelli con una mano portandoli indietro e finalmente il suo sguardo incrociò il mio, complici di quella passione che sapevamo entrambi ci avrebbe avvolto in quella notte. Sebastian iniziò a spogliarsi lentamente, buttando dove capitava i suoi vestiti, fregandosene per una volta dell'ordine. Finalmente si era sbarazzato della camicia ed ora i miei occhi potevano godere della visione del suo petto nudo, non più perfetto come prima, ora era ricoperto di cicatrici. Il mio sguardo in un attimo si fece preoccupato, e mi avvicinai a lui gattonando sul letto. Guardai attentamente quelle cicatrici, una ad una passando la mia mano sopra ognuna di esse, per constatare che fosse tutto vero, che il mio Sebastian avesse subito non so quali torture da quelle persone.

-Che ti è successo? Che ti hanno fatto?- chiesi più in preda al panico del solito.

-Ha più importanza adesso?- mi domandò lui alzandomi la testa. Il suo sguardo era pacato, non c'era niente che potesse fargli male adesso, era sereno anche se stranamente sofferente.

Scossi la testa, Sebastian aveva ragione, ora non aveva importanza, volevo solo che sapesse che c'ero io con lui e che non lo avrei lasciato da solo, mai più. Promisi a me stesso che non avrei permesso più a nessuno di dividerci. Mi sbottonai la camicia e la misi via. Ci sorridemmo a vicenda, io mi sdraiai sul letto e Sebastian si mise su di me. Le nostre labbra finalmente si erano toccate, dopo un tempo interminabile in cui erano state divise. Mi baciò con molta passione e dolcezza; ero mancato molto anche a lui, lo capì bene da quel suo bacio eterno e intenso. Le ore in cui eravamo stati lontani erano poche, ma ad entrambi era sembrata un'eternità.

La sua mano lentamente sfiorò il mio petto e i miei fianchi, la stessa sensazione che avevo provato nel mio sogno adesso era più vera, più intensa. I brividi mi correvano lungo la schiena a ogni suo tocco, ad ogni suo bacio. Le sue labbra percorrevano tutto il mio petto e io strinsi le braccia intorno al collo di Sebastian, mi sembrava come se da un momento all'altro dovesse sparire, come se tutto non fosse reale.

Mi slaccio i pantaloni e fece lo stesso con i suoi. I nostri corpi completamente nudi si toccarono, potevo sentire il calore del suo corpo contro il mio, riuscivo a sentire il suo respiro sul mio collo, mentre mi baciava lentamente. Iniziai a sentire scivolare sensualmente Sebastian dentro di me, e il suo bacino che lento si muoveva. Stava giocando con il mio corpo, non entrava fino in fondo, ma solo il tanto che bastava per farmi gemere e dimenare dal piacere. Ansimai il suo nome, quasi a supplicarlo di non indugiare oltre, volevo essere suo, dovevo e non avevo intenzione di aspettare neanche un minuto di più. Il mio maggiordomo sorrise e mentre mi baciava il collo il suo movimento fu più deciso. Provai un leggero dolore all'inizio, ma svanì subito, fece spazio al piacere che mi stava provocando. La sua mano mi invitò a seguirlo, a imitare i suoi movimenti, e io lo feci, ci muovevamo all'unisono, eravamo diventati una cosa sola , come era successo tante altre volte, proprio su quel letto, ma questa volta c'era qualcosa di diverso, la lontananza, l'essersi mancati e l'essersi quasi persi per sempre.

Era da troppo tempo che avevo rinunciato, che avevo soffocato quella passione, quel ardente desiderio che ci univa che ora potevamo finalmente esprimere, sentire ancora una volta il suo calore dentro il mio corpo era una sensazione magnifica. Entrambi stavamo provando un piacere immenso, che non potevamo esternare più di tanto, dovevamo trattenerci almeno un poco, e controllarci, qualcun altro avrebbe potuto sentirci. Dopo tutto quello che stavamo facendo noi era contro qualsiasi etica, soprattutto perché io ero già promesso sposo a un'altra persona. Ma questa attrazione era troppo forte ad entrambi.

-Sebastian...- ansimai -Ti amo....- dissi guardandolo negli occhi prima che entrambi potessimo raggiungere l'apice del piacere.

Eravamo ancora svegli, avevamo continuato a fare l'amore per tutta la notte, e adesso era mattina. Nelle altre stanze c'era movimento, tutti si stavano preparando per cominciare la giornata, tranne noi che eravamo sdraiati, io su di lui, ci accarezzavamo a vicenda, fissando il vuoto, ognuno assorto nei propri pensieri, ognuno nei pensieri dell'altro.

-Cosa continuiamo a fare qui?- mi chiese Sebastian. Io alzai la testa e lo guardai.

-In che senso?- gli domandai.

-Perché siamo ancora su questa nave, qui nulla è familiare per noi, qui nulla ci appartiene.-

-Io ho una missione da portare avanti, anzi noi. Per conto della Regina.-

-Mandiamo tutti al diavolo, andiamo via..-

-E Lizzy, e gli altri alla villa... E la promessa fatta a Drakul...-

-Era questo a cui mi riferivo, scappiamo, andiamo via di qui. Potremmo essere solo io e te, nel luogo dove andremo, nessuno ci potrà mai trovare, sparire per sempre e restare solo noi.-

-Sebastian, non credo sia possibile questo, io ho dei doveri da rispettare delle promesse e anche tu...- dissi scostando i capelli per mostrargli l'occhio del contratto.

-Ciel...- pronunciò il mio nome con decisione, e quasi mi lasciava stranito - Dopo la morte o la scomparsa di qualcuno gli altri sono costretti a continuare a vivere la propria vita, nonostante il dolore, nonostante la voglia matta di non continuare più sono costretti a farlo, così accadrà, staranno male, soffriranno, ma prima o poi passerà.-

-Sebastian, ti amo, vorrei davvero scappare via con te, ma hanno sofferto già troppo non credi? Hanno sofferto per i miei genitori, più volte anche per me, non potrei fargli un torto così grande. In più ho promesso a Drakul di ritrovare il suo tesoro.-

-Nonostante quello che proviamo l'uno per l'altro, tu vorresti vivere la tua vita normalmente, tu vorresti continuare clandestinamente questo nostro...-

-Io mi fido ciecamente di te, ti ho donato la mia anima, il mio cuore e il mio corpo, ma io ho bisogno che tu ti fida di me, e che credi nella speranza che potremmo uscire da questa situazione, in un modo o nell'altro ci sarà una soluzione.- dissi con una sicurezza impressionante che lasciò di sorpresa anche me. Sebastian mi osservò attentamente:-Io ti amo, e mi fido di te, tu hai il controllo su di me e sul mio corpo.- mi disse con un pizzico di lussuria nella voce. Mi misi a cavalcioni su di lui, e potevo sentire il suo membro, ancora in erezione che toccava il mio.

-Era una specie di provocazione...- cercai di mantenere un tono di voce impostato. Sebastian mise le sue mani sui miei fianchi e mi obbligò a muovermi, facendo in modo che le nostre intimità si strusciassero una sull'altra.

-Se davvero fosse stata una provocazione te ne saresti accorto.-

-Forse potremmo passare la mattinata in questo modo?- chiesi a Sebastian che sogghignava guardando il mio corpo a contatto con il suo.

-Io penso sia un'ottima idea per passare la mattinata in modo produttivo, in fondo stiamo lavorando lo stesso, un altro tipo di lavoretto, ma va bene lo stesso, no?- mi chiese Sebastian, io risi, cogliendo l'allusione. Realizzai che in fondo tutti i torti non ne aveva. Potevamo realmente concederci l'uno all'altro, d'altronde non avevamo molto da fare, e poi quella forse poteva essere la nostra ultima volta a letto assieme, nessuno poteva dire cosa sarebbe accaduto dopo, cosa avrei fatto per poter dimostrare il mio amore per Sebastian liberamente senza far soffrire nessuno, avremmo potuto realmente scappare via insieme, mandando in malora tutto o sarebbe stato più coraggioso restare e lottare per noi.

A volte scappare può essere una scelta impavida, non deve essere per forza la scelta dei codardi.

Il MIO maggiordomo nero corvinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora