Capitolo 25

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L'ospedale distava da casa circa una decina di minuti che sembrava fossero interminabili. Le contrazioni erano man mano sempre più forti e sempre più vicine  tra loro. Sudavo, sudavo freddo! Il dolore che si prova è forte, quasi insopportabile.
Finalmente in lontananza si intravedeva la struttura, eravamo quasi arrivati finalmente. Entrammo nel cancello e Jason disse agitato 'mia moglie deve partorire' così il vigile aprì la sbarra e ci fece accedere al pronto soccorso. Parcheggiò la sua mito Rossa vicino l'entrata, poi scese dalla macchina insieme a Laura e mi aiutarono ad entrare in pronto soccorso.
'Salve in cosa posso esserle utile?' domandò una giovane infermiera

'Ho qui mia moglie, deve partorire! Ha delle contrazioni'

'Prego accomodatevi, così possiamo monitorare la situazione e nel caso fissiamo un ricovero' .
Entrammo in una stanza con una poltroncina e un computer vicino e mi fecero sedere, una giovane tirocinante si avvicinò legandomi due fasce intorno alla  pancia con un aggeggio bianco che segnava i battiti del cuore e le contrazioni.
'Bene, hai effettivamente le contrazioni, ma ciò non vuol dire che sei pronta per partorire! Sarà meglio fare una visita per vedere in che stato si trova la dilatazione! Devi stare calma e lasciare al tempo di fare il suo percorso'

'D'accordo! Ma è doloroso, ho paura'

'È normale avere paura soprattutto nel primo parto, il tuo è gemellare ma devi stare tranquilla perché c'è un'intera equipe medica a prendersi cura di te ok?
Vieni con me'.
Mi alzai dal letto e piano piano seguii l'infermiera in quella che doveva essere la mia camera, composta da letto, poltrona e bagno. Indossai una vestaglietta che Laura con accortezza aveva messo in valigia e mi stesi sul letto aspettando l'infermiera che arrivo subito per controllare la situazione.
'Allora Soraya, farò con calma ok? Adesso devi solo collaborare con me!
Resterai qui fino al momento del parto con un minimo di due giorni'
alzò il lenzuolo e delicatamente con una mano controllò la dilatazione poi togliendosi i guanti mi informò che ero circa a 4 centimetri e che dovevo stare calma per prepararmi ad eventuali spinte.
Jason era accanto a me e Laura non mi lasciava sola. Le contrazioni diventavano sempre più fitte e importanti ma nonostante questo mi concentrai sulla mia respirazione.
'Amore, diventeremo genitori!!' disse Jason accarezzandomi la testa

'Lo so, e non vedo l'ora'
Passammo tutto il pomeriggio li, ad intervalli di circa mezz'ora l'uno le infermiere entravano per vedere il mio stato di dilatazione, ero finalmente a circa 7 centimetri e non ne potevo più.
Arrivarono anche papà con Allison e Maria con Ottavio che insieme a Laura aspettavano che Jason si facesse vivo per dare informazioni.
Ore 23.56 ero a 9 centimetri, avevo quasi terminato quell'attesa lacerante. La infermiere mi portarono in sala parto e vedevo ognuno di loro prepararsi tutti gli aggeggi sul banchetto, avevo una luce puntata su di me e Jason non mi aveva lasciata nemmeno un secondo da sola. Allargai le gambe e le appoggiai in posizione sui ferri del lettino, con me c'era anche il dottor Novara che mi avrebbe assistita e mi avrebbe aiutata a dare alla luce le gemelle.
Mi appoggiarono un lenzuolo verde sulla pancia e su ordinazione del dottore iniziai a dare le mie prime spinte, forti.

'Ottimo lavoro bambina. Adesso cerca di concentrarti di più sulla tua respirazione!' 'Adesso spingi! 1,2,3...10'
Presi il respiro e iniziai a farmi cadere le lacrime, era davvero doloroso e pensavo di non potercela fare. 'Ahia, che male! Non ce la faccio' sussurrai, poi diedi un altro paio di spinte e nel silenzio sentii una dolce melodia, una delle gemelle venne alla luce e me l'appoggiarono sul mio addome. Era bellissima, avevo creato una capolavoro, Jason iniziò a piangere forte e mi baciò in testa 'ecco cosa fa madre natura! Crea delle opere d'arte' disse accarezzandole la testa. Una delle infermiere la prese in braccio e la portò sulla bilancia '2kg e 200g' urlò al suo collega che stava registrando 'come si chiama??' Domandò rivolta a Jason 'Gaia!'.
Ed eccole, erano tornate le contrazioni ancora più forti, ero pronta per affrontare il secondo round.
'Spingi, spingi, spingi' diceva il dr. Novara velocemente 'esatto così, è quasi qui' mi concentrai ancora di più e tenendo strette le mani alle sbarre del lettino diedi l'ultimo ma decisivo spintone che portò con se un urlo, quello finale.
Era di nuovo nelle mie orecchie la dolce melodia, il suono della felicità. Il pianto della mia seconda bambina, me l'appoggiarono esattamente come mi appoggiarono Gaia sull'addome e le accarezzai la piccola testolina, era esattamente come Gaia ma leggermente più paffutella.
L'infermiera prese anche Greta e l'appoggiò sulla bilancia '2 kg e 350g' riferì al collega ' come si chiama?'
'Greta' risposi asciugandomi con le mani le lacrime di emozione che solo una mamma può provare in quel giorno.
'Ce l'hai fatta amore, sei stata bravissima. Grazie per avermi regalato le mie principesse' disse Jason, ma non riuscii a rispondere per la stanchezza.
I medici finirono di pulirmi e mi riportarono in camera dove con ansia mi stavano aspettando tutti.
'Ben arrivata, sei stata bravissima' disse Maria alzandosi in piedi

'Hai creato due meraviglie' continuò papà asciugandosi le lacrime dagli occhi.
Passò una mezz'oretta e dalla porta entrò l'infermiera con due perfette culle con i nomi delle bambine, le guardai e mi resi conto di che volto avesse la felicità!

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