Capitolo 27

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La mia vita era diventata migliore, Jason, le gemelle, tutta la famiglia era completa.
Passarono già sei mesi, Gaia e Greta erano delle bambine fantastiche, ma già da allora si notava il loro carattere diverso. Greta era una bambina solare, allegra e non aveva minimamente vergogna di stare a contatto con persone che non conosceva soprattutto durante le grandi cene di lavoro che Jason intraprendeva per la sua carriera. Gaia, invece, era solitaria e preferiva restare tutto il tempo in braccio a me o Jason.
Erano cresciute davvero tanto, avevano i capelli castani chiaro e occhi azzurri cielo, le labbra a cuoricino e il naso perfettamente dritto. Un pomeriggio ci trovavamo nel salotto di casa, Jason non era ancora tornato dal secondo turno di lavoro e le gemelle stavano giocando sul pavimento con dei peluche ricevuti man mano nella loro crescita. Io ero distratta a guardare le notizie di gossip riguardante gli affari di Jason e della nostra famiglia che ormai era conosciuta su ogni giornale.  Ad un certo punto venni sommersa da un emozione grande sentendo pronunciare
'Ma..mam..mamma!' Dalla bocca di Greta, mi commossi e mi andai a sedere accanto a loro per abbracciarle. Erano le principesse di casa, viziate e coccolate da tutta la famiglia, la gioia più grande.
Era ora della pappa, così le presi in braccio e andai in sala da pranzo dove Lauren aveva preparato la pastina con delle verdure passate. È inutile raccontare cosa si combinarono e tra la pappa finita sui capelli e quella finita dappertutto si saziarono entrambe.
'Buona sera principesse' disse Jason tornando da lavoro, baciò in testa le figlie e poi diede un bacio in fronte a me. Il quadro della famiglia perfetta era sotto i miei occhi.
'Buona sera amore! Come è andata a lavoro?

'È andata abbastanza bene' , notai che rattristò lo sguardo e mi preoccupai

' che ti succede amore?' dissi alzandomi in  piedi per abbracciarlo

'Devo...devo partire! Ho un importante colloquio con il direttore di un concessionario e vuole delle auto di nostra proprietà in esposizione.. per aiutare la vendita' staccò lo sguardo dai miei occhi e lo posizionò alle gemelle che nel frattempo stavano giocando tra di loro nei rispettivi sedioloni da pranzo 'non riesco a pensare di dovervi lasciare qui'

'Per quanto tempo starai via?'

'Non più di un mese'

'Un mese?!.'

'Già.!' Sussurrò appoggiandosi con le spalle al muro

'Ehi, dai cos'è quella faccia? Sarà solo un mese, noi saremo qui ad aspettarti!'  risposi appoggiandogli una mano sulla spalla destra

'Ti amo'

'Anche io'.
**

Passarono all'incirca due giorni, Jason dovette partire per Los Angeles e io sentivo già la sua mancanza, ma dovevo tenere duro per le mie bambine, non potevo permettermi che loro soffrissero per la mancanza del loro amato papà.
Mi arrivò un messaggio da Jason e mi avvisò che era appena arrivato all'hotel e stava per andare a dormire per rimettersi un po' in sesto dopo il viaggio stressante. Io invece mi trovavo sul divano con le gemelle che si erano messe rispettivamente una su una mia gamba e una sull'altra ed erano appoggiate con la testolina sul mio petto e le accarezzavo sulla loro piccola schiena accorgendomi che piano piano iniziarono a chiudere gli occhi. Maria mi chiamò per la cena e prima che mi alzassi mi aiutò a metterle nella culla nella loro cameretta.
Andai a sedermi a tavola e tra una chiacchiera e l'altra notai che Laura era triste, così senza farmi accorgere da Maria e Ottavio gli feci segno con gli occhi per capire cosa le succedeva, con la mano mi rispose "dopo'' e non insistei più di tanto.
Ore 23.44 i signori Martini erano nella loro camera matrimoniale e io era accomodata sul divano con Laura che scoppiò in un forte pianto.
'Che ti succede?'

'Spesso mi rendo conto di essere stata proprio stupida' disse balbettando

'Ma cosa dici??' spalancai gli occhi

'Soraya! Ho fatto un danno. Non volevo lo giuro!!'

'Ma cosa hai combinato? Cosa hai fatto di così bru...'

'Ho lasciato Alessandro! L'ho tradito?'
Rimasi un po' in silenzio, scioccata da quello che mi aveva detto, erano in procinto di sposarsi ma ne aveva fatta una delle sue. La guardai dritta negli occhi, e istintivamente la abbracciai, poi con una mano le asciugai le lacrime e la tranquillizzai..o cercai di farlo.

'Ehi! Sssh calmati! Cosa è successo?'

'Mi sono trovata ad andare ad un compleanno di una amica di comitiva. Alessandro era con me, ma dovetti lasciarlo per andare in bagno e sistemarmi il trucco!'.
'Sono uscita e dietro alla porta c'era il mio ex, mi ha baciata con forza.. giuro non volevo farlo'

'Oh, Laura ma non è stata colpa tua! L'hai spiegato ad Alessandro??'

'Si, ma mi sono fatta prendere dai sensi di colpa e sono scappata via'

'Tutto si risolve, stai tranquilla!!' risposi mettendole una mano sulla coscia.
Si tranquillizzò e mi abbracciò forte, 'andiamo a dormire prima che le gemelle si sveglino' dissi girando la situazione in una risata

'Va bene.'

Il giorno dopo provai a chiamare Jason, ma il suo cellulare era spento e pensai che stesse ad una delle sue riunioni di lavoro.
Provai a richiamare ancora e ancora... sempre, tutti i giorni per quattro mesi.
Quattro lunghi mesi, un eternità! Eravamo tutti molto preoccupati che fosse sparito nel nulla, Maria aveva provato a chiamare al direttore che doveva esporre le sue auto e l'unica cosa che seppe dire fu che aveva già stretto un contratto e che doveva già essere a casa.
Eravamo tutti molto preoccupati e non sapevamo cosa pensare, se gli fosse successo qualcosa?
Se si fosse perso??
Non avrei mai perdonato il fatto di perderlo, avevo paura. Una paura incredibile.

E tu? Hai paura?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora