Capitolo 26

77 4 0
                                    

Erano lì difronte a me, una lo specchio dell'altra. Gaia e Greta. Dormivano beatamente ma ero troppo meravigliata della loro perfezione che volevo vederle da vicino, così con una mano avvicinai le cullette al mio letto e dato che Greta stava facendo delle smorfie presunsi che si stesse per svegliare e la presi in braccio. Era davvero minuscola, il suo viso era profumato e iniziai ad accarezzarglielo. Poggiai le mie labbra sulle sue e aprì la bocca, aveva fame. Erano le 2.32 ed ero rimasta da sola in ospedale con le bambine.
Mi sbottonai la vestaglia di seta bianca e uscii il mio enorme seno gonfio e dolente, lo avvicinai alla minuscola bocca di Greta e lei in una maniera del tutto naturale iniziò a ciucciare delicatamente. Faceva male ma nonostante questo continuai ad ammirarla fino a quando non si riaddormentò. La misi nella culla e notai che anche Gaia era sveglia ma prima che iniziasse a piangere presi in braccio anche lei e l'allattai. Gaia a differenza di Greta era più minuta, ma comunque bella e vedendola ciucciare con le manine strette in un pugno pensai a quanto fosse stato doloroso ma allo stesso tempo meraviglioso averle con me. Si addormentò con la testa sul mio petto, la sua piccola testolina era appoggiata su di me, chiusi gli occhi e me ne andai al sonno anche io dopo una giornata di stress e stanchezza.
**
Aprii gli occhi disturbata dalla luce che entrava dalle grandi finestre, abbassai lo sguardo e Gaia non era più con me. Come una molla mi alzai e iniziai a cercarla con gli occhi, poi alzai lo sguardo e sulla poltrona di fronte a me c'era Jason che le teneva in braccio ad entrambe.

'Buongiorno amore. Non volevo disturbarti e non ho resistito, dovevo prenderle in braccio per tranquillizzarle. Piangevano molto forte'

'Buongiorno. Credo che abbiano fame! Me le porteresti una alla volta? Così posso dare loro il latte!'
Jason annuì e mi portò, come richiesto, Greta. La strinsi a me tra le mie braccia e come la notte precedente l'allattai.
'Che belle che sono, vero?' dissi

'Un incanto! Sono perfette ed uguali a me' ridacchiò

'Mh, peccato che siano la mia autentica copia' risposi sorridendo.
Feci cambio e iniziai ad allattare Gaia, dalla porta bussò qualcuno è da dietro sbucò Laura. Le sorrisi e contraccambiò il sorriso, era tutta rossa probabilmente dal gelo che era calato, aveva nevicato tutta la notte ma per fortuna Taranto è una città umida e sull'asfalto la neve si scioglieva.
Le vidi la felicità negli occhi, entrò e dopo avermi salutato con un bacio non esitò strappare di mano Greta da Jason.

'Ehi, piccola! Ciao!' disse con la voce tremante, era evidente che si fosse commossa.Greta aprì i suoi enormi occhioni blu e di colpo arricciò il mento per prepararsi ad un meraviglioso canto lirico, il pianto!. La cullò fino a che non si tranquillizzò del tutto, si accomodò sul letto accanto a me e ammirò le loro forme, i loro nasini e le loro bocche a forma di cuore, le orecchie perfettamente disegnate e le manine piccole e arricciate. Adoravo vederla lì con le gemelle, era stata contenta e sapevo che sarebbe stata un ottima zia. Jason uscì dalla camera andando al bar per portarci dei cornetti e noi rimanemmo qui in camera ad aspettarlo. Arrivarono le infermiere pronte per prendersi cura di loro, avevano bisogno di controlli generali così dovemmo lasciarle nelle loro mani.
'Ehi, Jason ci mette molto! Andiamo a vedere in che guaio si è cacciato' disse Laura con fare dubbioso, così piano piano mi alzai dal letto e mi infilai le scarpe, infilai un giacchettino e scendemmo al primo piano. Lui era lì a parlare con un ragazzo, un suo amico mi disse Laura, e scherzavano insieme. Quando mi vide si avvicinò a me e disse rivolto a questo ragazzo 'lei è mia moglie'
gli allungai la mano e me la strinse 'Ciao io sono Lucas, molto piacere e tanti auguri' disse lui 'piacere mio'.
Si salutarono e poi mano nella mano accompagnati da Laura tornammo in camera per fare una buona e ricca colazione.

16 Febbraio.
Il freddo gelido batteva alla finestra del quarto piano dell'ospedale, un infermiera entrò con un foglio per farmi firmare l'uscita. Avevo preparato tutto, valigia e borsone, le gemelle erano ben coperte nell carrozzino gemellare che mi aveva regalato Jason qualche settimana prima della loro nascita. Mi infilai il cappotto e misi a tracolla il borsone, con una mano tenevo la valigia con l'altra tenevo il passeggino e prima di chiudermi la porta mi diedi un ultimo sguardo alla stanza in cui avevo passato i giorni più belli della mia vita. Arrivai al pian terreno e Jason era lì che mi aspettava, prese il borsone e la valigia e piano piano andammo in macchina diretti per la nostra casa dove ci stava aspettando tutta la famiglia.
Arrivammo all'entrata e Maria aveva già la porta aperta pronta per darci una mano, l'ingresso era tempestato di palloncini rosa e bianchi e fiori freschi.
Erano tutti lì intorno al tavolo da salotto ricolmo di biscotti.
'Ben arrivati a casa neo genitori' disse Ottavio sfoggiando il suo sorriso migliore. Entrammo in casa e Jason lasciò le borse per terra, io invece mi feci strada verso i familiari che con ansia non vedevano l'ora che le bambine di svegliassero per poterle prendere in braccio.
Nel bel mezzo dei saluti eccole li entrambe che iniziarono a fare dei piccoli versetti e Maria accompagnata da Allison le presero in braccio.
'Ma ciao amore della nonna' disse Maria tenendo un dito imprigionato nella manina di Gaia 'non vedevo l'ora di tenerti in braccio' continuò, poi alzò lo sguardo verso di me e mi sorrise 'Mi hai regalato un emozione enorme, essere nonna di loro due è la mia soddisfazione più grande'

'Grazie a voi per esservi presa cura di me in questi nove mesi' risposi dando un morso al biscotto.

La serata in conclusione andò così, cenammo tutti insieme e le gemelle erano abbastanza calme.
'Brindiamo alla felicità dei nostri figli e delle nostre nipoti' disse papà portando in alto il bicchiere di champagne 🥂 e brindammo per un futuro magnifico.

E tu? Hai paura?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora