Iniziai a passeggiare nel bosco, era strano, solitamente un paesaggio così tetro dovrebbe spaventare le persone, mentre io ne ero totalmente attratta.
Mentre camminavo, canticchiavo una canzoncina inventata sul momento per tenermi compagnia e in sottofondo c'era solo il rumore di ramoscelli che si spezzavano al mio passaggio.
Bip bip bip
La tranquillità di quel momento venne interrotta da un suono ripetitivo proveniente da ... Me?
"Da dove diavolo viene?" Iniziai a sussurrare, cercando di individuare la fonte di quel suono.
Bip bip bip
"Ma certo, l'orologio!"
Il mio orologio aveva iniziato ad emettere una flebile luce lampeggiante color verde, forse qualcuno stava cercando di mettersi in contatto con me?
Purtroppo dopo la battaglia lo schermo digitale era ormai spaccato e riuscire a leggere le scritte era quasi impossibile.Riuscii a decifrare solo due lettere
"H K" ripetevo per assimilare quelle lettere a qualcuno che conoscessi.
Forse era mio padre?
Se fosse stata la Wicked di sicuro non avrebbe chiamato, ci avrebbero direttamente accerchiato e sterminato, doveva essere senza alcun dubbio Hank.Senza pensarci più cliccai sullo schermo e si materializzò proprio davanti ai miei occhi un ologramma della figura di mio padre.
"Elena!"
"Papà"
"Come stai? State tutti bene?"
Esitai per un secondo, poi presi coraggio e mi decisi a rispondere "Si, più o meno... La Wicked ci ha attaccato, abbiamo perso molte persone"
A quella notizia, mio padre si mise una mano sulla fronte e si sedette sulla poltrona del suo studio, poi parlò.
"Ascoltami, siamo riusciti ad entrare nei sistemi della Wicked, abbiamo le mappe dell'edificio, dovete allontanarvi il più possibile dall' Ultima Città"
"Non se ne parla!" Sbraitai io "Hanno catturato molti di noi, e non ho intenzione di scappare come una codarda, io verrò con voi!"
"Elena, ascoltami, è molto pericoloso non posso lasciartelo fare" cercò di farmi ragionare mio padre.
A quel punto mi infuriai e decisi di concludere la conversazione."Beh, non potrai fare niente per fermarmi, fattene una ragione" lo salutai e scagliai l'orologio più lontano che potessi.
Ero infuriata, nessuno c'era dentro questa situazione quanto me.
Ero stata usata, testata, maltrattata.
Per mano loro avevo sofferto non solo in una vita, ma ben due, quella presente e quella che avevano cercato di rimuovere.
Non avevo intenzione di scappare come i codardi mentre mio padre e i suoi uomini facevano il lavoro sporco.
Non esisteva come opzione quella di scappare, in questo momento l'unica alternativa era combattere."Ho un obiettivo da raggiungere, e non mi fermerò, nessuno mi fermerà" continuavo a parlare da sola mentre tornavo all'accampamento.
"Oh si, non mi fermerete"
"Ti sei ridotta così male che adesso parli da sola?"
Una voce mi fece paralizzare sul posto, non era possibile che in un bosco così immenso, dove probabilmente c'eravamo solo noi, le persone dovessero venire a spiarmi."Chi diavolo sei? E come ti permetti a seguirmi?"
La persona ancora nascosta tra gli alberi scoppiò a ridere e finito di ridere parlò.
"Sono Thomas"
"Potevo essere andata nel bosco per fare i miei bisogni, non è possibile che la parola privacy vi sia così estranea" continuai io,
"Non ti avrei neanche vista, è così buio che non vedo neanche le mie scarpe Elena"
"Cosa ci fai qui?"
"Quello che ci fai tu a quanto pare" rispose ancora una volta enigmatico il ragazzo "Non riuscivo a dormire e mi sono messo a camminare" terminò.
"Cosa faremo arrivati alla costa?" Chiesi, chiudendo lì l'argomento "insonnia".
"Penseremo ad un piano, Vince è certo che hanno portato Minho all'Ultima Città".
L'Ultima Città ripetei, il posto che ha intenzione di attaccare mio padre.
"Allora dovremmo iniziare a sbrigarci, perché il Braccio Destro ha intenzione di agire" risposi,
"Che ne sai te?"
"Lo so e basta" conclusi lì la conversazione accelerando il passo per raggiungere Newt.
Thomas non mi seguí, ne continuò per la sua strada, rimase lì immobile a ragionare sulla conversazione avuta.
Sapevo che poteva sembrare strano, ma non avevo intenzione di dare tante spiegazioni sulla discussione con mio padre.Arrivai al mio "letto" e mi coricai di nuovo, guardai l'orologio e segnava le 5:30, avevo ancora un paio d'ore per dormire e ci saremmo messi di nuovo in marcia.
Fortunatamente presi subito sonno e non feci altri incubi nel corso della notte.
"Sveglia svegliaaa!" Mi urlò qualcuno proprio vicino al mio orecchio,
Mugugnai un "Ti strappo la lingua a morsi" e mi stropicciai gli occhi, che sentivo pesanti come due pezzi di marmo.
Non era possibile che Stephen fosse sempre così di buon umore la mattina."Ti odio" affermai, guardando in cagnesco Stephen che mi guardava sorridente, quasi divertito a dire il vero.
"Buongiorno anche a te" rispose il ragazzo,
"Cosa hai da ridere?"
"Oh... Niente" rispose il ragazzo, come se fosse un segreto, per poi scappare via in direzione di Ro.
Vidi Newt avvicinarsi a me con una tazza fumante e qualcosa da mangiare.
"Buongiorno Principessa forzuta" mi salutò il biondino,
"Buongiorno" risposi io, cercando di essere meno scontrosa possibile.
"Ti ho portato del caffè e un... Non so cosa sia in realtà, ma è buono considerando che Thomas ne ha mangiati quattro e ho dovuto strappargli il quinto dalle mani"
Quell'affermazione mi fece scappare un sorriso, Newt era così dolce e premuroso con me.Lo ringraziai, gli scoccai un bacio e iniziai a divorare tutto.
Finito di mangiare, come una vera principessa, mi pulii la bocca con le mani alla bene e meglio, poi parlai.
"Sai quanto manca alla costa?"
"Vince dice che all'incirca abbiamo due giorni di cammino se procediamo con questo ritmo" rispose il ragazzo,
Mi alzai in piedi, presi il mio zaino e tesi la mano a Newt.
"Sarà meglio andare allora"
A quell'affermazione Newt accettò il mio aiuto e ci avvicinammo al resto dei nostri amici.
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Dopo la fine, l'inizio
FanfictionPrimo libro: Soggetto A1 - La creatrice Secondo libro: Ovunque tu sia, vivi dentro di me Terzo libro: Dopo la fine, l'inizio Elena, una ragazza costretta a diventare forte, creata per essere la soluzione ma finita per diventare il problema. Alla ri...