Parte 14

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Oggi è il terzo giorno di allenamento per Eren. 

Come ogni mattina mi sono cambiato, ho messo a posto la stanza e sono uscito. Però il resto delle mie abitudini sono leggermente cambiate. Ora, invece di prepararmi il thè e restare nella mensa fino all'arrivo della squadra, vado a prendere il moccioso per fare colazione insieme, colazione che preparo io, per poi dirigerci in quella sottospecie di palestra privata. Entro per primo, passandogli l'attrezzatura, ma stavolta anche io la indosso.

"Allora Eren, oggi ti insegnerò il metodo giusto di estrarre le spade" affermo guardandolo mentre si sistema per bene. Annuisce, e velocemente gli spiego come girarle per fare un taglio più netto. Poi passo alle bombole di gas e gliele faccio cambiare. Ad Erwin gliel'ho già detto che è molto veloce ad imparare, e infatti da domani mi ha dato il permesso di iniziare l'allenamento all'esterno. "Eren, da domani inizieremo ad allenarci esternamente" dico poggiando una mano sulla sua spalla. Lui per un attimo si ferma e si gira per guardarmi sorridente. I nostri sguardi si scontrano ma, al contrario degli altri giorni, oggi sembra più spento. Non ci bado molto, anche perché ci conosciamo da troppo poco tempo. E di certo non sono affari miei.

'Ma chi voglio prendere in giro. Certo che sono affari miei! Erwin me l'ha affidato. È sotto la mia responsabilità. Allora perché mi faccio questi problemi? Ma soprattutto perché ho ancora la mia mano sulla sua spalla?' penso, continuando a fissarlo in quegli occhi smeraldo. A quest'ora di solito c'è movimento, ma nessuno viene in palestra, e di certo nessuno ci cercherà. Conoscendo Erwin avrà ordinato a tutti di non utilizzare la palestra e di non interrompere i nostri allenamenti. Questa situazione di stallo dovrebbe farmi sentire agitato, invece sono calmo.

Un raggio di sole illumina i nostri volti. I suoi occhi riprendono il loro colore vivace, e in quel momento capisco cosa devo fare: proteggerlo, ad ogni costo.

Eren P.O.V.

Stavo ancora cambiando una bombola di gas quando mi ha detto che da domani inizieremo l'allenamento in esterno, ma da quel momento non siamo riusciti ad interrompere il contatto visivo neanche per un istante. È come se i nostri occhi si fossero cercati per un tempo infinito, ed ora che si sono trovati non vogliono lasciarsi andare. Forse è questo che chiamano amore. La sua mano su di me brucia, ma in modo positivo. Credo. Ma il resto non importa, perché ormai ho preso la mia decisione: proteggerò tutti loro, anche a costo della mia vita. Proteggerò Hanji, che ha deciso di accogliermi nonostante capisca che pericolo comporta avermi qui. Proteggerò Erwin, che ha accettato il mio aiuto e si sta fidando di me. Proteggerò May, che è stata l'unica amica dopo quell'inferno. E proteggerò Levi, che mi sta dando la possibilità di amare, anche se non lo saprà mai.

Solo quando sentiamo le campane indicare l'una, ci accorgiamo del tempo passato. "Hai fatto un buon lavoro. A domani" togliendosi l'attrezzatura, per poi appoggiare la mano sulla mia testa e andarsene. Appena la porta si chiude, May esce ed inizia a parlare. No, anzi, inizia a fangirlare "Halleluja! Ti ci voleva tanto? Stamattina eri tutto un "per me non esiste felicità. Morirò solo. E bla, bla, bla" e ora guardati. Hai ammesso con te stesso di essere innamorato! Almeno hai capito che la farse dell'etero qui non ti serve. Insomma, se pensiamo a Jean e Marco, o Ymir e Historia...". Inizio a togliermi l'attrezzatura, mentre ascolto i suoi scleri. E tra un "vi sposerete" e un "voglio essere la madrina dei vostri figli", passando per il classico "se uno di voi due fa una qualunque cazzata e rovina tutto lo ammazzo", arriva la sera.

[Dopo cena, e dopo altri scleri di May]

"Mikasa, non sono ancora stanco. Tu intanto aspettami su" le dico sorridendo. Lei annuisce, ricambiando il sorriso, ed avviandosi verso la camera. Io prendo la direzione della torre più vicina. La mia non è solo voglia di vedere le stelle, ma anche bisogno di pensare. Mentre mi avvicino alla mia meta, inizio a sentire qualcuno cantare. È una melodia familiare, ma non ci sono parole. Sono solo note. Quando arrivo alla porta che dà sulla torre, capisco che è Levi a cantare, e capisco anche cosa canta. Era la loro canzone, sua, di Isabel e di Furlan, ma non pensavo la ricordasse.

Non mi accorgo neanche di essere uscito dalla porta e di essermi messo vicino a lui, canticchiandola anch'io. Quando finisce, il primo a parlare è Levi, chiedendomi "Come conosci questa canzone?". La sua voce è calda, piena di sentimento. O forse sono io a sentirla così. "L'ho sentita da qualche parte, molto tempo fa" penso sia meglio restare sul vago. Continuiamo a guardare il cielo, ed è di nuovo Levi ad interrompere il silenzio iniziando a raccontare "Io.... l'avevo imparata per un'amica. Tanto tempo fa c'era un menestrello vicino a casa mia. Questa mia amica amava quella canzone, e dopo un po' ho ceduto. In cambio del thè nero". Ridacchio leggermente, poi lui ricomincia "Ho iniziato a prendere lezioni da questo tipo. Mi ha insegnato ad usare la chitarra, e mi ha insegnato a cantare questa canzone. Purtroppo, ne ho dimenticato una parte". 

Sapendo a chi si riferisce, un paio di lacrime sfuggono al mio controllo. Da una parte, sono triste per Isabel. Dall'altra, sono contento della sua fiducia. "Grazie" sussurro. Lui si gira verso di me, confuso, ed io faccio lo stesso. "Grazie per esserti fidato di me" gli dico sorridendo. Lui si rigira verso il cielo, e risponde "No. Sono io a ringraziarti per non aver fatto domande". 


Angolo autrice

ho il magone. e sto iniziando ad odiare quella canzone


no, non è vero. amo quella canzone. è triste e bellissima allo stesso tempo. non perché la colego a Levi, Isabel e Furlan, ma per la canzone in sè


volevo mettere foto belle, magari foto Ereri... poi mi sono imbattuta in questa

 poi mi sono imbattuta in questa

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e questa

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e questa

ed ora salutiamo i miei sentimenti, che hanno preso un taxi e stanno cambiando mondo :'D

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ed ora salutiamo i miei sentimenti, che hanno preso un taxi e stanno cambiando mondo :'D

*scompare in un lago tirando uno sciaquone*

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