Parte 56

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(foto completamente a caso di loro due)

Piccola interruzione di flashback

Eren P.O.V.

Raccontare la mia vita mi riporta alla mente tanti, forse troppi ricordi. Nonostante abbia parlato per quasi un'ora, ho raccontato solo una piccola parte della mia vita. Mi strofino gli occhi con la mano, e guardando fuori affermo "Dovresti andare, è molto tardi. Ti racconterò il resto domani". Mi alzo dalla sedia, venendo poi trascinato da Levi in un abbraccio. Lo sento dire "Non ho intenzione di andare da nessuna parte. Non finché avrai bisogno di me". Ridacchio a quelle parole, ma allo stesso tempo mi sento sollevato, e ricambiando l'abbraccio gli rispondo che "Lo so che ci sarai, e per questo ti sono grato. Però dovresti seriamente andare". Cerco di staccarlo delicatamente, ma più ci provo più sento Levi stringere. Si stacca solo quando sente una mia costola rompersi, ma guarisco ancora prima che mi possa fissare con uno sguardo stupito. Inizio a ridere per la sua espressione tra il colpevole e il terrorizzato, piegandomi in due a causa delle troppe risate. Quando rialzo lo sguardo mi chiede rabbioso "Mi spieghi per cosa cazzo stai ridendo?!", prendendomi per il mento e facendo scontrare i nostri sguardi. La mia risata si interrompe, e anche il suo sguardo cambia, riempiendosi d'amore. Ci incantiamo e allo stesso tempo ci incateniamo a vicenda, non riuscendo ad aprire bocca, né a spezzare il momento. (It's ok to be gay! Voglio i fiori, gli arcobaleni nonostante sia notte e degli unicorni, chiaro?!)

Il tempo di chiudere gli occhi e di riaprirli e le labbra di Levi sono sulle mie. Dura giusto il tempo di sentire il contatto, perché quando me ne accorgo lo allontano, le braccia distese, le mani sul suo petto. Mi schiarisco la voce, affermando "No...... non posso", girandomi e passandomi nervosamente le mani tra i capelli. Avrei voglia di saltargli addosso, di baciarlo, di accarezzarlo. Ma come posso, sapendo che mi ha visto diventare un mostro simile?! "Eren, almeno spiegami il perché" il suo tono è quasi supplichevole, mentre una sua mano si intreccia alla mia, riportandola lungo il fianco. Non so se dirglielo oppure no. So che le mie sono paure infondate, e che anche dopo avermi visto in quello stato...... orribile, è venuto qui con me. Anzi, si è fatto portare da me, per di più volando. Stringo la sua mano mentre gli rispondo "Perché dopo che mi hai visto in quel modo...... io......... io non posso. Sono un mostro. Anche tu l'hai visto. Tu......... tu mi hai visto in quel modo orribile. Come faccio a stare con te, a dirti che ti amo, a baciarti, senza......... senza la paura di farti del male?", l'ultima parte quasi sussurrata. La stretta di Levi si allenta, e per qualche secondo mi sento morire. Poi mi chiede offeso "Non ti fidi abbastanza di me? Dimmi Eren, perché sarei venuto qui, ad ascoltare la tua storia?". Il suo tono è duro mentre parla, e da esso riesco a capire quanto si senta ferito. "È vero, non mi fido" a queste parole la sua mano scappa dalla mia, e Levi va verso l'uscita, ma lo fermo per un spalla. Poi, continuando il discorso, gli spiego che "Non mi fido......... di me. Non mi fido......... perché ho paura. La mia sola presenza qui mette a rischio voi, non me. Non mi ucciderebbero mai. Gli servo vivo. Impazzito, ma vivo. E se un giorno io impazzissi improvvisamente? Se non riuscissi più a tornare normale? Sono pericoloso. È per questo, capisci? Io mi fido di te. Mi fido cecamente di te. Non ti avrei mai affidato il mio ciondolo, l'unico ricordo che ho di mia madre adottiva. Non te lo avrei mai affidato se non mi fidassi cecamente di te. È solo di me che......... non mi fido. Ho accettato le mie colpe. Ho accettato le mie uccisioni. Ho accettato il mio essere così pericoloso. Ma non accetterò mai di rischiare di farti del male. Non se posso evitarlo". Riprendo fiato, avendogli detto tutto quanto il più veloce possibile, e gli lascio la spalla.

Stringe i pugni, e......... si risiede sul letto? Si passa una mano tra i capelli, incrociando poi le braccia insieme al mio sguardo stupito, e probabilmente anche da stupido. Mi guarda per qualche secondo, dicendo poi "Allora lascia che io mi fidi di te. E ora forza, devi raccontarmi ancora molto, no? Ah, ora che ci penso, dovresti avvertire May che stanotte non torneremo", e a quelle parole arrossisco leggermente, nonostante io sappia non intenda quello che ho pensato. Prendendo la sedia e rimettendola come prima, avverto May, che subito mi risponde contenta <<O mio Dio! Davvero?! È meraviglioso! Tranquillo, avverto subito tutti. Domani però festeggeremo come pazzi! KYAAAA!>>. Ridacchio sentendola così felice. Poi, tornando serio, incrocio lo sguardo di Levi. Appoggiando le braccia appoggiate alla sedia e la testa alle braccia, con l'intenzione di raccontargli tutto.

Non abbandonarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora