capitolo 36

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Non sapendo cosa fare o come comportarmi decisi comunque di andare a vedere mia sorella in camera facendo finta di non sapere che lei era lì. Aprii la porta e la vidi distesa sul letto a pancia in giù con la testa sprofondata nel cuscino. In un primo momento pensai che forse era meglio lasciarla stare davvero un Po da sola, poi pensai che lei era mia sorella e dovevo sapere cosa le stava succedendo.
'Gaia..?'

'Lasciami da sola'

'Ehi..ma che ti prende?'

'Ho bisogno di stare sola'

'Va bene, ti lascio sola..' risposi girandomi di spalle per uscire dalla camera

'Aspetta! Non uscire' rispose immediatamente 'Ho bisogno di stare con te' continuò

'Mi dici che ti prende?'

'Ho avuto un altro calo di pressione poco prima di uscire dall'ospedale. Volevo stare sola per riprendermi'

'E l'hai detto alla Mamma?'

'Certo. Sono arrivati i risultati degli analisi'

'Allora?'

Si fermò fissando il pavimento, avevo capito che qualcosa non andava bene.

'È tutto...È tutto ok Greta!'

'Sicura?'

'Si.'

Mi accomadai sul letto accanto a lei e l'abbracciai con la consapevolezza che mi stava nascondendo qualcosa.
Ma di sicuro lo avrei scoperto prima o poi. Il suo diario ad esempio, lì avrei trovato il motivo logico del suo comportamento.
Cercai di sorvolare la situazione e cercai di farla ridere un Po, le raccontai di Antonio e di come eravamo stati bene al bar, rimase sorpresa quando le dissi che gli mentii sulla storia della vita piena di sacrifici.

'Greta. Mi spiace ma devo dirtelo. Hai sbagliato a mentirgli!'

'Lo so. Ma credimi, mi sono sentita a disagio... lui è diverso, lavora per poter andare avanti. Noi invece.. beh..'

'Noi non possiamo capirlo. Lo so. Ma questo non fa di te una brutta ragazza'

Sospirai. Mi era mancato avere dei consigli preziosi da mia sorella, era sempre stata lei a farmi ragionare.

'Credo di dirglielo.. non so come, o quando.'

'Fai bene.'

Passò quasi una settimana, di lì a poco saremmo partiti in crociera e io ed Antonio uscivamo ormai tutte le sere. Un giorno verso le 9.00 di mattina,  io e mia sorella eravamo uscite come al solito per prendere un po' d'aria fresca, ma un messaggio da parte di Antonio mi fece deconcentrare. Mi chiese se ero libera per un pranzo insieme e naturalmente non potevo rifiutare l'invito. Pensai che quello sarebbe stato il momento giusto per potergli dire la verità.
Gaia si fece raggiungere da Loris in maniera tale da non rimanere da sola.
Antonio invece fu puntuale come al solito per portarmi a pranzo fuori.

Si presentò con una macchina mercedes vecchio modello... se solo avesse saputo che quello sarebbe stato una delle macchine create nella ditta di mio nonno ci sarebbe rimasto di sasso. Entrai nella vettura e mi portò... a casa sua..?

'Spero che non sia un problema per te conoscere mia madre'

'No assolutamente'

'Ti piacerà credimi'

'Certo'.

Arrivammo al portone di un enorme palazzo, ogni balcone aveva le finestre aperte e già da quell'ora di percepiva l'odore del cucinato.
Salimmo a quarto piano, senza ascensore ovviamente e suonammo alla porta di casa. Ci apri una bella signora dai lunghi capelli neri e occhi scuri, magra e alta che indossava un grembiule da faccende domestiche.. come quello di Lauren.

'Buongiorno, accomodati pure. Io sono Chiara la mamma di Antonio. Tu sei?'
Disse con ma mano porsa verso di me

'Ciao, io sono Greta.'

Mi sorrise e mi invitò a prendere del the col ghiaccio.

'Che fai nella vita, Greta?'

'Oh..Io vado ancora a scuola'

'Capisco, quindi darai la maturità a breve'

'L'anno prossimo' risposi appoggiando il bicchiere sul tavolo.

Antonio era seduto accanto a me con un sorriso, non avevo idea di cosa stesse pensando. Lo guardai e mi venne spontaneo sorridere.
Dovevo assolutamente parlargli in privato quando ad un certo punto la madre interruppe i miei pensieri.

'Sai Greta, hai un viso familiare'

'Ah..Si?'

'Dico davvero.. non so! Come è il tuo cognome?'

Mi paralizzai, la mia famiglia era conosciuta in tutta Taranto. Non potevo non dire la verità, ma non volevo mentire nuovamente, soprattutto  Antonio. Non se lo meritava.

'Martini..'

Antonio alzò lo sguardo nella mia direzione e prima che potesse dire qualcosa la madre lo precedette

'Martini? Sei la nipote di Ottavio e Maria?'

'Si'

'Oh, accidenti.' Poi si girò e disse al figlio 'Antonio, potevi dirmelo che portavi a  casa l'erede di uno dei soci della casa costruttrice della Mercedes'

'Cosa?'

Non sapevo come reagire e mi lasciai guidare dal mio istinto. Afferrai la borsa dalla sedia e scappai via dell'abitacolo correndo.

Ero giù per chissà quale parte di Taranto, erano 16 anni che abitavo in quella città ma non sapevo ancora come fossero tutte le strade perché uscivo solo accompagnata da Max.

'Greta! Aspetta!' Era Antonio che mi inseguiva, mi afferrò da un braccio e automaticamente mi girai sbattendo contro lui. Mi trovai ad un soffio dalle sue labbra

'Perché non me l'hai detto?'

'Non potevo.. Mi sono sentita a disagio'

'A disagio per Cosa?'

'Siamo diversi, Antonio. Ok? Continuavi a ripetere di quanto fosse difficile affrontare la vita con pochi soldi al mese o di quanto aiutassi tua madre... Io non so cosa significa.
E si, io sono una di quelle ragazze viziate che vogliono tutto e subito'

Mi sorrise e mi guardò negli occhi
'No. Tu non sei così. Sei molto più in realtà!' . Pian piano si avvicinò a me e mi baciò delicatamente.

'Mi piaci!!' Poi continuò 'Mi piaci un sacco. Mi piacerebbe che tu diventassi la mia fidanzata.'

*Lo ha detto davvero??* *pazzesco*.

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