CAPITOLO BONUS (2)

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Spero vi piaccia❤️

Ps: scusa per il ritardo

Radura
8 mesi dall'arrivo di Newt

Newt's pov

La giornata era stata lunga e faticosa, le cose continuavano ad andare a rilento.

Eravamo pochi, inesperti su tutto ciò che stava accadendo, ma una cosa era sicura: c'era uno schema.

Per 8 mesi puntualmente, a distanza di 30 giorni l'uno dall'altro, lo strano ascensore continuava ad introdurre ragazzi nella radura.
La scatola, così aveva deciso di chiamarla il ragazzo di nome Gally, disse che gli ricordava una scatola che si apriva, a parer mio io non avevo neanche un ricordo di una scatola.
Le grandi e sontuose porte, per qualche strano maleficio, riuscivano ad aprirsi e chiudersi e grazie agli orologi avevamo appurato che l'orario era lo stesso ogni santo giorno, non tardava e non anticipava.
Sembrava che tutto questo posto volesse risucchiarci con la sua monotonia.

Alby era stato ritenuto il più adatto a gestire il tutto, un po' perché era stato il primo ad aver fatto il suo ingresso nel labirinto e un po' perché era anche il più 'anziano' d'età.

Avevamo tentato vari metodi come ruotare per svolgere le mansioni o concentrarsi ogni giorno su una cosa diversa ma nessuna di queste fu ritenuta valida.
Alla fine abbiamo capito che sarebbe stato meglio dedicarci ognuno ad un aspetto diverso della radura per ricoprire più mansioni possibili nell'arco della giornata.

Alby era bravo per lo più ad impartire ordini e a dirigere il tutto, prendendo le decisioni più importanti.

Gally, il terzo ragazzo sembrava avere abbastanza maestria con chiodi e travi, perciò gli venne assegnato il compito di espandere qualche edificio pre-esistente, e grazie al cielo si reggeva ancora tutto in piedi.

A turno provammo a cucinare qualcosa di commestibile ma  il più abile si rivelò Frypan, il quale non era solo bravo ma era riuscito anche a non farci sentire male dopo varie tremende scelte culinarie prese da Gally, che a malincuore scoprì che non era bravo ai fornelli come con il martello.

Con il quarto ragazzo dalla scatola iniziò a salire qualche animale, perciò serviva qualcuno che badasse a loro, fortunatamente Winston si offrì volontario, inizialmente la sua proposta fu quella di ucciderli una volta usciti dalla scatola ma imparò che era meglio ricavarne il più possibile prima di mandarli al macello.
Dopo otto mesi nella radura lui continua ad affermare che a lui piace squoiarli non nutrirli.

Quando arrivò Minho, un ragazzo asiatico con la battuta sempre pronta, l'unica cosa che disse alla proposta di scegliere un lavoro fu "Se per voi va bene io vorrei esplorare là fuori per trovare una via di fuga".

A quel punto si creò un conflitto e capimmo che se sarebbero continuati ad arrivare ragazzi, non potevamo lasciare tutto sulle spalle di Alby così creammo il consiglio, composto dal sottoscritto, Alby, Winston, Gally, Frypan e Minho.

Tutte le decisioni importanti venivano messe ai voti e all'interno del consiglio dovevano essere portate tutte le questioni che non erano risolvibili autonomamente perché si sa:  sei teste lavorano meglio di una.

Dopo 4 mesi dal mio arrivo riuscii a togliermi quell'enorme dubbio, quel grosso quesito che aleggiava nella mia testa: cosa c'era oltre le porte?
La risposta fu deludente: muri, edera, puzza di muffa, un labirinto in pratica.

Iniziammo a mappare tutti i tragitti che facevamo, per prendere nota di come era fatto questo labirinto, e magari poter trovare un'uscita al più presto.
Ebbi la fortuna di essere un velocista, anche perché era stato deciso che bisognava entrare in gruppi da minimo due persone per evitare spiacevoli sorprese ed io ero l'unico senza un talento da sfoggiare a parte la buona resistenza fisica.

Dopo l'ennesima giornata di corsa in quel caspio di labirinto tornai stanco come non mai.

«Newt smettila di fare la scacertola a terra e vieni a mangiare» scherzò Minho mentre cercavo di riprendere un briciolo di forze per alzarmi dal prato.

Seguii l'asiatico, affamato come sempre e finito di cenare mi rifugiai sulla torre.

Era il mio posto, un luogo sicuro dove rifugiarsi, al centro di tutto ma in disparte, era lì che andavo quando non volevo essere disturbato e desideravo solamente rifugiarmi tra i miei pensieri.

Ancora una volta mi ritrovavo a sfiorare quella che ormai era una cicatrice sulla mia mano, le domande erano troppe e le risposte inesistenti.
Ero stato io ad autounfliggermi quei tagli? O forse era il modo che il me con i ricordi aveva pensato di usare per non dimenticare una cosa? E se semplicemente fosse stato un incidente e non significasse nulla?

Ogni volta che mi ritrovavo a pensarci un fortissimo mal di testa mi attanagliava la testa, eppure era meglio pensare a qualcosa di cui non avevo neanche una certezza che fermarsi a ragionare su tutta la situazione della radura.

«Ehi amico! Non riesci proprio a non pensarci eh?»

Sentii una voce alle mie spalle, era Alby.

Scossi la testa.

«Forse è meglio così, a volte meglio sotterrare certi ricordi, potrebbero fare più male del non sapere»

«Alby, fa già male così» risposi, non condividendo il suo pensiero.

«Newt, stammi a sentire, io me lo sento, un giorno avremo tutte le risposte, ma quel giorno non è oggi quindi non starti ad incaspiare il cervello» disse appoggiando una mano sulla mia spalla.

«Lo hai già detto quattro mesi fa e anche il mese scorso, sto iniziando a pensare che forse non riusciremo ad uscirne vivi da tutta questa situazione»

«Devi avere fiducia, ogni cosa ha il suo tempo non sforzarti di ricordare o il tuo cervello alzerà barriere sempre più alte per negarti l'accesso»

Mi ritrovai a sospirare sapendo che mi sarebbe stato impossibile respingere quel pensiero fisso che mi perseguitava da quando ero arrivato nella radura.




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