35. Chillin' like a villain - parte 2

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Perduta.

Quella sciocca si era fatta sconfiggere da un branco di insetti che ancora credevano di essere gli unici esseri nel vasto Universo.

Pensava di aver risolto quel problema quando lei si era finalmente piegata al suo volere, ma a quanto pare sbagliava.

Fin da quando la sua prima figlia gli si era rivoltata contro, cercando di scappare al suo controllo, aveva iniziato a cercare alternative. Il suo potere era prezioso, sarebbe stato la scelta migliore, ma era necessario che lei lo volesse usare. Pensava di aver risolto gran parte dei suoi problemi, quando aveva trovato una meriliana con quel livello di potere su un pianeta arretrato come la Terra.

Usare il potere di tutte le gemme senza uno strumento che fungesse da intermedio era persino al di là della sua forza. Il potere di Kyra risolveva quel problema, visto che lei, come tutti quelli della sua specie, non risentivano degli effetti di qualsivoglia tipo di energia, né potevano assorbirla loro stessi, ma erano in grado di trasferirla in chiunque aggirando il limite dello strumento. Lui era in grado di usare quel potere, ma non poteva assorbirlo da solo.

Poi lei si era ribellata, farneticando riguardo al fatto che lui fosse un folle e il suo piano fosse assurdo. Qualcuno doveva averla convinta a ribellarsi, forse l'aveva incantata o altro, ma il suo potere era integro, quindi doveva riaverla dalla sua parte.

Pensava di metterci poco tempo per convincerla, ma le settimane erano diventate mesi. Non aveva ancora rintracciato tutte le gemme, quindi aveva ancora tempo per convincerla, prima di usare tutte le armi che aveva ed era stato a quel punto che era comparso dal nulla il principe di Asgard.

Desiderava vendicarsi di suo fratello e di Odino, suo padre, ma prima ancora voleva governare sui terrestri. Dopo la tortura anche le menti più forti finivano per aprirsi davanti a lui come carta straccia. Se solo non ci fosse stata la possibilità di contaminare il potere di Kyra, avrebbe usato tutto il suo potere per convincerla, ma era un rischio troppo alto.

Loki era stato un dono dal cielo, grazie a lui Kyra si era decisa ad arrendersi alla sua volontà. Mandarla di nuovo sulla Terra non lo preoccupava, i ricordi che le aveva impiantato erano ancora ancorati alla sua mente, non c'era possibilità che potesse riemergere qualcosa, quindi quando lei le aveva chiesto di seguire Loki per recuperare il Tesseract, ne era stato ben lieto.

Finalmente quella sciocca capiva la grandezza del suo obiettivo, ne apprezzava la visione e capiva che era necessario perché altrimenti tutto l'Universo sarebbe stato distrutto, come già era accaduto al suo pianeta, alla sua razza. Non avevano ascoltato, non avevano capito o avevano finto perché la soluzione secondo loro era troppo brutale, ma era forse meglio non far nulla e aspettare che tutti morissero piuttosto che uccidere la metà di loro perché gli altri potessero sopravvivere? Non capiva, all'inizio, come avessero potuto far finta di nulla, ignorarlo, considerarlo folle per le sue idee, ma adesso comprendeva: paura. Affermare che aveva ragione, avrebbe significato esser considerati come lui e la gente preferiva la morte piuttosto che l'umiliazione o la vergogna.

Erano dei deboli, incapaci di prendere la giusta decisione per la sopravvivenza di tutti. Lui non era così e aveva imparato che per poter mettere in pratica le sue idee, le uniche che avessero senso di esser realizzate, doveva diventare più potente. Doveva avere il potere per ergersi sopra gli altri, non per governarli o esser considerato un salvatore. Lo avrebbero odiato, tutti, perché era l'unico in grado di compiere quell'impresa.

Aveva bisogno del potere perché gli altri non potessero fermarlo prima del raggiungimento dello scopo.

Quando aveva scoperto dell'esistenza e del potere delle gemme ne era rimasto folgorato, aveva capito che quello era il mezzo per arrivare al suo obiettivo, ma trovarle si era rivelato più complesso del previsto.

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