Every day
It's as if I play a part
Now I see
If I wear a mask
I can fool the world
But I can not fool my heart
Era un pomeriggio fresco, un'anomalia vista la stagione in cui si trovavano. Asgard era nota per il suo clima mite, tendenzialmente caldo, che consentiva ai suoi abitanti di vestirsi tutto l'anno con abiti leggeri, per cui, quando capitavano dei giorni di pioggia intensa, la città diventava deserta. Loki adorava quei momenti perché poteva vagare per le strade dorate senza che nessuno lo infastidisse o lo osservasse con diffidenza a causa dei suoi capelli scuri, la sua pelle chiara o, più semplicemente, per i disastri che combinava mentre si allenava nell'uso del seiðr. Detestava quegli sguardi, ma soprattutto non riusciva a sopportare il fatto che Thor ricevesse sorrisi e ammirazione, mentre a lui erano riservati il disprezzo e il timore. Per questo le sue visite in città erano diminuite con gli anni fino a limitarsi alle occasioni ufficiali e a quegli sporadici giorni di pioggia.
Camminando tra le strade deserte, il giovane dio si esercitava cercando di creare piccoli oggetti o illusioni sempre più complesse. Senza nessuno nei paraggi, se anche avesse fatto qualche danno la colpa sarebbe ricaduta sulla pioggia o sul vento, quindi non si risparmiava utilizzando ogni goccia del suo potere. In quei giorni sua Madre non era ad Asgard per problemi politici e a Loki quindi non era concesso utilizzare il suo seiðr, non solo nel palazzo reale, ma anche in città, perché gli abitanti temevano quel potere che conoscevano troppo poco. Ogni tanto si rintanava tra i boschi e lo lasciava fluire liberamente, ma mentre non gli importava di buttar giù qualche colonna o scalfire una statua o due, la sola idea di turbare l'equilibrio della natura lo faceva sentire male. Quindi, in quei periodi di assenza di sua Madre, il dio si ritrovava senza la possibilità di sperimentare la sua magia ed essa si accumulava in lui pregandolo di lasciarla libera.
Quel pomeriggio Loki aveva dato fondo a tutte le sue energie creando armi, vesti e armature, oltre a generare illusioni di tutti i tipi: aveva imparato a materializzare e gestire ben tre copie di se stesso e ne era decisamente orgoglioso. Un lamento soffuso giunse dalla sua destra e il dio si voltò immediatamente, colto alla sprovvista, visto che non doveva esserci anima viva in giro. Un gatto nero si stava trascinando nella sua direzione lasciando una scia rossa al suo passaggio. Una delle zampe posteriori era ferita e forse anche rotta, dato il modo con cui l'animale la trascinava.
Gli occhi grigi del gatto si rivolsero a quelli verdi del dio che pensava di vedervi sofferenza o una richiesta d'aiuto, ma non fu così: c'era fierezza, sicurezza e orgoglio. Il dolore che stava provando, vista la ferita e il modo in cui si muoveva, era evidentemente marcato, ma negli occhi dell'animale non era visibile, se non per un guizzo. Si manifestò solo per un istante, poi tornò la fierezza e Loki non poté che ammirare quella creatura, così sola eppure piena di energia.
Il dio rimase a osservare quell'animale così simile a lui e poi si avvicinò lentamente, notando la diffidenza dell'altro, ma senza demordere. Quando si posizionò a circa un metro di distanza, il ragazzo si abbassò e, con la mano destra, richiamò tutta la magia che gli era rimasta per poi avvicinare il braccio alla ferita del gatto: sapeva di non poterlo toccare, che lui non glielo avrebbe mai permesso, ma avvicinò la mano quel tanto che bastava da potergli infondere l'energia necessaria a guarirlo.
Sua madre gli aveva più volte detto che la magia poteva essere usata non solo per attaccare, creare armi o illusioni, ma anche per guarire le persone, proteggerle. Fino a quel momento aveva sempre pensato che fosse uno spreco quel tipo di utilizzo, ma in quel frangente gli era stato utile.
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Frozen Hearts
Fanfiction"Loki, dio degli inganni, vuoi il potere? Vuoi la vendetta?" Sì, Loki li vuole. E per averli è disposto a tutto: a essere ingannatore e traditore, alleato e nemico. Il patto che dovrebbe stringere con Thanos potrebbe finalmente esaudire il suo des...