capitolo 37

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'Greta, alzati! Dobbiamo partire'

Il grande giorno era arrivato, di lì a poco saremmo saliti tutti sulla grande neve. Mi alzai dal letto e dopo essermi lavata il viso indossai un paio di pantaloncini e una magliettina corta, infilai gli occhiali da sole e afferrai la mia valigia.

Mia sorella e i miei genitori erano già pronti e mi stavano aspettando sull'uscio della porta.
'Finalmente!! Quanto ci voleva?!' Disse mia sorella alzando gli occhi al cielo

'Ci voleva il giusto tempo per essere in ordine.. andiamo?'

Uscimmo di casa e accompagnati da Max arrivammo al molo per l'imbarco. Nonno Jordan sul regalo non si era per niente risparmiato, anzi, ci regalò il viaggio in prima classe e appena arrivammo sorpassammo tutta la fila.
Le persone non sembravano affatto felici e certi facevano addirittura grossi commenti. Era tutto meraviglioso, lasciammo le valigie ai responsabili in maniera tale che lì portavano in camera e iniziammo a guardare la bellezza di quelle nave.
Il pavimento era tutto in parquet marrone scuro, i muri erano di un colore beige chiarissimo tempestato di brillantini eleganti. C'erano le sale da pranzo divise per classi e la nostra era sicuramente la migliore, c'erano in tutto non più di una ventina di tavoli composti da otto o sei posti, il nostro era forse l'unico ad averne quattro. Pensai che la mia famiglia non era l'unica ad essere benestante.

Mi affacciai alla ringhiera e osserva il madre, a breve sarebbe partita. In lontananza notai dei delfini saltellare dentro e fuori l'acqua. Che bella che è la vita.

Un enorme suono mi fece sobbalzare e in men che non si dica ci allontanammo dalla base.

La tasca mi vibrò e afferrai il cellulare. 1 messaggio da Antonio.

-Già mi manchi!

Sorrisi ma avevo deciso di vivermi il momento e allontanarmi dalla vita monotona di tutti i giorni.
Iniziai a cercare con lo sguardo la mia famiglia ma sembrava essersi volatilizzata. Provai a cercarli nelle camere e in effetti erano lì. Notai che stavano parlando con il tono basso e l'espressione di Gaia era triste. Quando mi videro interruppero il discorso e calò il silenzio.

'Che succede?' Domandai chiudendo la porta, mia madre si girò di scatto con gli occhi lucidi e mi sorrise

'Nulla amore, andate a divertirvi io ho bisogno di un bagno rilassante.'

Gaia si girò e mi prese per mano portandomi fuori.

'Gaia. C'è qualcosa che devo sapere?'

'No...assolutamente!' rispose freddamente, ma mi accorsi che stava fingendo. Mi bloccai nel corridoio e arricciai le sopracciglia, mi stavo innervossedo davvero tanto

'Credi che sono stupida?'

'Oh avanti Greta. Non è il momento di fare la bambina. È tutto apposto altrimenti ti avrei avvisata.'

Tutto sommato aveva ragione. Se stava accadendo qualcosa di strano me lo avrebbe detto.
Andai in camera nostra e mi appoggiai sul letto cadendo in un sonno profondo.

Aprii gli occhi e diedi uno sguardo all'orario, erano le 16.00. Mi ero addormentata per davvero tanto tempo, in camera non c'era nessuno e pensai che forse erano in piscina. Mi diressi verso la mia valigia per prendere il costume e notai che accanto c'era quella di Gaia.

*Il diario... forse è qui*

La tentazione era davvero forte così aprii la valigia di mia sorella, frugai all'interno cercando di non rovinare nulla perché se ne sarebbe accorta e finalmente lo trovai.

Sfogliai le pagine direzionata alle ultime

Caro diario,
Oggi mi sono sentita poco bene. In realtà è già da qualche giorno. Credo di riprendermi presto!! Devo finire la scuola con ottimi voti.

Sfogliai ancora in cerca di qualcosa di serio e arrivai ad una pagina in particolare

Caro diario,
Mi trovo in ospedale. Mi sono sentita male ancora, non so finché riesco ad arrivare. Sono davvero esausta. A breve riceverò le analisi.

Sfogliai un ultima volta ed arrivai alla pagina, forse principale

Caro diario,
Mi sento davvero male. In realtà non mi sono mai sentita peggio. Oggi torno a casa con la sconfitta peggiore. Mamma e papà mi hanno vietato di parlarne con Greta, sarà dura dirle che ho..

'Greta!!!!!!!' .
Una voce mi fece sobbalzare, Gaia era arrivata nel momento sbagliato.
Che cazzo aveva???

'Gaia?! Cosa ti hanno proibito mamma e papà?'

'Fin dove hai letto Greta?'

'Che hai? Cosa mi nascondi??'

Mi strappò il diario dalle mani con gli occhi diventati lucidi
'Sono fatti miei Ok? Non azzardarti mai più aprire questa merda di diario. Mi sono spiegata?' era davvero arrabbiata come non mai .

'Ma che ti prende? Sei impazzita!! Volevo capire cosa ti sta succedendo. Sei diversa... Non ti riconosco. Sai che c'è non mi interessa più! Non cercarmi.' Risposi uscendo dalla stanza.

Non so perché inizia a piangere, mia sorella non era più la stessa da una settimana ormai. E mai, dico mai si era permessa di nascondermi qualcosa. Non che fosse obbligata a dirmi tutto ma eravamo sempre legate e ci dicevamo tutto.
Che le prendeva? Che aveva?

Raggiunsi la punta della nave, fortunatamente non c'era nessuno e mi affacciati alla ringhiera.
Il mio pianto diventò più forte e singhiozzante, non avevo mai litigato con Gaia e mi sentivo tradita da lei.

'Non vorrei disturbarti... È tutto apposto?' Un giovane ragazzo si avvicinò a me con un viso abbastanza preoccupato

'È tutto apposto. Grazie'

'Non sembrerebbe... ti va di prendere qualcosa al bar?'
Mi girai e lo vidi, era alto, magro con capelli biondi e occhi verdi. Aveva un naso perfetto e la barbetta aggiustata al minimo dettaglio. Mi sorrise e annuii, così mi fece strada verso il bar dove prendemmo posto in un angolo più appartato.

Ordinammo due thè con ghiaccio e poi iniziò a rompere il silenzio
'Piacere, io sono Mattew, ma puoi chiamarmi Mat'

'Io sono Greta'

'Allora Greta, si può sapere chi è riuscito a farti piangere? Sei in crociera dovresti divertirti..'

'Già... dovrei! Ho una sorella che si comporta da stronza'

'Oh..'

'Scusa.. Non dovrei annoiarti.'

' Non mi annoi, sono stato io a domandartelo'

'Se vuoi puoi sfogarti con me'
Mi sembrava un ragazzo sincero e parola dopo parola gli raccontai di mia sorella e del suo comportamento, mi consigliò di non pensarci. In fondo era davvero una gran bella persona, Mattew era di Taranto e come me viaggiava in prima classe. Il padre aveva una grande ditta di produzione interminabile di borse di pelle vera e lui ne era operaio.

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