4. Send it on - parte 2

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Era possibile che la visione creata da Thanos fosse stata così traumatica da lasciare Kyra in quella condizione, nonostante il tocco e la voce di Loki tentassero di risvegliarla? Solitamente, quando creava illusioni contro i suoi nemici o gli amici del fratellastro, per quanto fossero forti e penetranti, l'effetto ben presto svaniva e soprattutto la loro intensità diminuiva rapidamente, lasciando uno spiraglio sempre più grande alla vittima per potersene liberare. O quella ragazza era una debole oppure le descrizioni del potere di Thanos non gli rendevano giustizia.

Per quanto Loki desiderasse ardentemente che la prima opzione fosse corretta, era piuttosto sicuro che fosse la seconda quella veritiera. Non sapeva quasi nulla di Kyra, ma aveva potuto constatare sulla sua pelle e nella mente l'immensità del potere di Thanos.

La giovane sarebbe stata bloccata in quella visione per un tempo molto lungo, se non fosse riuscita a sfruttare la crepa che lui le stava creando. Ci avrebbe provato per un po', ma, se la donna si fosse rivelata solo una debole, l'avrebbe abbandonata al suo destino, sperando che i rumori molesti cessassero il prima possibile: "Ho detto: sta' ferma, ragazzina."

Gli occhi cristallini di Kyra erano ancora colmi di terrore, non lo vedevano, quindi la fessura non era abbastanza consistente, per questo le aveva parlato di nuovo, sperando di cogliere in lei anche solo un minimo di consapevolezza della sua presenza e così era stato. Per un singolo istante la ragazza parve vederlo, e lo confermò la sua voce bassa e tremante: "Loki..."

Spalancò gli occhi per lo stupore. Fu solo un istante, poi il suo sguardo tornò freddo e distaccato. La verità era che l'ultima - e unica - persona che aveva mai pronunciato il suo nome con quel tono era stata Frigga, sua madre, ed era stato proprio di recente, mentre lui governava su Asgard e Thor se la spassava con la sua midgardiana. La Regina aveva cercato di impedirgli di mettere in pratica il suo piano per distruggere Jǫtunheimr perché pensava che fosse troppo crudele, ma Loki voleva soltanto difendere il suo regno da quello dei Giganti di Ghiaccio. Non era forse la stessa cosa che aveva fatto Odino quando aveva creato quella fragile alleanza con Laufey? Non era forse così che si comportava un Re? Con ingegno e astuzia, sfruttando i nemici finché essi si rivelavano utili, per poi eliminarli in modo da evitare ogni possibile conflitto futuro.

Madre era sempre stata troppo dolce per regnare; per questo, probabilmente, non voleva che il dio realizzasse il suo piano. Aveva cercato di convincerlo a desistere, per poi guardarlo con i suoi grandi occhi celesti fin troppo carichi di emozioni: "Loki, ti prego."

Speranza.

Quella era l'unica emozione che traspariva dalle parole di Frigga, ed era anche la stessa che Loki aveva percepito quando Kyra aveva pronunciato il suo nome. Lui rappresentava la sola speranza di uscire da quella illusione in tempi brevi. Doveva star soffrendo molto per affidarsi a una persona che conosceva da pochi giorni, ma, qualsiasi fosse la ragione, l'ingannatore non era abituato a sentir pronunciare il suo nome con quell'intonazione: lui era il dio dell'inganno, portatore di caos, non di speranza. Eppure era stato fin troppo semplice, per la sua mente, sovrapporre la dolce voce e gli occhi azzurri della Madre a quelli della ragazza, così simili, ma allo stesso tempo totalmente differenti.

La mano di Loki si mantenne salda intorno al braccio di Kyra perché sapeva che il contatto fisico avrebbe stimolato il legame con la realtà, dandole la possibilità di liberarsi, se avesse avuto abbastanza forza.

Gli occhi della giovane manifestarono stralci di consapevolezza alternati a momenti di vuoto: sarebbe riuscita a vincere quella battaglia oppure si sarebbe dimostrata una debole? Loki non era interessato alla salute fisica o mentale della figlia di Thanos, ma era da sempre un uomo curioso e al momento non aveva molti stimoli; se fosse stato imprigionato ad Asgard avrebbe quanto meno potuto leggere i suoi amati libri, mentre in quella situazione c'era solo la ragazza. Certo, sarebbe potuto rimanere in silenzio, per giorni, riflettendo sui prossimi piani di vendetta, ma la sua mente aveva già prodotto almeno una decina di alternative, che comunque non si sarebbero mai realizzate se fosse rimasto imprigionato.

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