27. Into the Open Air - Parte 1

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Could these walls come crumbling down?
I want to feel my feet on the ground
And deep behind this prison we share
Step into the open air

Nonostante continuasse a ripetersi che era meglio non avere intorno la figlia di Thanos, quando la vide comparire sulla porta, Loki non si sentì irritato. Farsi vedere in una situazione di debolezza era intollerabile, ma non era la prima volta che gli capitava di fronte a Kyra. Questo non spiegava, però, perché il dio dell'inganno non fosse adirato.

Odiava il suo sorrisetto mentre lo prendeva in giro perché lei, l'unica intelligente nella sua distorta visione, aveva già previsto che Loki avesse bisogno del suo aiuto. Eppure, il fastidio che provava nei suoi confronti era un millesimo rispetto a quello che sentiva ogni volta che guardava Thor e questo non aveva senso.

Alla fine, non era importante quello che provava o non per lei, perché ben presto sarebbe sparita dall'equazione come tutti gli altri, quindi non contava niente.

La curiosità era l'unica emozione che lo spingeva a continuare a chiederle informazioni; dopotutto era quello che aveva sempre cercato di ottenere e per qualche motivo lei aveva deciso di abbassare tutte le difese e parlargli direttamente.

Iniziò con discorsi che Loki non riusciva a comprendere. Era una meriliana, una razza con un passato infelice e un potere che in molti desideravano... Quindi? Perché si vergognava tanto per quella storia? Forse per il fatto che i meriliani erano deboli, ma di tutti i difetti che avrebbe potuto trovare in Kyra, il dio di certo non ci avrebbe inserito la debolezza. Non poteva essere fragile una persona che aveva resistito due anni imprigionata da Thanos.

Certo, adesso aveva senso quella prigionia e anche il suo ruolo di figlia: una parte che Loki conosceva fin troppo bene. Non era poi molto diverso da ciò che Odino aveva deciso di fare con lui: figlio di titolo, ma solo per un preciso scopo.

Quel pensiero lo irritò e cercò di concentrarsi solo su quello che stava dicendo la giovane, continuando a farle domande, tentando di disinteressarsi di quello strano parallelismo tra di loro. Quando la sentì rispondere che i meriliani non erano il suo popolo non poté evitare di vedere se stesso mentre prendeva tra le mani lo Scrigno degli Antichi Inverni e la sua pelle diventava blu.

Digrignò i denti a quel ricordo, ben attento a non farsi scoprire mentre proseguiva la conversazione, cercando qualsiasi pretesto per non soffermarsi su quelle immagini. Eppure, non riusciva a ripensare a quanto male gli avesse fatto quella rivelazione e quanto simile al suo in quel frangente fosse lo sguardo di Kyra.

Ben presto i pezzi iniziarono a combaciare.

Kyra serviva a Thanos per la sua capacità, così avrebbe potuto facilmente ottenere il potere delle gemme dell'infinito e, a quel punto, sarebbe stato invincibile. Quali erano i suoi piani? Loki sospettava il controllo dell'Universo, dopotutto era quello che lui avrebbe voluto se fosse stato al suo posto. Perché Kyra stava combattendo contro di lui, sebbene fosse una guerra nascosta?

Cosa stava cercando su Midgard? Un'arma forse? Improbabile che esistesse una simile forza su quell'insulso pianeta, al di là delle gemme.

Qual era il vero scopo della giovane?

La libertà. Una risposta troppo vaga, ma non fu per quello che si irritò così tanto, portandolo a mascherare il nervosismo con una risata. Perché l'aveva infastidito a tal punto il fatto che lei usasse quel termine?

La curiosità ebbe il sopravvento. Era un ingannatore, un manipolatore, un dio subdolo, paziente, ma tutto aveva un limite e le mezze verità della donna stavano diventando sempre meno tollerabili. Per un istante si chiese se dovessero sentirsi così le persone che lui stesso ingannava, ma la cosa in realtà non gli interessava, quindi scacciò quel pensiero e si concentrò sulla risposta della donna.

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