Mi alzo e vado a chiudere la tapparella. Forza.
Non ho voglia, finalmente ho trovato una posizione comoda.
Domani mattina il sole sorge presto, e con la luce lo sai che non riesci a dormire.
Però non è male svegliarsi in questo modo... Ti ricordi l'ultima volta che è successo?
Sì, hai maledetto tutti gli dei.
Però non sembravo uno zombie come al solito.
Fai come vuoi.
Alla fine vinse la mia parte pigra, così la tapparella rimase alzata e io nel mio letto.
Dalla finestra entrava un raggio di luna che fendeva il buio altrimenti impenetrabile di camera mia, ed io, girata su un fianco, continuavo a fissarlo da oltre mezz'ora.
Mi ero svegliata nel cuore della notte e non ero più riuscita a riprendere sonno; allora la mia mente aveva iniziato a ripercorrere tutti gli avvenimenti delle ultime settimane, tessendo trame e collegando puntini.Mi sentivo al sicuro, lì, in quel preciso momento, avvolta dalla culla della notte, delle mura di casa mia e dell'amore di mia madre e mio fratello. Loro, che vivevano ancora nell'ignoranza.
Li guardavo tirare avanti come sempre, tra scuola, faccende e commissioni. Li guardavo da dietro un vetro, un invisibile paravento di bugie e verità.Ero due persone che convivevano, la vecchia e la nuova Lydia. La vecchia Lydia era colei che si irritava se si ritrovava a mangiare il gelato sotto un cielo plumbeo e freddo, la nuova Lydia doveva essere più scaltra, più attenta, doveva forgiare un'impenetrabile armatura di bugie da indossare davanti a tutti per proteggere loro e sè stessa.
A volte le due me si intersecavano, e allora in quei momenti mi sentivo completa: ero all'incrocio tra passato e presente, ero futuro.
Poi ognuna riprendeva la sua strada, differenziando emozioni, pensieri e azioni.Volevo disperatamente trovare un equilibrio, camminare in bilico sul baratro e sentirmi leggera, facile. In quel momento mi sentivo in pace, ma fra quanto il sole avrebbe sfumato questa sensazione?
L'avrei guardata evaporare e salire al cielo, svanendo davanti ai miei occhi, come il fumo del ghiaccio quando viene tolto dal congelatore.
Avrei dovuto sentire la rottura dentro di me, accantonare una parte di chi ero per tornare ad essere una ragazza in cui non mi ritrovavo più. Stavo cambiando, non potevo farci niente.
Sarebbe stato inevitabile, ma non mi dispiaceva. Se cambiare significava affrontare il mondo a testa alta, maturare e acquisire consapevolezze nuove, più forti, allora sarei cresciuta.
Lo avrei fatto per me stessa, perché nessuno mi mettesse più i piedi in testa, ma lo avrei fatto anche per mio padre, che aveva creduto in me e nella persona che sarei diventata.
Mi aveva dato gli strumenti per continuare ciò che lui aveva iniziato, per spogliarmi delle mie ingenuità: non per dimenticarle, ma per imparare a sfruttarle e trasformarle in punti di forza.Il cellulare vibrò sul comodino, interrompendo il filo dei miei pensieri. Distolsi lo sguardo dalla finestra e lo fissai sul display della sveglia. 4.32. Chi poteva essere a quell'ora?
L'unica persona che mi venne in mente fu Simon, perciò afferrai il telefono, curiosa di sapere cosa avesse di così importante da dirmi da non poter rimandare all'indomani.
Non era lui. Era un numero privato.
Aggrottai le sopracciglia e mi tirai su a sedere, cliccando due volte sulla notifica per aprire il messaggio.
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What can you see? - Il progetto γ
Mystery / ThrillerE se coloro che hanno giurato di proteggervi... avessero anche giurato di uccidervi? Lydia Davis è così orgogliosa del padre, brillante primario di chirurgia di uno degli ospedali più all'avanguardia di Washington; una volta ha persino operato il p...