Parte 32

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È da tre giorni che Levi mi crede morto, e sto seriamente cominciando a credere di aver fatto una cazzata. Ma........ cosa potrei fare? Insomma, mi crede morto, non posso certamente andare da lui e dirgli "Ehi Levi! Sono vivo!". No, non sarebbe giusto. Anche perché alla fine.......... "Alla fine morirai, giusto?" chiede May. "Oh, non pensavo fossi qui..." dalla mia risposta si capisce il mio umore: triste. Si siede vicino a me, esattamente come ieri mattina, e come l'altra ancora.

Per poco non mi prendo un infarto quando May si alza, cominciando ad urlarmi contro "Adesso basta! Sai un cosa? Mi ha davvero stancato questo tuo comportamento. Se veramente avessi voluto morire, ti saresti lasciato uccidere. Ogni volta che qualcuno tentava, però, lo uccidevi tu. Hai avuto una marea di occasiono di morire, e non ne hai sfruttato neanche una. E ora tu vuoi dirmi che vuoi morire?! Ma ti senti?! No, perché mi sembra tu abbia anche le orecchie tappate oltre al cervello. Se tu avessi davvero voluto morire, saresti già morto. Io, IO, ti avrei ucciso! Porca di quella puttana! Eren! Davvero! Apri gli occhi e goditi la felicità con Levi finché puoi, perché un giorno potrebbe davvero morire davanti a te, e tu non potresti farci niente". Poi se ne va, lasciandomi sulla torre a bocca aperta, e senza prosciutti davanti agli occhi finalmente. Perché, per quanto io odi ammetterlo, se avessi voluto morire avrei potuto anche uccidermi. Ma ormai, che cosa possa fare per rimediare? Niente.

Però posso continuare a proteggerli fino alla fine. Già..... fino alla fine.......... ma quale sarà la fine?

Senza accorgermene inizio a cantare una ninna nanna. Me la cantava sempre mia madre quando non riuscivo ad addormentarmi. Chissà cosa mi direbbe ora? Conoscendola, mi direbbe di affrontare di petto la situazione. In questo lei e May si somigliano molto: testarde, impulsive e molto emotive. Ridacchio sapendo di dover dare ragione ad entrambe. Già, entrambe. Perché anche se lei non c'è più fisicamente, esiste sempre nel mio cuore. Come Isabel e Furlan per Levi. E ora anche io.......

Finisco di cantare la melodia quasi completamente in lacrime. Mi mancano quei giorni felici. È vero, me ne sono sempre lamentato, ma non avrei mai voluto vederle morire. Non sarebbero morte se io non fossi mai nato. Se la mia madre biologica non fosse morta. Se mia madre non mi avesse adottato. Se potessi tornare indietro, penso mi toglierei la vita prima di conoscerla. Mi sporgo per veder meglio, scorgendo May trascinare Hanji sotto un albero e iniziare a parlarle. Sono sicuro stia parlando di me, ma io non riuscirei mai a parlarne senza piangere. Magari, dopo averle fatto il cazziatone, la ringrazierò.

Hanji P.O.V.

"Tesoro, che hai? Ti vedo pensierosa" dice preoccupato Erwin. Lo guardo negli occhi, perdendomi in quel blu meraviglioso. Gli sorrido leggermente, riprendendo a guardare verso la porta della mensa, in attesa di qualcosa, un qualunque segno che mi dia il permesso di parlargliene. Erwin, come se fosse riuscito a leggermi dentro, mi sussurra "Se non vuoi o non puoi parlarmene, non preoccuparti. Basta solo che non sia qualcosa di pericoloso. O grave. O troppo importante". Il problema è che credo sia importante, ma non so se dare priorità a Eren oppure a Erwin. Il primo è ormai come un figlio, nonostante le sue cavolate, mentre il secondo è il mio compagno di vita e di missione. In più è anche quello che ha permesso ad Eren e May di stare qui. Quindi, che fare? Se gliene parlassi, lui ne parlerebbe probabilmente a Levi, che deve restarne assolutamente all'oscuro. Ma io ho BISOGNO di parlarne a qualcuno, altrimenti............... May! "Erwin, devo andare a parlare con May" dico alzandomi in fretta e furia, finendo per strada una fetta di pane e andando dove so di trovarla.

Appena uscita dalla porta vado verso un albero, iniziando a chiamarla, e pochi secondi dopo me la ritrovo davanti. "Hanji! Che è successo?" Chiede correndomi incontro preoccupata. "Tranquilla, non è successo niente. Però vorrei parlare della condizione di........ Corvo" le rispondo, ma a quelle parole il suo sguardo diviene triste. Prima che possa domandarle qualcosa mi prende per mano, portandomi sotto un albero lontano da chiunque. Si guarda un po' intorno e poi, senza incrociare il mio sguardo, inizia a spiegarmi la situazione.

Non abbandonarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora