Parte 81

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Bertholdt P.O.V.

È notte fonda, e la nave su cui ci troviamo oscilla a causa del vento. Sono in cabina, con una piccola luce che illumina il mio diario, seduto davanti alla scrivania. Leggo di ciò che ho passato nei mesi precedenti, con quella che consideravo una sorta di famiglia, e un sorriso malinconico mi spunta improvvisamente. Quel tizio... Corvo... Eren... ci aveva dato la possibilità di scegliere. Reiner non è riuscito ad andare contro la sua madrepatria, ed io l'ho seguito, come il fratello che sono sempre stato per lui. Annie, al contrario, ha deciso di pensare con la sua testa. "Forse... forse se avessi cercato di convincerlo... forse non sarebbe morto... forse... forse stiamo sbagliando... forse siamo dalla parte del torto" penso ad alta voce, sbuffando poi, ed appoggiando la testa sul braccio. Mi perdo nei ricordi, non avendo idea di cosa farò quando arriverà il momento di combattere. Ma non potrò avere rimpianti, qualunque cosa succeda, questo è certo. Perso nei miei pensieri non mi accorgo del rallentamento della nave, almeno non fino a che la porta della mia cabina non viene spalancata, facendomi tirare un urlo poco... virile. "Ma sei scema?! La prossima volta bussa, chiaro? Mi hai fatto prendere un colpo... e poi, smettila di ridere" cerco di riprendere fiato, mentre Marie, il Titano martello, non riesce a smettere di ridere, e quando lo fa mi trascina letteralmente fuori. "Mi spieghi dove mi porti?" chiedo sbuffando, ma lei nemmeno si gira.

Mi porta, contro la mia volontà, a prua, da dove si riesce a vedere il muro che delimita Eldia. Una sensazione di malessere mi pervade, e sono sempre più indeciso. Mi guardo intorno, notando che non siamo gli unici due sul ponte. Quando arriviamo dalle ringhiere finalmente mi lascia, andandosi a sporgere leggermente. Nessuno dei due parla, anche se il brusio degli altri presenti, accompagnati dai suoni circostanti, non rende il momento completamente vuoto. Dopo alcuni secondi ad interrompere il silenzio è la stessa persona che mi ha portato qui, e girandosi mi dice "Riesco a vedere le coste di Eldia da qui. Ce la faremo sicuramente a sconfiggerli. Non è vero?". Il suo sguardo si sposta nuovamente verso il muro, senza aspettare una mia risposta. Sembra immersa nella spettacolare vista che ha davanti, illuminata da una Luna piena, e da qualche luce proveniente dalle navi. Vedendola così felice non posso che credere di essere nel giusto. Mi avvicino lentamente al bordo, mentre altri iniziano ad esultare, usciti apposta per godersi il momento dell'attracco. Do uno sguardo alla flotta, che intanto sta facendo scendere tutti gli eldiani pronti per essere trasformati, volenti o nolenti.

Osservando tutto ciò che mi circonda, inizio nuovamente a perdermi nei ricordi. La prima cosa che mi viene in mente è la volta che sono venuto qui, insieme a Reiner, Annie e Marcus, pronti per andare a recuperare la coordinata da quelli che credevamo mostri. Un pensiero, un orribile, terrificante pensiero mi attraversa la mente 'E se fossimo noi i veri mostri? E se tutto ciò che crediamo fosse sbagliato?'. Al solo dubitare della loro giustizia, un brivido percorre la mia schiena, e solo ora mi accorgo che sta iniziando a piovere. "Ma come? Fino a due minuti fa non c'erano nuvole..." dico non capendo come sia possibile, ma subito vengo trascinato in cabina da Marie, che mi urla che sono passati più di quaranta minuti. Resto stupito dalle sue parole, lasciandomi trasportare dalla ragazza.

Dentro la stanza finisco di preparare la mia roba, come ordinato dal "Capo Supremo" di tutta questa merda. Insomma, ordinato dal fratello di Marie, Willy Tiber. In realtà non è il vero capo, ma glielo facciamo credere. Dopo essermi preparato sono pronto a scendere. L'unica cosa che lascio indietro è il mio diario, che non porterò dietro per ovvie ragioni. Non voglio certamente che qualcuno lo trovi. Ed è proprio per questo motivo che l'ho nascosto in un buco sotto il letto, coperto dal materasso. Do un ultimo sguardo ed esco dalla cabina, forse per l'ultima volta, dirigendomi di sotto. Qualunque cosa accada, non avrò rimpianti.  

Eren P.O.V.

Entro in doccia dopo aver "litigato" con Levi, giusto per rilassarmi un po'. Ha continuato per tutto ieri e oggi con il discorso che gli sto nascondendo qualcosa, e che vuole saperlo per forza, anche se sa che non ho intenzione di dirglielo. L'acqua passa sulla mia pelle, sciogliendo la tensione che si stava accumulando in questi giorni. Amo davvero Levi, ma certe volte penso di non essere il pezzo di puzzle che si incastra perfettamente. In fondo, non ci conosciamo da così tanto tempo, ed io non è che abbia mai creduto nei colpi di fulmine. Immerso nei miei pensieri e, a causa del suono rilassante che le gocce producono quando si infrangono a terra, non mi accorgo di qualcun altro entrato in bagno. Salto dallo spavento quando le braccia di Levi mi cingono la vita, aiutandomi ad insaponarmi. È il suo modo dolce per dire "Scusa se sono così, ma lo faccio solo perché mi preoccupo". La tentazione di girarmi per baciarlo è tanta, le parole da dire infinite, ma qualcosa mi blocca. Inizio a lavarmi le braccia molto lentamente, e mentre la persona dietro di me inizia a baciarmi la schiena, passando le mani su tutto il mio corpo, qualcosa in mezzo alle gambe di entrambi si sveglia. Maledico il suo essere così...... eccitante, soprattutto ai miei occhi.

Levi, togliendo tutto il sapone dal mio addome, si accorge del problema, iniziando a stuzzicarne la punta. So che sta sorridendo, ma non ho intenzione di dargli la soddisfazione nel sentirmi gemere. Anche se, pensandoci bene, non so quanto resisterò. <<Secondo me duri bene poco>> mi comunica May, con cui chiudo subito la conversazione mandandola a quel paese. Però ha ragione. La sua mano inizia a passare lentamente su tutta la lunghezza, mentre io mi mordo un labbro fino a farlo sanguinare, con il respiro leggermente affannato. La sua voce spezza il silenzio "Sei ancora così arrabbiato?", e dal tono si capisce che è davvero dispiaciuto. Cercando di non fargli capire come sto reagendo alle sue provocazioni, dato che ha iniziato a muovere la mano lungo tutto il mio membro. Con la voce spezzata da leggeri ansiti, che ormai escono dalla mia bocca senza controllo, decido di rispondere con una domanda "Perché, invece di parlare, non mi dai di più di te?". La mano si stringe attorno al mio sesso, iniziando a muoversi più velocemente, e sono costretto ad appoggiarmi. Quando sono al limite Levi mi penetra senza preparazione, facendomi venire con un gemito strozzato per la sorpresa. "Direi che, questa volta, vuoi fare l'attivo, eh?" gli chiedo ironico, e quando risponde con "Tu che dici?", risposta accompagnata da spinte molto forti, capisco che cosa vuol dire essere dominato fin nell'animo. La stanza si riempie di nostri suoni, e mentre l'ambiente si scalda vengo una seconda volta. Levi esce da me per potermi girare e trascinarmi in un bacio pieno di passione. La mia mente diventa bianca, e non riesco a pensare a niente, se non a noi due mentre ci amiamo. Mi fa sdraiare mentre continuiamo a scambiarci baci alternati a morsi, con le lingue che si cercano e si trovano. Riprendiamo aria dopo l'ennesimo bacio passionale, ma invece di fiondarsi sulle mie labbra si allontana, prendendomi poi le gambe e mettendole sulle sue spalle. Con un colpo secco è nuovamente dentro di me, rilasciando un sospiro appagato. I suoi occhi scuri di eccitazione percorrono la mia pelle, che sento bruciare sotto il suo sguardo. È come se mi dicesse "Sei mio". Le spinte vengono accompagnate da gemiti, ansiti, respiri, il tutto senza staccare lo sguardo l'uno dall'altro. La visione sopra di me è paradisiaca: gli occhi scuri per l'eccitazione, la bocca schiusa, i muscoli delle braccia che si muovono sotto la pelle, e il petto muscoloso con i miei segni addosso. Senza distogliere lo sguardo mi morde le gambe, lasciandoci segni visibili. Quando aumenta la velocità, ed io inizio a sentire la mia erezione pulsare, Levi lo prende in mano. Gemo a causa del suo tocco fin troppo esperto. Conosce ogni punto sensibile di me, come io di lui. Le spinte si fanno più veloci, e quando tocca quel determinato punto dentro di me inarco la schiena, lasciando un gemito molto più rumoroso degli altri per il rilascio del mio seme. Pochi attimi dopo anche Levi viene, riempiendomi di lui. Con gli occhi lucidi di eccitazione continuo a guardare l'uomo che mi ha conquistato, e sorridendogli gli sussurro "Ti amo, Levi. Non sai quanto". Esce da me, aiutando poi ad alzarmi, e affermando felice "Anche io Eren. Anche io ti amo".

Tra una coccola e l'altra Levi finisce di lavarsi, io invece decido di restare ancora un po' sotto il flusso dell'acqua calda. Poco prima di uscire chiede se quindi è tutto apposto, e alla mia risposta affermativa sorride. La porta si chiude, e riesco a finire la mia doccia, con il cuore un po' più leggero.  


Angolo autrice

io non volevo scrivere la scena di sesso. sono stata costretta -_-

Levi: ma non è vero!

Zeke: quando fai entrare mamma mia in scena? :D

emmmmh.........

Hanji: *fischietta*

Zeke: che state facendo a mia madre? 

me e Hanji: niente!

Jean: bene! il set per la scena prossima è pronta!

bene. ora devo scrivere i fegatelli. quindi, alla prossima :D

spero solo di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo un po' prima......

Non abbandonarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora