Dopo la cena, decisi di farmi una bella doccia.
Ero certa che mi sarei ripresa in pochi giorni, ma la doccia aveva la precedenza vista la puzza.Aprii il getto d'acqua e, con immenso stupore, mi accorsi che era acqua calda, come era possibile avere acqua calda? Le uniche cose che ero riuscita a vedere al mio arrivo erano alberi e erba.
Insieme allo sporco, lavai via anche le preoccupazioni, il dolore, la tristezza e inoltre il sangue dalle mie ferite che, tra l'altro, non avevano neanche un bell'aspetto.
"Vuoi che ti aiuto Ele?" Chiese Newt dall'altra parte della porta, con una voce alquanto perversa.
"Ce la faccio depravato che non sei altro" risi, e questo mi provocò una fitta.
Ogni volta che una goccia di sapone scivolava sulle ferite, un bruciore si espandeva lungo tutto il corpo, così decisi che era meglio uscire dalla doccia e asciugarmi.
Trovai appoggiati su una sedia fuori dalle docce un telo, che a dire il vero assomigliava più a uno straccio, una maglietta e un paio di jeans corti.
Mi presi il tempo necessario, visto che dovevo fare attenzione a non strappare i punti e, una volta vestita, decisi di uscire per mostrarmi a Newt.
Lui mi guardò come incantato, soffermandosi un po' troppo sulla scollatura della maglia e la poca stoffa che mi copriva il fondoschiena.
"Ti sei imbambolato?" Lo canzonai e lui scosse la testa come per riscuotersi da un sogno, poi accennò un sorriso e mi baciò prendendomi la mano.
"Forza ti faccio vedere il posto" aggiunse.
"Quando siamo arrivati non era tutto così come lo vedi ora" iniziò a spiegarmi "Questa era una sorta di colonia pre-esistente, costruita da qualcuno che credeva alle dicerie messe in giro subito dopo la diffusione dell'eruzione".
Non era granchè, ma l'avremmo resa la nostra nuova casa e non c'era altro posto dove volessi essere se non qui, con lui.
Una serie di casette una a fianco all'altra, la maggior parte erano in legno, alcune costruite con quello che capitava e altre semplici tendoni.Chi aveva costruito questo posto si era dato da fare, erano davvero molte abitazioni.
Ripensai all'ultima frase di Newt, così sfoderai subito la mia domanda.
"In che senso dicerie?"
"Vince mi ha detto che poco dopo i primi infetti le persone iniziarono a spostarsi verso i boschi o verso il mare, si pensava che lì era più difficile beccarsi l'eruzione" si interruppe per sbuffare per l'ignoranza delle persone, poi riprese a spiegare "In realtà quelli che non avevano contratto l'eruzione inizialmente, venivano infettati da coloro che erano già infetti, quindi non c'era nessun modo per scappare, ormai era come una reazione a catena".
Decisi di sviare quel discorso, in fondo Newt era ancora sensibile all'argomento 'eruzione'.
"Parlami del posto" sorrisi, reprimendo una fitta alla spalla.
"Abbiamo perlustrato ogni singolo centimetro del posto, nessuno, non c'era nessuno, tutti completamente spariti, Brenda e Jorge hanno organizzato dei gruppi, per renderci conto fino a dove possiamo spingerci e quanto realmente possa offrirci questo posto o se conviene spostarci, mentre Vince ha messo gli altri a pulire il posto, c'è ancora del lavoro da fare ma siamo a buon punto"
"Voglio andare anche io!" Dissi saltando, pentendomene un secondo dopo a causa di un picco che sembrava non voler cessare.
"Sei un incosciente, fammi subito vedere!" Mi sgridò, facendomi ridere.
"Ele, Mamma Newt ti ha sgridato di nuovo?" Scherza Thomas arrivando di spalle, e questo mi fa ridere ancora di più.
Newt mi sgrida nuovamente, dicendomi di smettere o così strapperò i punti, confermando la teoria che lui sia la nostra mamma e facendo ridere anche Thomas.
"Ehi, pensavo di essere io il re delle battute!" Si intromette Minho, arrivando con la sua solita grazia di un elefante.
"Voi due ridete, Newt è imbronciato, Thomas hai di nuovo aperto l'argomento Mamma Newt?" Chiede Minho, incrociando le braccia quasi come a volerci sgridare, ma decide anche lui di unirsi alla risata di gruppo.
Ora è Newt a voler cambiare discorso, così si concentra qualsiasi cosa che possa sviare l'attenzione da lui.
"Ti porto da Hank così ti controlla le ferite" dice dolcemente offrendomi il suo braccio come sostegno.
Mentre camminiamo mi viene da sorridere, una miriade di candele accese illuminano l'accampamento, conferendogli un'aria meno triste.
I presenti, rispetto al numero di partenza, sembrano addirittura la metà, evidentemente non tutti sono riusciti a salvarsi.
Arriviamo davanti a una delle casette di legno e Newt entra senza neanche bussare.
"Papà" sorrido io, felice di sapere che lui sta bene.
"Tesoro, hai fatto qualche danno?" Mi rimprovera con lo sguardo.
Mi fa sdraiare sul lettino e inizia a controllare le ferite.
"Sai... Ho avuto il piacere di parlare con Ava e Janson.." azzardai mentre Hank era intento a ripulire le ferite e rimettere i punti che avevo fatto saltare.
Si bloccò e, prima che potessi aggiungere altro, iniziò a raccontare la sua versione dei fatti.
"Ascoltami, abbiamo fatto tutti degli errori, chi più di altri... In fondo cosa avevo da perdere? Ero solo, poi sei arrivata te, l'unica ragione che mi dava la forza di andare avanti e combattere per la mia vita... E cosa ho ricevuto in cambio? Mi hanno portato via da te, per anni, cancellandomi addirittura dai tuoi ricordi" disse tutto d'un fiato, fasciando con tre giri di benda la ferita alla gamba.
"Un giorno capirai che sei tutto ciò di buono che sono riuscito a costruire in vita mia, anche se non sono tuo padre biologico" aggiunse con lo sguardo lucido rivolto verso il basso.
D'istinto lo abbracciai, dentro di me sapevo che aveva ragione.
Aveva combattuto per ciò che riteneva giusto all'epoca, non potevo biasimarlo, anche io ho fatto degli errori, anche io mi sono fatta sottomettere e anche io ho perso delle persone, quindi non poteva esserci nessun'altro che lo capisse come potevo farlo io.Siamo umani,
sbagliamo,
incorriamo in errori stupidi,
ma siamo anche in grado di capirli, assimilarli
e correggerli.Siamo umani,
siamo imprecisi,
imperfetti.Siamo umani,
Sbagliamo.
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Dopo la fine, l'inizio
FanfictionPrimo libro: Soggetto A1 - La creatrice Secondo libro: Ovunque tu sia, vivi dentro di me Terzo libro: Dopo la fine, l'inizio Elena, una ragazza costretta a diventare forte, creata per essere la soluzione ma finita per diventare il problema. Alla ri...