Tra tutti gli scenari possibili, questo era di certo l'ultimo al quale mi ero preparata quella mattina: mia mamma, seduta al tavolo apparecchiato per la colazione, immersa in una fitta conversazione con sua madre. Nonna Alice.
Si girarono entrambe quando feci la mia apparizione in cucina, mamma con un caldo sorriso, nonna sorpresa ma seria. Non che mi aspettassi delle coccole.
- Ciao tesoro - esordì mia madre. - Ben svegliata.
Le sorrisi in risposta ma non mi avvicinai. La vista di mia nonna mi aveva scossa parecchio, anche se non sapevo esattamente perché.
Forse era solo troppo strano, con tutto quello che stava succedendo, trovarsi faccia a faccia con una parte della vita della vecchia me, una parte che avevo accantonato e a cui ormai non pensavo più da settimane.- Vieni. È pronta la colazione - mi esortò mamma, notando la mia reazione.
A quel punto ripresi il controllo delle mie gambe e mi sedetti al tavolo, avvicinando una tazza e versandoci del caffè.
- Allora Lydia, come va? - mi domandò la nonna, sorseggiando il suo tè dolcificato, non zuccherato. Lei continuava sempre a rimarcare la differenza come se a qualcuno fosse importato davvero.
- Non c'è male - risposi versando il latte nel caffè.
- Sei dimagrita - constatò lei squadrandomi con occhio clinico. Io assunsi un'espressione di finto stupore, mentre gesticolavo perché mamma mi passasse la bottiglia dello sciroppo d'acero.
- Finalmente - aggiunse.
- Non è che prima rotolassi per strada - ribattei il più acida possibile. Non avevo più la voglia né la pazienza per sopportare le sue frecciatine. Nelle mie vene scorreva il gene di mio padre, un gene ribelle, e non l'avrei più tenuto sepolto.
Nessuna delle due se l'aspettava. Mia madre rimase a bocca aperta, mia nonna invece la sua la chiuse e, in quel momento, provai un piacere egoista, un'adrenalina del tutto diversa da quella degli ultimi giorni.
Improvvisamente volevo che lei continuasse a provocarmi, solo per risponderle a tono, e provare quella soddisfazione che in tanti anni mi ero negata.Diedi un morso ad un pancake su cui avevo lasciato colare lo sciroppo. - Dov'è Jimmy?
- Sta ancora dormendo - disse mamma prendendo un sorso di caffè, ancora a disagio per la risposta che avevo dato alla nonna. - Che programmi hai per la giornata?
- Devo vedermi con Simon.
Al sentirmi pronunciare un nome maschile, le antenne di mia nonna si drizzarono fulminee. - Hai il fidanzato?
- È solo un amico nonna - replicai prendendo un altro pancake. Sperai che il mio corpo non tradisse la super cotta che avevo per lui.
- Un amico che Lydia si mangia con gli occhi - si intromise mia madre con un sorrisetto furbo.
- Mamma!
Avrei volentieri evitato di fornire a mia nonna altri argomenti su cui farmi le sue solite filippiche, ma stranamente questa volta non colse la palla al balzo e si limitò ad una smorfia sorpresa del viso. Che quel nuovo lato polemico del mio carattere l'avesse finalmente messa a tacere?
Non potendo più infierire su di me, cambiò discorso e si rivolse a mia madre. - Allora Marta, a quando le esequie?
Noi la guardammo allibite, forse ritenendo entrambe che non fosse l'argomento migliore da trattare la domenica mattina.
Resistetti alla tentazione di far notare a mia nonna quanto poco tatto avesse avuto, e lasciai che fosse l'educazione di mamma a risponderle in modo civile. - Appena ci restituiscono la salma, anche se non so quanto dovremo aspettare ancora.
![](https://img.wattpad.com/cover/149310409-288-k51370.jpg)
STAI LEGGENDO
What can you see? - Il progetto γ
Mystery / ThrillerE se coloro che hanno giurato di proteggervi... avessero anche giurato di uccidervi? Lydia Davis è così orgogliosa del padre, brillante primario di chirurgia di uno degli ospedali più all'avanguardia di Washington; una volta ha persino operato il p...