Parte 46

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Levi P.O.V.

Superiamo quella che posso definire una casa, diretti non so dove. Guardo Eren che ha uno sguardo malizioso, e seguendo il suo sguardo, scorgo il lago. "Eren, cosa vuoi fare?" chiedo appena sceso dalle sue braccia, braccia che iniziano a muoversi, comandando terra e acqua, e creando in poco una specie di laghetto più piccolo. Prendendomi per mano mi guida verso di esso, e dal bordo noto che l'acqua è molto bassa, al massimo arriverà al metà gamba. Eren, con un tono perverso, mi ordina "Spogliati", facendomi sussultare leggermente quando le sue labbra sfiorano il mio orecchio. Incrocio le braccia, sentendolo prima sbuffare, e successivamente prendere il brodo della mia maglia. Con voce sensuale mi sussurra "Se non sei in grado per colpa dell'alcool, ti posso dare una mano io", mordendomi l'orecchio. Tra un gemito e l'altro riesco a rispondere "Tsk, non sono ubriaco, moccioso", facendolo ridacchiare e rispondere "Lo so. Ti sei bevuto mezza bottiglia di vodka del mio posto, e non hai fatto una piega".

Con un movimento veloce mi toglie la maglia nera, cominciando a baciare ogni centimetro di pelle, dal collo alle spalle, mordendo e succhiando la pelle. So che domattina non ci saranno più perché mi avrà curato, ma ammetto che non mi dispiacerebbe restare marchiato a vita. Incrocio nuovamente le braccia, o almeno, questa era l'intenzione, perché a metà del percorso vengono fermate da Eren, che mi prende per i polsi e mi fa girare. Incontro i suoi occhi verdi, che sembrano brillare sotto la luce delle stelle. La sua pelle, piena di cicatrici, sembra statuaria. Sento di star arrossendo leggermente, ma non mi importa. Se è con lui, posso lasciarmi completamente andare.

Mi libero dalla sua presa, stupendolo, e togliendo la sua maglia di mezzo. Gli slaccio la cintura, facendo scendere pantaloni e mutande, e ripetendo lo stesso procedimento con me, in modo lento e sensuale, come se stessi danzando. Una danza solo per lui, che per tutto il tempo mi ha guardato provocante, ma che allo stesso tempo sembra essere arrossito. Mi lancio a baciarlo, la mia bocca affamata della sua quasi quanto la sua della mia. La mia lingua chiede un accesso già consentito, accarezzando la sua come la prima volta, alla ricerca di qualche cosa, rincorrendoci e lasciandoci in modi sempre differenti. Le nostre mani accarezzano i nostri corpi nudi, accarezzandoci e stringendoci, alla ricerca di calore umano. Ci stacchiamo per respirare, stringendoci e guardandoci, l'uno perso nell'altro. Altri baci e altre carezze si susseguono, bisognosi di toccarci.

Dopo aver tolto completamente di mezzo i vestiti, mi prende senza preavviso in braccio, facendomi quasi, e ripeto quasi, spaventare. Mi poggia delicatamente in acqua, senza staccare gli occhi da me neanche per un secondo, inginocchiandosi in mezzo alle mie gambe. Noto che l'acqua è calda, ed Eren, come se mi avesse letto nel pensiero, mi dice sorridendo "Se ti chiedi perché l'acqua è calda, sappi che la sto scaldando con uno dei miei poteri". Una gamba viene tirata in alto, cominciando ad essere baciata e morsa, fino ad arrivare al pube. Lascia un grosso succhiotto lì vicino, facendo uscire un gemito dalla mia bocca.

Tiro indietro la testa quando comincia a leccare il mio membro, in modo lento e snervante. Nel contempo fa entrare un primo dito dentro di me, poi un secondo e un terzo, senza farmi sentire dolore. Prende in bocca il mio membro pulsante, e nello stesso momento in cui comincia a muoversi con la testa, comincia a muovere le dita dentro di me. Forti gemiti escono dalla mia bocca, ma non li trattengo, non con lui. Non con Eren.

Quando sono sul punto di venire, Eren si stacca, sfilando le dita, ma non faccio in tempo a mandarlo a quel paese, che mi gira, entrando dentro di me, facendomi venire una prima volta. Sento il suo respiro sul collo, e con la bocca inizia a baciare ogni punto, partendo da dietro un orecchio e arrivando fino all'altro. Mi sussurra "Sei bellissimo, lo sai?", cominciando a pizzicare i capezzoli. Mi morde una spalla, iniziando a muoversi prima lentamente, e poi sempre più veloce. I nostri gemiti sono un tutt'uno, e non importa nient'altro. L'aria è calda attorno a noi, e non solo per i suoi poteri. Dopo varie spinte trova quel maledetto punto, costringendomi a trattenere il fiato per non urlare. Ma dura poco la mia volontà, perché Eren continua a mirare quel punto preciso, centrandolo ad ogni spinta. Ogni colpo fa vibrare il mio corpo, e quando veniamo insieme, ci accasciamo sfiniti.

Con il fiatone mi dice "Sai Levi, non dovresti bere così tanto", e mentre esce da me e dall'acqua finisce "Perché va bene che nella botte piccola c'è il vino buono, ma per la tua altezza è meglio non esagerare". Mi giro per guardarlo male, ma quando lo vedo e lo sento ridere, capendo che era solo un suo scherzo, mi metto a ridere anch'io.

Eren P.O.V.

Entrambi ridiamo per parecchio tempo, ritrovandoci una seconda volta senza fiato. Sdraiati a terra, l'uno vicino all'altro, mano nella mano, fissiamo il cielo e le stelle. Nonostante ci siano delle nuvole, la luce arriva chiara. Se fossimo nel mio mondo, non si potrebbe godere di uno spettacolo così meraviglioso. Con il pollice accarezzo la sua mano, portandola alla bocca e baciandola. Amo questa persona con tutto il mio cuore, e l'amerò per sempre. Mi giro a guardarlo, notandolo incantato ad osservare il cielo notturno. Forse non si era mai soffermato a guardare in alto, perché troppo intento a guardare avanti.

Mi rialzo da terra, non spezzando il contatto che abbiamo attraverso le nostre mani. Poi decido di prenderlo in braccio. Lo bacio sulla fronte, sussurrando "Ti amo, nanerottolo", e dopo il suo solito "Tsk" mi risponde "Anche io ti amo, moccioso". Va bene essere chiamato moccioso, se la persona che lo fa è la stessa che ami. Lo curo, mettendolo poi a terra e passandogli i vestiti, che entrambi ci rimettiamo. Levi, sistemandosi la cintura, mi dice imbarazzato "Sai, non mi dispiacerebbe avere un tuo marchio sulla pelle". Avvicinandomi al suo collo, gli lascio un marchio bello profondo, succhiando la pelle fino a farla diventare viola. Soddisfatto del mio lavoro, sistemo il lago, facendo tornare in superficie la terra.

Prendo di nuovo Levi in braccio, affermando "Sai, ho deciso. Domani parleremo, May ed io, a tutti voi. Dobbiamo spiegare un sacco di cose". Levi subito mi rassicura, affermando "Guarda che non sei obbligato". Lo guardo, sorridendogli, e dicendo "Sì, lo so. Ed è per questo che voglio parlarne. Dopo essere quasi morto, ho deciso di parlarne".

Sorridendo felice, mi incammino verso casa, con una principessa in braccio, poco d'accordo ad essere portata così.  


Angolo autrice

la tenerezza *sviene per il diabete*

Levi: ma..... ma abbiamo scopato malamente! 

sì, ok, è vero. ma avete fatto anche cose pucciose! 

Eren: è vero! CAPITANOOOOOOO!!! *lo va ad abbracciare*

Non abbandonarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora