Il profumo del pollo al curry di mia madre si spandeva per tutta la casa; arrivava persino nella mia camera, al secondo piano, e agitava i succhi gastrici del mio stomaco vuoto, che rumoreggiavano, bramosi di mescolarsi con quella prelibatezza. Mia madre era molto brava a cucinare, e le piaceva sperimentare. Almeno due volte al mese ci trascinava col gusto in ogni parte del mondo, confrontandosi con spezie esotiche e nuovi sapori; il mese scorso era toccato ai tacos e alla paella, oggi era il giorno indiano.
- Lydia! - strillò dalla cucina, aggiungendo poi - è pronto!
- Arrivo! - le urlai di rimando, e rotolai giù dal letto, riponendo il telefono sul comodino e sciogliendomi i capelli per riassemblarli in una coda meno scomposta e disordinata.
Scesi le scale e atterrai in cucina, dove il profumo di curry era più forte. Mio padre e mio fratello erano seduti davanti alla tv, nel soggiorno comunicante, e stavano guardando una partita di football. La tavola era ancora da apparecchiare. Ovviamente.- Immagino di dover anche apparecchiare - dissi con un tono che fingeva irritazione mentre mi dirigevo verso la credenza. Mia madre si voltò, fingendosi arrabbiata. - Immagini bene.
Le diedi un bacio e presi i piatti dalla credenza. Fuori dalla finestra la sera avanzava e il cielo cominciava ad assumere tonalità più scure, dal viola al blu al rosso. Era un venerdì di fine aprile, per cui era normale che non fosse ancora completamente buio.
- Hai programmi per domani? - mi domandò mamma, ponendo in tavola la ciotola con il riso basmati insaporito.
- Ragazzi è pronto! - chiamò poi, tornando verso i fornelli a prendere il pollo.
- Dovevo vedermi con Jen, ma forse lei esce con Thomas. Per il momento sono libera. Perché?
- Ci ha invitati a pranzo la nonna, e volevo sapere se ci saresti stata.
I due uomini di casa spensero la tv e vennero a sedersi - Jimmy scavalcando lo schienale del divano con un unico salto, acrobazia che faceva sempre impazzire mia madre - e io mi girai verso di lei, la faccia come scolpita nel gesso. - Quale nonna?
Lei mi guardò sospirando. - La nonna Alice.
Alzai gli occhi e feci una smorfia di disappunto, poi mi sedetti anch'io e aspettai che mia madre iniziasse a servirci il pollo.
Nonna Alice, la madre di mia madre. Una donna che era più facile detestare che amare: sempre posata e ligia a regole e dovere, non si era mai comportata come la classica nonna dei film, ovvero come tutti i bambini la vorrebbero.
Non potevo presentarmi a casa sua con gli shorts o top che lasciavano scoperta un po' di pelle perché mi avrebbe detto di indossare i tacchi alti e andare a sculettare in tangenziale per i camionisti.
Jimmy ed io non potevamo rifiutare il suo cibo ma nemmeno abbuffarci, e men che meno parlare di argomenti "volgari" a tavola.
Non potevo contrariare i miei genitori in sua presenza, se no era predica assicurata. I camionisti sarebbero stati più simpatici.
Inoltre detestava mio padre, non so bene perché. Quando andavamo a trovarla si dimostrava civile ed educata, ma gli sguardi gelidi che gli scoccava ogni tanto facevano crollare tutta la montatura. Per fortuna non viveva a Washington bensì a Richmond, che distava due ore in macchina, e quindi i nostri incontri erano sporadici. Però, a volte ci toccava...- Che noia! - esclamò Jimmy, dando voce ai miei pensieri. - Perché dobbiamo venire anche noi? Lei non ci vuole.
- Non dire così Jimmy, non è vero - lo riprese mamma, posando la pentola con il pollo avanzato in mezzo al tavolo e passandomi la ciotola con il riso. - Lei vi vuole molto bene, è solo che a volte è un po'... rigida.
- Altro che rigida, le si potrebbe infilare una scopa su per il sedere e non si noterebbe la differenza!
- Lydia!
Mio padre rise con me e mio fratello, poi si voltò verso mia madre. - Devi ammettere che ha ragione, Marta. Tua madre non è proprio... beh...
- Lo so - sospirò lei, mischiando il pollo con il riso. - Non era molto affettuosa nemmeno quando io ero piccola, però mi vuole, ci vuole bene; è solo che non è molto brava a dimostrarlo. D'altronde è nata che erano altri tempi, la società era rigida e le manifestazioni di affetto non venivano ben viste. Le è stato insegnato che era giusto così.
- Però non siamo più nel 1900 mamma - le feci notare, e lei alzò le spalle come per dire "lo so, ma cosa vuoi che ti dica?"
- Lei è così, non possiamo farci niente - concluse, prendendo una forchettata di pollo. - Com'è?
- Mmh è squisito mamma - dissi assaggiandolo. Diavolo se era buono! Adoravo il curry, e mia madre sapeva sempre bilanciare i sapori alla perfezione in modo che, se avessimo chiuso gli occhi, avremmo pensato di essere davvero in India, seduti su dei cuscini davanti ad un chiosco in mezzo ad un mercato, con centinaia di voci e profumi che si spandevano nell'aria.
- È davvero ottimo Marta, complimenti - mi fece eco papà.
Mamma gli mandò un bacio. - Grazie Michael.
- E io? - domandai indispettita; allora mamma fece lo stesso con me. - Grazie amore.
- E io? - protestò Jimmy.
- Tu non mi hai ancora detto che è buono - lo punzecchiò lei, sorridendo. In quel momento il cellulare di papà si mise a squillare, e lui si alzò per rispondere.
- È buonissimo! - esclamò allora Jimmy, scuotendo la testa per enfatizzare la sua affermazione.
- Grazie tesoro - rise lei, e anche lui sorrise, soddisfatto. Io scossi la testa, divertita.
- Non può proprio rimandare? Sì certo è che... - Alzammo gli occhi verso mio padre, che ascoltava il suo interlocutore con espressione contrariata.
- No capisco, hai ragione... va bene arrivo - concluse ponendo fine alla chiamata.
- Chi era Michael? - chiese mia madre.
- Era l'ospedale. Il presidente si è presentato all'improvviso per un controllo e ha richiesto che sia io a farglielo - rispose, infilandosi le scarpe e la giacca e prendendo le chiavi dell'auto.
- A quest'ora? - replicò spazientita lei. - Non lo sa il presidente che la gente sta mangiando?
- Jim ha ragione, non gli si può certo dire di no.
- Non è mica un dittatore.
Mio padre si avvicinò e sorridendo baciò ognuno di noi. - Non ci vorrà molto, un paio d'ore al massimo. Mi puoi mettere via il pollo così lo finisco dopo?
- Va bene - si arrese mia madre, alzandosi per prendere un contenitore ermetico.
- Grazie tesoro. Ci vediamo presto - ci salutò mio padre, poi imboccò la porta di casa ed uscì. Pochi secondi dopo sentimmo il rombo del motore della Qashqai di papà. Si accese e si allontanò lungo la strada.
STAI LEGGENDO
What can you see? - Il progetto γ
Misterio / SuspensoE se coloro che hanno giurato di proteggervi... avessero anche giurato di uccidervi? Lydia Davis è così orgogliosa del padre, brillante primario di chirurgia di uno degli ospedali più all'avanguardia di Washington; una volta ha persino operato il p...