Il telefono squillò mentre ero sulla via del ritorno. Guardai il nome sul display, temendo che fosse mia madre, infuriata per la bugia.
Simon. Accettai la chiamata e la misi in vivavoce, non avendo gli auricolari. - Pronto?- Che diavolo è questa storia?!
Sobbalzai nel percepire la rabbia nella sua voce. - Di cosa stai parlando?
- Credo che tu lo sappia benissimo, Lydia. Dimmi dove sei.
- Sto tornando a casa.
- Da dove? Dalla festa a casa di Thomas?
Ecco perché era così arrabbiato. Jen doveva avergli spifferato tutto. Alla faccia della migliore amica: le aveva dato il numero di Simon per le emergenze, non perché mi facessero da babysitter.
- Simon posso spiegarti...
- Faresti meglio - mi aggredì lui, infuriato. Non capivo il motivo di tanta rabbia: non è che dovevo comunicargli tutti i miei spostamenti, non era né mio padre né il mio ragazzo.
- Faresti meglio? - ribattei, lasciando che la mia parte combattiva avesse la meglio. - Non sono mica andata a drogarmi sotto un ponte.
- Jennifer mi ha scritto chiedendomi perché ti servisse una copertura. Credeva che fossi con me. Si può sapere dove dovevi andare alle dieci di sera?!
- Se tu me lo chiedessi in modo civile, come tutte le persone di questo mondo, probabilmente te lo direi! - esclamai sbattendogli il telefono in faccia.
Strinsi forte il volante e aspettai che l'irritazione si attenuasse, emettendo un sonoro sbuffo. Una parte di me sapeva che aveva reagito così solo perché preoccupato, l'altra parte rivendicava la mia libertà, di cui non dovevo certamente rendergli conto.
Il telefono squillò di nuovo. Era sempre lui.
Dopo aver pensato se rispondere o meno, premetti il tasto verde. - Pronto? - esordii scazzata.- Mi dispiace.
Questa non me l'aspettavo.
- Ho reagito in modo esagerato, scusa. Ero solo preoccupato.
- Va bene. Perdonato - dissi, di nuovo calma. Tutto sommato, non ero davvero arrabbiata con lui.
- Ora me lo dici dov'eri?
- Ero in ospedale.
- In ospedale? Oh mio dio stai bene? - domandò agitato. Sorrisi: questo ragazzo era troppo emotivo.
- Ma sì, io sto bene. Ero andata lì per verificare una teoria riguardo a tu sai cosa.
- E com'è andata?
Ci pensai su un momento. - Te ne voglio parlare, però non al telefono.
- Ok - concordò. - Facciamo a casa mia tra dieci minuti?
Strabuzzai gli occhi. - A casa tua? Ma sono le dieci di sera! E poi io sono quasi arrivata.
- Allora facciamo a casa tua. Ti raggiungo.
- Ma... - Non feci in tempo a ribattere che lui interruppe la chiamata. Guardai il telefono e scossi la testa ridendo, non potendo definirmi infastidita da quella visita inaspettata.
In pochi minuti fui davanti a casa. Entrai nel vialetto e spensi il motore, indugiando un momento per decidere quale altra balla avrei rifilato a mia madre per giustificare la mia presenza così presto. Me ne vennero in mente alcune, tutte abbastanza credibili se le avessi costruite bene, ma scontate se le avessi lasciato scorgere la bugia che si nascondeva dietro.
Alla fine, non potendo più aspettare, scesi dalla macchina ed entrai.
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What can you see? - Il progetto γ
Mystery / ThrillerE se coloro che hanno giurato di proteggervi... avessero anche giurato di uccidervi? Lydia Davis è così orgogliosa del padre, brillante primario di chirurgia di uno degli ospedali più all'avanguardia di Washington; una volta ha persino operato il p...