2 - Spezzato

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Quando sentimmo il rumore del motore dell'auto che imboccava il vialetto, ci voltammo tutti simultaneamente.
Mia madre si alzò dal divano e si avviò verso la porta d'ingresso, mentre noi la seguivamo con lo sguardo.
Il motore si spense e, pochi istanti dopo, il soggiorno fu pervaso dal suono penetrante del campanello.
Mamma era già pronta, e aprì subito a colui che stavamo aspettando. Il poliziotto si portò tre dita al frontino del cappello della divisa e lo abbassò appena, in un gesto di routine. - Buongiorno signora.

- Buongiorno. Entri pure - lo invitò mia madre, facendosi da parte. L'uomo entrò e, quando vide me e mio fratello, ci salutò con un cenno del capo e un: - Ciao ragazzi.

- Salve - mormorammo noi, un po' intimoriti. Era pur sempre un poliziotto, rappresentante della giustizia, e in sua presenza ogni mossa pareva sbagliata.

- Prego si accomodi - Mamma gli indicò il tavolo della cucina e i due si sistemarono lì, escludendoci a priori dal colloquio.
Jimmy aveva protestato per questo, quando lei ci aveva detto di restare in disparte, ma insieme lo avevamo convinto a rispettare la sua decisione. Anche io, seppur curiosa, la pensavo allo stesso modo.
Così Jimmy ed io ci sfidammo a Cluedo in soggiorno mentre i due parlavano a pochi passi di distanza; entrambi, senza volerlo, aguzzavamo l'udito per cogliere qualche strascico di conversazione, ma era molto difficile.

- Secondo me l'assassino è Scarlet, nella spa, con la corda - dichiarò mio fratello ad un tratto. Io lo guardai di sottecchi. - Guarda che l'ipotesi Scarlet l'abbiamo scartata tre turni fa.

- Davvero? - esclamò incredulo.

- Davvero - ripetei sospirando: Jimmy si era calato nella sua versione di spia dei grandi e, quando faceva così, non prestava più attenzione a nient'altro.

- Io invece dico - ripresi, attirando il suo sguardo, preoccupato che avessi indovinato la risposta - che l'assassino è John Green, nella spa, con il trofeo.

- Apriamo? - domandò lui alludendo alla busta che conteneva le tre carte: assassino, stanza e arma del delitto.

- Apri.

John Green, nella spa, con il trofeo. Levai un pugno in aria, agitandolo trionfante, mentre lui alzava le spalle e fingeva che la sconfitta non gli bruciasse. Era molto competitivo, Jimmy.

- Domani ti concedo la rivincita.

- Ragazzi! - chiamò mia madre dalla cucina, e noi ci affrettammo ad alzarci e a raggiungerla. Lei e il poliziotto si erano alzati, avevano finito.

- Bene ragazzi - esordì lui - vostra madre vi metterà al corrente di ciò di cui abbiamo discusso, tralasciando sicuramente le molte questione pratiche da sbrigare.

Noi annuimmo, guardandola: mamma pareva davvero scossa, e aveva gli occhi rossi come prossima al pianto. Un terribile presentimento mi attraversò la mente. No, papà non doveva essere... non poteva...

- Per il resto, posso solo dirvi che mi dispiace - concluse con un mezzo sorriso di conforto che a me parve più il punto fermo alla fine di una frase.

- Le dispiace per cosa? - La voce di mio fratello era flebile e tremolante. Di certo aveva intuito la piega che doveva aver preso la loro conversazione.
Il poliziotto salutò mia madre con un cenno del capo che lei ricambiò, poi si avviò da solo verso la porta e se andò, uscendo da casa nostra e lasciandoci alle prese con la bufera che ci aveva portato.

- Jimmy - lo interpellò mia madre con voce seria - vai in camera tua. Arrivo fra un momento.

- Cosa? Perché? - protestò lui.

- Devo parlare un attimo con tua sorella. Per favore.

Il suo tono non ammetteva repliche così, seppur sbuffando platealmente, mio fratello si girò e salì le scale che portavano al piano superiore, dove erano situate le camere.
Aspettammo che fosse salito, poi mi voltai verso mia madre, che mi fece cenno di seguirla e sedermi con lei al tavolo della cucina.

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