13. The bare necessities - parte 1

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[ATTENZIONE: in questo capitolo saranno presenti contenuti over 18. Se non siete interessati o siete facilmente impressionabili NON leggete oltre gli asterischi.]

Forget about your worries and your strife 

I mean the bare necessities

Old Mother Nature's recipes

That brings the bare necessities of life

La magnificenza di quella stanza l'aveva colta impreparata. Non si aspettava di vedere quei brillanti mobili bianchi, quasi luccicanti, così grandi e ricchi di aggiunte – a suo parere inutili – ma che rendevano l'insieme ancora più raffinato e sofisticato.

Quella che più aveva amato era stata la doccia. Quando viveva nel palazzo di Thanos aveva un suo bagno, ma lo condivideva con le sorelle e, in generale, non rimanevano mai più di qualche settimana alla base. Gran parte del tempo lo trascorrevano in missione in giro per la galassia e lì aveva incontrato ogni tipo di strumento per lavarsi: dai più sofisticati che neanche richiedevano acqua, a villaggi dispersi nella natura dove l'unica possibilità per lavarsi era arrivare al fiume e immergervisi.

Però ormai erano passati due anni dall'ultima volta in cui si era potuta fare una doccia vera e propria. La magia era comoda e aiutava molto in quei casi, ma non c'era paragone con il sentire l'acqua che scivolava dolcemente sulla pelle.

Kyra non aveva idea di quanto tempo aveva trascorso chiusa nel bagno, ma quando vi uscì con solo un accappatoio a coprirle il corpo, si era quasi dimenticata che stava facendo da balia a un asgardano viziato.

Il dio era sdraiato sull'immenso letto a baldacchino e stava osservando il soffitto mentre lanciava in aria una mela per poi riprenderla, come incantato.

Indossava solamente dei morbidi pantaloni neri, mentre i capelli fin troppo lunghi e decisamente abbandonati a se stessi gli ricadevano senza ordine, guidati solo dal peso che era aumentato a causa dell'acqua che li impregnava. Come già aveva notato quando erano in cella, il fisico dell'asgardiano era decisamente diverso da quello dei suoi concittadini: meno massiccio, più compatto, ma la figlia del Titano era convinta che fosse meglio così. Aveva imparato che troppi muscoli mettevano solo in mostra il loro possessore che lui lo volesse o meno, anche se la prima opzione era la più frequente.

Un'idea iniziò a farsi largo nella sua mente ora più rilassata, ma prima di potercisi soffermare, la donna si trovò a guardare il viso del dio. Era tranquillo, sereno, anche se molto probabilmente stava macchinando qualche nuovo trucco da mettere in pratica, ma adesso che era lontano sia da Thanos sia dallo scettro sembrava che quei pensieri fossero la sua quotidianità, un modo per calmarsi, forse.

Sembrava quasi rilassato in quel momento, cosa che non era mai accaduta da quando Kyra l'aveva visto per la prima volta in preda alla tortura di Thanos. L'illusione svanì non appena Loki si voltò, accorgendosi della presenza della giovane, e corrugò la fronte mettendosi seduto: "Finalmente la principessina si è decisa a dirmi perché siamo qui o il suo rituale di bellezza non è ancora concluso?"

Irritazione e divertimento. 

Sembrava che il viso dell'asgardiano non fosse in grado di esprimere nessun altro sentimento. La donna alzò gli occhi al cielo mentre si avvicinava al vassoio ricolmo di fragole che avevano ordinato poco prima. Era stato piuttosto buffo vedere Loki alle prese con uno degli addetti dell'hotel che aveva telefonato per chiedere se volessero il servizio in camera.

Dopo un discreto numero di insulti e di incomprensioni alla fine erano stati portati nella loro stanza tre differenti carrelli sui quali erano disposti cibi di tutti i tipi.

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